La via della seta: perché era importante?

La via della seta: perché era importante?

La via della seta è in realtà un nome collettivo che comprende diverse antiche via commerciali che in antichità collegavano la Cina con paesi dell’Asia centrale. Nel 1877 il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen coniò il concetto di via della seta per la rete di vie commerciali – che a partire dal I secolo a.C. – andò formandosi tra la Cina e Roma. La via della seta ha come punto di partenza le antiche capitali delle dinastie cinesi ovvero  Luoyang e Xi’An e, dopo aver attraversato il Fiume Giallo nei pressi di Lanzhou, percorre il Corridoio del Gansu; spingendosi fino ai deserti e alle montagne dell’Ovest.

L’origine della via della seta

Tale via è denominata così in quanto la seta – già nell’antica Roma – aveva un ruolo di prestigio; tant’è che la sua terra d’origine, all’altro capo delle vie commerciali, veniva definita Serica, ‘Terra della Seta’ e i suoi abitanti Seres. I Romani  in origine non sapevano da dove questo tessuto provenisse e come fosse prodotto, ma in poco tempo  ne divennero i principali consumatori  e fu proprio questo il motivo che spinse il senato romano ad emanare  diversi editti per proibire di indossare la seta, considerata parecchio costosa e immorale. Questa via aveva varie fermate e i viaggiatori non esperti  impiegavano un lasso di tempo abbastanza lungo per percorrerla (circa 3 mesi), mentre i corrieri imperiali che possedevano cavalli allenati  la attraversavano in circa dieci giorni. Questa via divenne il collegamento principale  tra Oriente e Occidente.

Nel I secolo, essa era talmente preziosa e ricercata (sembra che venisse pesata contro oro) da appesantire sensibilmente la bilancia commerciale romana. Furono probabilmente i Xiongnu i primi a vendere una parte della seta che gli giungeva come tributo dagli Han, all’ovest, da dove poi arrivava fino a Roma. Probabilmente solo poche carovane dovettero veramente stare in viaggio per quattro anni. La maggior parte di esse infatti non percorreva l’intera distanza della via della seta ma soltanto alcuni tratti; al termine del quale, poi, venivano vendute le loro mercanzie. Così furono soprattutto i mediatori, i Parti e i Sogdiani ad approfittare del commercio che si svolgeva lungo tale via. La lingua franca, sulle strade centroasiatiche, era il sogdiano. Nel suo periodo d’oro, prima che l’Asia centrale diventasse musulmana, tale via era percorsa per lo più da pellegrini e buddhisti che portavano la dottrina e i testi dall’India in Cina. Soltanto successivamente, ossia quando i Mongoli fondarono il loro impero mondiale, fu di nuovo possibile assicurare la relazione tra Europa e Cina. Col tramonto del dominio mongolo, anche l’epoca della via della seta ebbe però fine; e solo a partire dal XIX è stata riscoperta da studiosi come Ferdinand, Aurel Stein e Sven Hedin.

In conclusione, la via della seta è stata un’importante arteria di scambio umano, culturale ed economico che ha contribuito a plasmare il corso della storia mondiale. Ha promosso l’interazione tra diverse civiltà, arricchendo la conoscenza e rafforzando i legami tra i popoli. Il suo ricco lascito ci ricorda l’importanza del dialogo e della comprensione reciproca, elementi essenziali per un mondo più interconnesso e armonioso.

Immagine copertina: Wikipedia

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