La Seconda Crociata e l’assedio di Damasco

La Seconda Crociata e l'assedio di Damasco

Nel 1145 con la bolla papale “Quantum Predecessores”, prendendo ispirazione dall’appello del suo predecessore Urbano II, Papa Eugenio III invitava i fedeli a una seconda crociata, questa volta atta alla riconquista di una delle più antiche città cristiane dell’Oriente, Edessa, caduta in mano turca nel 1144, a causa dell’azione di riconquista guidata dall’atabeg Imad al-Din Zangi di Mosul.

Questo documento è di straordinaria importanza storica, in quanto sancì l’inizio di una vera e propria pratica consuetudinaria che verrà ripresa anche dai successori di Eugenio III nelle seguenti campagne cristiane. 
Per la prima volta vennero formalizzati i benefici e i diritti dei crociati, i quali avrebbero visto tutti i loro peccati perdonati, la sospensione di eventuali processi incorso e addirittura la moratoria sugli interessi dei debiti. La Chiesa si sarebbe fatta inoltre, garante della protezione delle loro famiglie e dei loro possedimenti. Infine il pontefice promise per tutti i partecipanti, anche coloro i quali avrebbero perso la vita in battaglia, l’indulgenza plenaria

 

La propaganda cristiana

L’appello di Papa Eugenio III per il pellegrinaggio in Terra Santa raccolse solamente timidi consensi, fino a che non si venne a sapere che anche il re di Francia Luigi VIII avrebbe partecipato alla spedizione. Il re già intenzionato ad allestire un pellegrinaggio personale, in adempimento a un voto fatto al giovane fratello deceduto prematuramente, e convinto dai nobili di corte e dall’abate Bernardo di Chiaravalle, accolse di buon grado l’appello del pontefice.

La presenza del re di Francia, e le prediche appassionate del teologo francese, unite a una serie di lettere che Bernardo spediva a tutti i feudatari e monarchi cristiani, accrebbero l’interesse e l’entusiasmo intorno all’impresa cristiana, coinvolgendo intere schiere di fedeli, arrivando a interessare persino Corrado III di Svevia, e suo figlio Federico Barbarossa prossimo imperatore del Sacro Romano Impero e futuro condottiero della Terza Crociata.

 

La Seconda Crociata: una spedizione che farà da modello a tutte le altre  

La Seconda Crociata fu un evento unico e senza dubbio una delle più importanti campagne cristiane di sempre, soprattutto se si pensa al numero di uomini mobilitati e al livello di organizzazione superiore rispetto alla Prima Crociata. A differenza della precedente spedizione cristiana, quella del 1147 non fu lasciata all’iniziativa individuale dei fedeli, ma venne attentamente pianificata. Inaugurò la tradizione che vedeva partecipare attivamente al pellegrinaggio anche le “teste coronate”, le quali da li in poi divennero le guide morali e militari dell’impresa.  Il pellegrinaggio armato della Seconda Crociata, inoltre, fu anche l’ultimo in cui si tentò di espandere verso Oriente i confini territoriali di una Europa giovane, in via di sviluppo, e sempre più affollata demograficamente. Il coinvolgimento spirituale dei fedeli poi, fu talmente vigoroso da aprire una serie di fronti di combattimento, per esempio in Spagna contro i Mori, e presso l’isola d’Elba contro i pagani slavi vendi, trasformando la crociata da una semplice controffensiva a un vero e proprio attacco agli infedeli che “infestavano” le province cristiane.

 

La campagna militare di Corrado III di Svevia 

Una volta allestita la spedizione e raccolte le forze necessarie, andavano stabiliti gli obiettivi e il piano di azione da seguire. Mentre per Corrado III una riconquista di Edessa appariva sufficiente, la maggior parte dei crociati spingeva per una vera e propria missione di conquista, inizialmente paventando la possibilità della presa di Aleppo, dove il brillante Nur ad-Din pianificava di espandere a dismisura i suoi possedimenti e la sua influenza.
Una volta sancito l’accordo con l’imperatore bizantino Manuele Comneno, Corrado III poté dirigersi in Terra Santa, cominciando la  discesa tedesca dall’Anatolia. Il suo progetto era quello di ripercorrere gli stessi passi della Prima Crociata, aspettandosi un cammino più agevole, in quanto i territori erano di recente dominio bizantino. Il percorso del contingente tedesco però, fu tormentato da imboscate turche, dall’arrivo dell’inverno e dalla perdita di un’ingente parte di provviste. La marcia fu interrotta da uno scontro avvenuto nei pressi di Dorilea, e Corrado III fu costretto a ordinare la ritirata. Il morale e il vigore della spedizione cristiana stavano lentamente crollando e molti crociati iniziarono ad abbandonare l’impresa per fare ritorno a casa. 

 

L’arrivo Francese 

Dopo che Luigi VII e Manuele Comneno raggiunsero una serie di ambigui accordi, i quali uniti al timore che l’imperatore bizantino nutriva per una espansione cristiana in Oriente, e alle possibili pretese dinastiche che il re di Francia poteva avanzare, portarono ai fatti della Quarta Crociata. Il re di Francia poté attraversare il Bosforo e unirsi alla spedizione. Nonostante l’esercito tedesco fosse demoralizzato e sfinito e avesse intenzione di fermarsi per qualche settimana a Bisanzio, la marcia francese proseguì lungo la zona costiera. La scarsità di provviste fu sopperita dalla tecnica del saccheggio, cosa che inimicò ai crociati i villaggi greci. Con non poche difficoltà e afflitti da centinaia di perdite, quel che restava dell’esercito francese e il contingente tedesco, si ricongiunsero a Gerusalemme. 

 

Il fallimento dell’assedio di Damasco e la conclusione della campagna crociata 

Finalmente giunti in Terra Santa, si riaprì la discussione riguardo gli obiettivi finali della spedizione. Dopo lunghe discussioni e una seria di consigli di guerra, si decise di puntare a Damasco, una decisione che passerà alla storia come una delle tattiche militari più fallimentari e scriteriate di sempre. In realtà i motivi per puntare alla conquista di Damasco erano piuttosto ragionevoli. Ciò che si temeva era soprattutto la crescente influenza di Nur ad-Din, il quale conquistando la città avrebbe potuto unificare l’intera Siria. Inoltre, Damasco era già stata mira cristiana durante la Prima Crociata. Gli scontri principali avvennero nella zona di Bab-al-Jabiya, e videro opposti cinquantamila crociati contro gli eserciti congiunti di Anur di Damasco, di Aleppo, di Mosur e di varie tribù arabe.

Il prolungarsi degli scontri, e alcune voci di migliaia di rinforzi arabi, prive di fondamento e diffuse dallo stesso Anur, contribuirono a far serpeggiare all’interno del fronte cristiano, un certo sconforto e una profonda indecisione, i quali portarono a una fase di stallo. Alla fine, probabilmente nessuna azione militare fu comandata dai condottieri cristiani, ne quella di spostarsi verso il fronte Nord, dal quale dovevano provenire gli aiuti, ne quella di recarsi sul fronte Sud dove le difese, si vociferava, fossero più deboli. Si decise quindi di battere ritirata, concludendo la spedizione in un’essenziale nulla di fatto. Anzi, pochi anni più tardi, si concretizzerà il timore cristiano, quando alla morte di Anur, Nur ad-Din entrerà in possesso di Damasco, unificando la Siria e gettando le basi per quella che sarà poi l’opera di riconquista di Gerusalemme del Saladino. Una tragica perdita per il mondo cristiano, la quale porterà all’allestimento di una Terza Crociata.

 

Fonte Immagine di copertina : Wikipedia

A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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