La presenza della cultura greca nell’arte romana divenne dominante a partire dal 146 a.C., quando Roma sottomise la Grecia, trasformandola nella provincia di Acaia. Questo evento segnò l’inizio di un profondo processo di ellenizzazione che non fu una semplice imitazione, ma una complessa fusione di stili e ideali, dando vita a quella che oggi conosciamo come cultura classica.
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Confronto tra arte greca e romana: influenze e differenze
| Arte greca (il modello) | Arte romana (l’interpretazione) |
|---|---|
| Scultura: ricerca della bellezza ideale, perfezione anatomica, ritratti idealizzati di dèi ed eroi. | Scultura: adozione dei canoni greci ma con un forte realismo (ritratto veristico), finalità celebrativa e politica. |
| Architettura: focalizzata sul tempio e sull’equilibrio delle proporzioni (ordini dorico, ionico, corinzio). | Architettura: orientata all’utilità pubblica e alla grandiosità (strade, acquedotti). Innovazione con arco, volta e cemento. |
| Pittura: nota principalmente attraverso le ceramiche e le fonti letterarie, con scene mitologiche. | Pittura: sviluppa stili parietali per decorare le domus, con paesaggi, scene di vita quotidiana e illusionismo prospettico. |
Influenza greca nella scultura romana: tra idealizzazione e realismo
L’influenza della cultura greca sull’arte romana è particolarmente evidente nella scultura. I romani ammiravano e importavano in massa le opere greche, facendone realizzare numerose copie. Adottarono canoni come la ricerca della posa perfetta attraverso il chiasmo: una tecnica che bilancia il movimento del corpo, come si vede in capolavori quali il Doriforo di Policleto. Anche il panneggio, ovvero il modo realistico di rappresentare le pieghe delle vesti, fu un elemento ereditato. La grande differenza risiedeva però nello scopo: mentre i greci cercavano la bellezza ideale, i romani introdussero il ritratto veristico, che rappresentava gli individui, specialmente politici e imperatori, con un realismo a volte brutale, evidenziandone rughe e imperfezioni come segno di esperienza e autorevolezza.
Pittura romana: una fusione tra etruschi e greci
Sebbene la scultura fu inizialmente predominante, i romani svilupparono un profondo interesse per la pittura, ispirandosi sia ai greci sia agli etruschi. Inizialmente usata per adornare i templi, la pittura si trasferì presto sulle pareti delle domus patrizie, evolvendosi in stili complessi. Imperatori come Giulio Cesare e Augusto furono grandi estimatori dell’arte greca. La pittura romana, tuttavia, non fu una semplice copia: essa creò un linguaggio autonomo, sviluppando la prospettiva e rappresentando scene di vita quotidiana e paesaggi idilliaci, come testimoniano gli affreschi di Pompei ed Ercolano.
Architettura: la rivoluzione romana tra pragmatismo e innovazione
Nell’architettura, la cultura greca ebbe un’influenza più formale che strutturale. Mentre i greci ricercavano la perfezione estetica e l’equilibrio delle proporzioni nei loro templi, i romani miravano soprattutto all’utilità e alla funzionalità. La vera rivoluzione romana fu tecnologica: l’invenzione e l’uso sistematico dell’arco, della volta e del calcestruzzo (`opus caementicium`) permisero loro di costruire opere grandiose e durevoli come strade, acquedotti, ponti e anfiteatri. Come sottolineato dall’ente del Parco Archeologico del Colosseo, queste innovazioni consentirono la realizzazione di spazi interni vasti e complessi, impensabili per l’architettura greca basata sul sistema trilitico.
Le divinità: il pantheon greco adottato da Roma
Un ultimo, ma fondamentale, elemento che mostra l’influenza della cultura greca nell’arte romana è la rappresentazione delle divinità. L’arte religiosa romana fu profondamente ellenizzata. Le divinità romane, originariamente entità più astratte, assunsero l’aspetto, le storie e gli attributi delle divinità greche. Zeus divenne Giove, Hera Giunone, Ares Marte, e così via. I romani importarono non solo l’iconografia, ma anche i miti, adattandoli alla propria sensibilità e ai propri valori.
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Articolo aggiornato il: 19/09/2025

