La sirenetta di Andersen, una fiaba sull’amore impossibile

La sirenetta di Andersen

La sirenetta è una delle fiabe più celebri di Hans Christian Andersen, nonché una delle più struggenti storie d’amore entrate nell’immaginario collettivo

Le fiabe sono da sempre narrazioni che al loro interno contengono messaggi da tramandare a chi le ascolta, nel rispetto di una narrazione orale che si presuppone didascalica. Ma è anche vero il fatto che molte di esse raccontano storie d’amore memorabili e struggenti come nella più celebre tra le fiabe di Hans Christian Andersen: La sirenetta.

La sirenetta di Andersen, trama

La sirenetta è una giovane fanciulla dal busto di donna e dalla coda di pesce che vive in un sontuoso palazzo assieme al padre, vedovo e sovrano del regno dei mari, alla nonna e alle cinque sorelle maggiori. Le usanze delle sirene prevedono che esse possano liberamente salire sulla superficie del mare per esplorare il mondo degli uomini, una volta compiuti quindici anni. La protagonista è desiderosa di divenire presto maggiorenne e ascolta affascinata i racconti delle sorelle che già godono di questo privilegio.

Il grande giorno arriva e la sirenetta compie quindici anni. Una volta salita in superficie la prima cosa che vede è una nave con a bordo un giovane principe, di cui si innamora perdutamente. Ma all’improvviso si scatena una tempesta che rovescia la nave e il suo equipaggio. Il principe sta sprofondando nell’acqua, ma viene salvato dalla sirenetta che lo porta sulle rive di una spiaggia dove sorge un monastero. Appena nota che da quell’edificio accorrono delle fanciulle, la sirenetta si nasconde dietro una scogliera, rincuorata nel vedere il suo amato soccorso.

I giorni passano. La malinconia e la tristezza pervadono il viso della ragazza, a tratti inconsolabile. Le capita spesso di stringere un busto di marmo raffigurante un uomo che somiglia tanto al suo principe e di risalire soltanto per osservare il palazzo dove abita il principe. La nonna le spiega che, a differenza degli uomini, le sirene possono vivere fino a 300 anni ma, non avendo un’anima immortale, una volta morte si dissolvono in schiuma di mare. La sirenetta è però disposta a tutto pur di ottenere un’anima e di coronare il proprio sogno d’amore. Decide così di recarsi nella dimora della strega del mare.

La strega è già a conoscenza di ciò che la fanciulla vuole e le prepara una pozione magica, grazie alla quale potrà tramutare la sua coda di pesce in due gambe da donna. Ma l’avverte che quando la berrà proverà un dolore terribile, come se fosse pugnalata da più persone e che se il principe non si innamorerà di lei prima del giorno dopo si dissolverà in schiuma. Inoltre, ogni volta che camminerà avrà la sensazione di essere trafitta da coltelli affilati. Il prezzo che la strega chiede alla sirenetta è la sua voce e così le taglia la lingua, togliendole la possibilità di esprimersi a parole.

Giunta in superficie, la giovane beve la pozione e si ritrova su una spiaggia, dove il principe la soccorre e la ospita nella sua dimora. Si affeziona a lei, pur non riuscendo a capire il motivo per cui ella non parli. Di contro la sirenetta, avendo rinunciato alla propria voce, non sa come dichiarargli i propri sentimenti.

Un giorno il principe, esortato dai genitori, si reca in un regno vicino in cerca di una moglie. La figlia del sovrano di quel regno viene riconosciuta dal ragazzo come colei che lo salvò dal naufragio e decide di sposarla. Il cuore della sirenetta si spezza inevitabilmente.

Le nozze si svolgono su di una barca adornata e i festeggiamenti durano tutta la notte. La sirenetta osserva sul parapetto l’alba incombente, quando dal mare compaiono le sue sorelle. Esse hanno dato i loro lunghi capelli alla strega del mare in cambio di un pugnale, con il quale la giovane deve uccidere il principe. Dovrà poi bagnare i piedi con il sangue che sgorga dalla ferita, in modo da riacquistare la sua coda.

La giovane però non ha il coraggio di andare fino in fondo e si lascia morire gettandosi in acqua.  Tuttavia, invece di trasformarsi in schiuma di mare, viene assunta in cielo dalle figlie dell’aria, esseri sovrannaturali impietositi dalla triste vicenda che la fanno divenire una di loro, permettendole di andare in paradiso e di possedere un’anima.

La sirenetta, un riflesso di Andersen

La sirenetta è una fiaba che da sempre affascina chi la legge e chi la ascolta dalle bocche di madri e nonne che ancora si dedicano al rituale di raccontare a figli e nipoti storie sospese e lontane da questa realtà.

Si intravede subito tra le tante tematiche quella della diversità, che Andersen inserisce spesso nelle sue fiabe. Qui è rappresentata da un amore tra due esseri diversi, una creatura marina e un uomo. Un amore reso impossibile dal mutismo della protagonista e in questo particolare si è voluto vedere una trasfigurazione dell’omosessualità dell’autore.

La vita di Andersen non è mai stata facile. Fin dall’infanzia è stato obbligato a tenere occultati, nel profondo dell’anima, le inclinazioni del suo carattere che sono venuti fuori una volta divenuto adulto. Quando Andersen pubblicò La sirenetta all’interno della raccolta di fiabe del 1836 alcuni mesi dopo si sposò l’amico Edvard Collin, verso il quale provava una forte attrazione come dimostrano le lettere che lo stesso Andersen scrisse al suo indirizzo tra il 1844 e il 1849.

Come la sirenetta è impossibilitata nel poter esprimere i suoi sentimenti verso l’uomo che ama, allo stesso modo Andersen non poté mai dire a Edvard che i suoi di sentimenti andassero ben oltre una semplice amicizia tra uomini. La fiaba è quindi uno specchio riflesso, un’allegoria dell’infelice passione che travolse Andersen lasciandolo devastato e sconfortato.

Eppure in questo episodio si capisce il modus operandi adottato da Andersen nello scrivere le sue fiabe e che lo differenziava da autori del suo tempo. Come ben spiega Gianni Rodari nella prefazione all’edizione Einaudi delle fiabe di Andersen del 1970 a differenza dei fratelli Grimm, che attingevano dal folklore del popolo tedesco, l’autore danese era uno dei pochi che faceva riferimento a eventi della sua vita vissuta che poi rielaborava, tramite la lente della similitudine.

Quando amare equivale a soffrire

Un’altra interpretazione che si può conferire a La sirenetta di Andersen riguarda quelle che, nel linguaggio comune, chiamiamo le “follie d’amore”.

Quante volte siamo disposti a compiere azioni fuori dalla nostra portata, pur di conquistare il cuore della persona che amiamo? È quello che la sirenetta fa, pur di vivere la sua vita da donna accanto all’uomo di cui è perdutamente innamorata.

Per amore si soffre, quasi come se si stesse camminando su una lunga fila di coltelli appuntiti e sopportando il dolore in silenzio. E quando quell’amore non sboccia, quando si consuma in una sola fiammata o, peggio ancora, viene tradito e incompreso, come fa il principe, allora la sofferenza è maggiore e alcune volte irreparabile. La mente di noi lettori moderni non riesce a non vedere nella triste storia della sirenetta una similitudine con tante e troppe storie di persone, soprattutto giovani, che si consumano fisicamente e moralmente per una persona che non li capisce o li ignora portandole, alcune volte, a una soluzione estrema. Un po’ come il sacrificio della sirenetta che, non volendo rinunciare al suo amore, butta via il pugnale con cui avrebbe dovuto uccidere il principe per gettarsi in mare.

L’insegnamento moderno, che questa fiaba dà ai suoi lettori, è quella di non struggersi troppo per le persone che non ci meritano e di voler bene prima di tutto a noi stessi e a chi ci sta intorno. Non vale la pena farsi e fare del male per qualcuno che, alla fine, ci considera poco o niente.

Trasposizioni moderne della fiaba

La fiaba di Andersen è stata riletta in moltissime versioni. Come nel già citato film Disney La Sirenetta del 1989 che, secondo la filosofia della casa di Topolino, elimina gli aspetti più tragici e l’atmosfera cupa del racconto di Andersen in favore della classica storia a lieto fine, che rende felici mamme e figli. Restando sempre nell’ambito dell’animazione va citato La sirenetta – La più bella favola di Andersen, prodotto dalla Toei Animation nel 1975 che invece è fedele, in tutti i suoi aspetti, alla fiaba originale. Per quanto concerne il cinema non si può non citare Splash, una sirenetta a Manhattan, film diretto da Ron Howard con Tom Hanks e Daryl Hannah che trasferisce tutti gli elementi della fiaba nella cornice della New York degli anni ’80.

Ma la testimonianza più evidente del fascino esercitato dalla fiaba di Andersen è rappresentata dalla statua in bronzo della sirenetta, scolpita nel 1913 da Edvard Eriksen e posta all’ingresso del porto di Copenaghen. Con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte e verso quel mare che un tempo era la sua dimora, la sirenetta accoglie le navi che giungono sulle rive danesi, con lo sguardo mesto e speranzoso al pensiero che da una delle tante imbarcazioni possa scendere il principe che ha tanto amato.

Immagine copertina: Pixabay

 

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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