Chi era Agrippina, la madre di Nerone?

Chi era Agrippina, la madre di Nerone?

La vita di una donna destinata a regnare.

Nell’Antica Roma la donna ha avuto sempre una condizione al margine della società. Soprattutto durante il periodo repubblicano, il ruolo della donna si è spesso limitato al pieno rispetto dei suoi doveri nei confronti della figura paterna prima e del marito poi, senza poter scegliere neppure autonomamente il proprio sposo.  Il matrimonio infatti era un vero e proprio accordo tra famiglie senza prendere in considerazione il sentimento amoroso. Una volta sposata, la matrona romana viveva in uno status di sottomissione totale al genere maschile e doveva incarnare perfettamente il modello di donna fedele e virtuosa secondo i valori tradizionali del mos maiorum, ovvero l’insieme dei dettami e delle usanze degli antenati. Ma con l’avvento dell’Impero le donne iniziarono ad avere sempre maggiori libertà in ogni ambito della vita: erano più indipendenti, avevano patrimoni propri che spesso gestivano da sole e potevano addirittura divorziare. Molte donne che hanno vissuto nel periodo imperiale hanno avuto un ruolo fondamentale nella società e nella storia del tempo. Tra esse si può inserire la figura di Agrippina, la madre del famigerato Imperatore Nerone. Una donna dal forte temperamento, molto ambiziosa e che spesso si è dimostrata senza scrupoli pur di ottenere ciò che voleva: il potere per sé e per suo figlio. Per questo, Agrippina si può considerare una figura chiave della scena politica di I secolo d.C. Conosciamo meglio la sua storia.

Agrippina: donna e imperatrice. 

Dalla nascita al trono imperiale.

Le principali fonti attraverso cui si apprendono notizie sulla vita di Agrippina sono gli Annales di Tacito (libri XI e XIV) e il De Vita Caesarum di Svetonio. Tramite questi due autori latini sappiamo che Agrippina nacque nel 15 d.C. ad Ara Ubiorum,  località sulla sponda sinistra del Reno. Era figlia di Agrippina maggiore e di Germanico, generale molto amato dal popolo romano. Nel corso della sua vita il suo destino si è intrecciato con quello di tutti gli imperatori della dinastia giulio-claudiaTiberio, imperatore adottato da Augusto e zio del padre GermanicoCaligola, fratello di Agrippina e Claudio, lo zio che diventò suo marito. Infine, Nerone, suo figlio. Nel periodo dell’infanzia di Agrippina, suo padre Germanico era uno stimato generale, abile in battaglia e rispettato da tutti. Questo provocò l’invidia di Tiberio il quale, secondo la tradizione romana dell’adozione, aveva designato come suo successore proprio Germanico. Pare, perciò, che dietro la morte improvvisa (forse per avvelenamento) di Germanico, avvenuta in Siria, ci fosse proprio lo zampino dell’Imperatore. Al momento della morte del padre Agrippina aveva allora soltanto quattro anni. Intanto però un nuovo membro della famiglia di Agrippina era stato destinato al trono imperiale: suo fratello Caligola. Infatti, Nel 37 d.C. Tiberio morì e Caligola venne acclamato imperatore, mentre Agrippina e le sue sorelle ricevettero il titolo di “sorelle dell’imperatore”, oltre ad immenso potere e prestigio. All’ età di ventitré anni sposò Domizio Enobarbo e le nacque un figlio, il futuro Imperatore Nerone.

Dopo la morte di Caligola, Agrippina rimase vedova e sposò il ricco Gaio Sallustio Passieno Crispo, che però morì qualche anno dopo. Al potere intanto era salito Claudio. Ben presto anche Messalina, moglie dell’Imperatore, morì e fu in quel momento che Agrippina utilizzò la sua astuzia e la sua avvenenza, convincendo Claudio a sposarla e a renderla imperatrice. Il suo desiderio era vedere Nerone sul trono imperiale dal momento che lei, essendo donna non poteva ambire alla carica più alta di Roma nonostante fosse abile negli intrighi politici. Tuttavia, Claudio aveva un figlio, Britannico, che era il legittimo erede al trono. Per questo l’Imperatrice affidò al filosofo Seneca e ad Afranio Burro l’educazione di Nerone per prepararlo a regnare. Fece poi adottare Nerone da Claudio e, secondo il racconto di Tacito, nel 54 d.C. Agrippina avvelenò suo marito e suo figlio venne acclamato ed eletto imperatore a soli diciassette anni.

Una volta realizzato il suo piano, Agrippina cominciò ad intuire che Nerone non era adatto a regnare dal momento che trascurava i suoi doveri per darsi ai piaceri più sfrenati. Per questo cercò invano d’intervenire nelle questioni di stato e di esercitare la propria influenza sul figlio. Questo fece aumentare sempre di più la tensione tra i due e ben presto Agrippina si rese conto che suo figlio Nerone era capace di tutto, anche di ucciderla.

La morte

La morte di Agrippina viene descritta da Tacito nel XIV libro degli Annales, con una narrazione storiografica cupa e pessimistica. Nel 59 d.C. Nerone decise di liberarsi di sua madre. Per questo incaricò il liberto Aniceto il quale ordì un piano ingegnoso quanto pittoresco: avrebbero simulato un naufragio a Baia, facendo credere a tutti che la morte della donna fosse stata causata da un tragico incidente e facendo in modo che nessuno potesse sospettare di loro. Tuttavia, Agrippina riuscì a salvarsi e ad arrivare a riva. Dopo il fallimento del piano e spronato dai suoi consiglieriNerone mandò dei sicari nella villa dove la donna si era rifugiata e lei capendo di non avere scampo si scoprì il ventre affinché la colpissero lì dove aveva portato in grembo Nerone. La sua tomba, secondo quanto racconta Tacito, si dice sia situata a Bacoli, cittadina della provincia di Napoli ubicata sulla costa dei Campi Flegrei. Nel dibattito storico la figura di Agrippina viene vista sempre come negativa. Una donna spregiudicata che ha pensato solo al potere cadendo vittima dei suoi stessi intrighi. In realtà si tratta di una donna che, aldilà dei mezzi utilizzati, è riuscita ad affermarsi sulla scena politica di un popolo guidato solo dagli uomini, riuscendo a superare la struttura patriarcale su cui si basava la società romana.

Fonte immagine: Wikipedia.

A proposito di Rosaria Cozzolino

Sono nata il 13 marzo 1998 a Pollena Trocchia (NA). Fin dall’infanzia ho sempre cercato nuovi modi per esprimere la mia creatività e il mondo delle arti mi ha sempre affascinata e attratta. Ho frequentato per quattordici anni la scuola di danza classica e contemporanea “Percorsi di Danza” di Angelo Parisi, per poi abbracciare un’altra mia grande passione, il teatro, entrando nell’ “Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema” di Gianni Sallustro. La letteratura e la cultura umanistica in tutte le sue sfaccettature sono da sempre il faro costante della mia vita e ho deciso di assecondare questa mia vocazione frequentando il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano D’Arco (NA). Nel 2017 mi sono iscritta alla facoltà di Lettere Moderne presso l’università Federico II (NA) e ho conseguito la laurea nel luglio 2021 con una tesi in Letterature Moderne Comparate. Al momento sono specializzanda in Filologia Moderna sempre presso la Federico II e continuo a coltivare tanti interessi: la lettura, il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte ma anche i viaggi e la scoperta di posti nuovi. Credo fermamente che la cultura sia il nutrimento migliore per l’anima ed è quello che vorrei trasmettere con la scrittura.

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