I poeti della seconda generazione romantica: giovani e maledetti

La seconda generazione di poeti romantici

Giovani, talentuosi, ma estremamente sfortunati, scopriamo le storie di Byron, Keats e Shelley, i poeti della seconda generazione romantica.

Figli di una Londra, definita da Blake, ormai grigia e data a nolo, svenduta come una prostituta, inquinata nell’aria e nell’anima, ammanettata dalle logiche di mercato, di cui è inesorabilmente schiava. I poeti romantici della seconda generazione condividono lo stesso disincanto che anima il poeta londinese. Uno dei tratti principali che unisce le vite di Shelley, Keats e Byron è proprio la grande delusione e la profonda angoscia che deriva dalla tragica spaccatura tra il reale e l’ideale che l’essere umano si trova vivere nell’epoca post-prima rivoluzione industriale. 

Giovani, belli e talentuosi, ma anche estremamente sfortunati, dotati di una sensibilità profonda ma tutti destinati a una morte tragica e in giovane età. Scopriamo ora nel dettaglio le vite e il pensiero di Byron, Shelley e Keats, tre grandissimi poeti che nonostante la loro giovane età e la brevità della loro carriera letteraria, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della letteratura.

Byron, Shelley e Keats a confronto

Poeta Pensiero e concetti chiave
Lord Byron Concetto: Eroe Byroniano, Titanismo.
Atteggiamento: Ribellione eroica, lotta e ironia contro le storture del mondo.
Percy B. Shelley Concetto: Poeta-Profeta, Intelletto e Immaginazione.
Atteggiamento: Fuga nel mondo ideale e fiducia nel potere della poesia per riformare la realtà.
John Keats Concetto: Capacità Negativa, Bellezza è Verità.
Atteggiamento: Accettazione del mistero e ricerca della verità attraverso la bellezza e l’arte.

Lord Byron: l’eroe ribelle

George Gordon Noel Byron, sesto barone Byron, noto più semplicemente come Lord Byron, è stato tra i più celebri poeti romantici inglesi, incarnazione precoce del divo hollywoodiano bello e tormentato, tutto feste e malinconia, amato dalle donne, invidiato dagli uomini, dotato di un carisma fuori dal comune. Fu per sua stessa ammissione un uomo molto volubile, che oscillava tra il bene e il male, difficilmente descrivibile. Da questa sorta di auto-descrizione si evince la natura estremamente poliedrica del barone inglese, dotato di una capacità riflessiva straordinaria e di un finissimo talento descrittivo, tutte caratteristiche che si riversarono nelle sue opere. Nonostante sia stato semplicisticamente identificato con la figura dell’ “Eroe Byroniano”, cosa che contribuì ad aumentare il suo fascino, in realtà tale identificazione fu estremamente riduttiva.

Titanismo, erotismo e passione per l’esotico

La personalità istrionica di Byron emerge in tutti i suoi componimenti, affiancata da un tetro sconforto e un sentimento di profonda insofferenza nei riguardi delle istituzioni. La sua poetica era infatti brillante, dotata di arguzia, di una profonda ironia e di una vena satirica. Nelle sue opere il barone si destreggia tra un linguaggio pomposo e retorico e un modo di esprimersi più colloquiale, con un divertito sarcasmo. Emblemi di questa poliedricità sono i suoi capolavori: Childe Harold’s Pilgrimage e Don Juan.

Percy Bysshe Shelley: il poeta profeta

Più di tutti, tra quelli della seconda generazione, è stato il poeta dell’interiorità, animato da una soggettività emotiva quasi esasperata, che attraverso uno slancio lirico abbagliante si proiettava in una dimensione astratta e mistica. Una poesia fatta di idee, che si perde tra le molteplici ispirazioni derivanti dall’arte, dalla mitologia e dalla letteratura classica. Una poesia che, nonostante gli slanci ideali, rimaneva ben ancorata all’esperienza umana, che secondo Percy poteva trovare la salvezza attraverso la forza eterna delle parole.

I “misconosciuti legislatori del mondo”

Il legame che si instaura tra il mondo reale e quello ideale è ciò che rende un uomo un poeta, un essere capace di cogliere il legame tra la bellezza e la verità. In quest’ottica Percy Shelley fu il più radicale, facendo coincidere l’arte della poesia con quella della profezia. Con le sue parole il poeta può proiettare l’umanità verso il futuro, verso una nuova età civile. E proprio in questa ottica si inseriscono le sue opere; La regina Mab, Prometheus Unbound, Ozymandias, The Masque of Anarchy e Ode to the west wind, tutte caratterizzate da un profondo attivismo morale e politico.

John Keats: il culto della bellezza

Rappresentante di una bellezza in sé e per sé, Keats si avvicina immensamente al mondo ellenico. Inizialmente disprezzato dalla critica per la sua vena incompiuta, col tempo il suo lirismo mostrò un talento puramente “pittorico” nel modo di fare poesia. Rispetto agli altri esponenti della seconda generazione, la sua poesia fu caratterizzata da un’urgenza impellente, una voglia spasmodica di vivere e di cogliere la bellezza, prima di essere raggiunto dalla morte.

“….Vidi anche re e principi pallidi, pallidi guerrieri,
tutti erano pallidi come la morte: “La belle dame sans merci”, gridavano, “Ti ha reso schiavo”.
[…] Ed ecco dunque perché dimoro qui, vagando pallido solo,
Anche se sono avvizziti i giunchi del lago,
E nessun uccello canta.” (La belle dame sans merci)

“La più impoetica di tutte le creature”

“Essere nell’incertezza, nel mistero, nel dubbio senza l’impazienza di correre dietro ai fatti e alla ragione”: per Keats queste erano le capacità di un poeta. Questa abilità, da lui definita Capacità Negativa, lo porta a riempire con l’immaginazione un io svuotato e afflitto dall’incertezza. È una celebrazione della vulnerabilità, con la quale l’uomo deve approcciarsi al mondo, provando a dare un senso momentaneo alle cose.

Altre informazioni e curiosità sui poeti della seconda generazione romantica

Quali sono le caratteristiche comuni della seconda generazione romantica?

I tre poeti, pur essendo molto diversi, sono accomunati da alcuni tratti fondamentali: una profonda disillusione nei confronti della realtà politica e sociale post-rivoluzionaria; un atteggiamento di ribellione contro le convenzioni sociali e letterarie; l’esilio volontario dall’Inghilterra (tutti e tre morirono in terra straniera) e, tragicamente, una morte prematura che ha contribuito a cementare il loro mito.

Cosa si intende per Eroe Byroniano?

L’Eroe Byroniano è un personaggio archetipico che appare nelle opere di Lord Byron (come Childe Harold o Manfred). È una figura affascinante, intelligente, malinconica e tormentata da un misterioso peccato passato. È un ribelle orgoglioso e solitario che si pone al di fuori delle regole della società, seguendo unicamente il proprio codice morale. Questo personaggio ha avuto un’enorme influenza sulla letteratura successiva.

Qual è il significato di “la bellezza è verità, la verità è bellezza” in Keats?

Questa celebre frase, che chiude la sua “Ode su un’urna greca”, riassume il pensiero di John Keats. Per il poeta, l’esperienza della bellezza, colta attraverso l’arte o la natura, è l’unica forma di conoscenza superiore e duratura a cui l’essere umano può aspirare. In un mondo dominato dal dolore e dalla caducità, la bellezza catturata dall’arte diventa l’unica verità eterna e consolatoria.

“Fai di me la tua lira, come lo è la foresta:
non importa se le mie foglie cadono come le sue!
Il tumulto delle tue possenti armonie
Prenderà da entrambi un profondo tono autunnale, dolce seppure nella tristezza.” (Ode to the West Wind)

Fonte Immagine di Copertina per l’articolo sui poeti della seconda generazione romantica: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 04/09/2025

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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