La tomba perduta di Alessandro Magno: il segreto celato da anni

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La tomba perduta di Alessandro Magno è uno dei più grandi misteri del mondo antico. Nominato Magno (“Grande”) per le sue incredibili conquiste, dalla Grecia all’India, il suo mito si consolidò con la sua morte prematura e con l’enigma della sua sepoltura. Alessandro morì a Babilonia nel giugno del 323 a.C. a soli 33 anni, un evento che sconvolse il mondo antico e scatenò una lotta per il suo bene più prezioso: il suo corpo.

La morte del re e la contesa per le sue spoglie

Le cause della morte di Alessandro sono ancora dibattute: si ipotizzò il veleno, ma le teorie più accreditate parlano di malattie come malaria, tifo o pancreatite acuta. Subito dopo la sua morte, il suo corpo divenne il simbolo dell’unità dell’impero. I suoi generali, i Diadochi, iniziarono a contenderselo. Il reggente Perdicca intendeva portare il feretro in Macedonia, ma Tolomeo, astuto generale a cui era stato assegnato l’Egitto, aveva altri piani. Comprendendo l’immenso valore simbolico del corpo, lo intercettò e lo “dirottò” in Egitto. Possedere le spoglie del fondatore dell’impero significava, infatti, affermarsi come suo legittimo erede e consolidare il proprio potere.

Tappa Luogo, data e protagonista
Morte Babilonia, 323 a.C. Inizia la contesa tra i generali (Diadochi).
Prima sepoltura (temporanea) Menfi (Egitto), circa 321 a.C. Il corpo viene portato qui da Tolomeo I.
Sepoltura finale Alessandria d’Egitto, inizio III sec. a.C. Traslato da Tolomeo II Filadelfo nel mausoleo noto come “Sema” o “Soma”.
Scomparsa Alessandria d’Egitto, fine IV sec. d.C. Le fonti storiche smettono di menzionare la tomba.

La tomba ad Alessandria: il mausoleo “Sema” e le visite degli imperatori

Inizialmente il corpo di Alessandro fu sepolto a Menfi, ma questa fu una dimora transitoria. Tolomeo II Filadelfo lo trasferì ad Alessandria, la città che Alessandro aveva fondato e che stava diventando il nuovo centro del mondo ellenistico. Qui fu costruito un grandioso mausoleo, noto come il Sema o Soma (dal greco per “corpo”), che divenne una delle principali attrazioni del mondo antico. Diverse fonti antiche testimoniano le visite di grandi personaggi: nel 48 a.C. Giulio Cesare rese omaggio al condottiero, seguito anni dopo da Cleopatra. Anche Ottaviano Augusto visitò la tomba, deponendo una corona d’oro sulla salma. L’imperatore Caligola, invece, si dice abbia depredato la corazza di Alessandro.

La scomparsa della tomba: un mistero di duemila anni

Per evitare altri saccheggi, l’imperatore Settimio Severo (inizio III sec. d.C.) fece sigillare la tomba. Questa è una delle ultime menzioni chiare del mausoleo. Le fonti successive diventano vaghe. Secondo lo storico e geografo Strabone, la tomba si trovava nel quartiere reale, ma quest’area era immensa. Inoltre, Alessandria subì enormi trasformazioni, tra cui terremoti, tsunami e cambiamenti politici che ne alterarono la topografia. Già nel 400 d.C., quando Giovanni Crisostomo visitò la città, scrisse che nemmeno gli stessi alessandrini sapevano più dove si trovasse.

Le ricerche moderne: teorie e ultime scoperte

Nel corso dei secoli, sono stati fatti circa 140 tentativi ufficiali di localizzare la tomba. Sebbene la maggior parte degli studiosi concordi che i resti si trovino sotto la moderna Alessandria, esistono altre teorie. Una delle più discusse, come riportato da testate come National Geographic, è legata al grandioso tumulo di Anfipoli in Grecia, anche se non sono state trovate prove definitive. Nel 2019, l’archeologa greca Calliope Limneos-Papakosta, dopo anni di scavi nei giardini di Shallalat ad Alessandria, ha scoperto importanti resti del quartiere reale di epoca tolemaica e una statua in marmo di Alessandro. Queste scoperte, sebbene non siano la tomba, sono un passo fondamentale per mappare l’antica città e restringere il campo delle ricerche, alimentando la speranza che il più grande mistero del mondo antico possa un giorno essere svelato.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

Articolo aggiornato il: 13/09/2025

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