La Vucciria, Renato Guttuso: un quadro iconico

La Vucciria di Renato Guttuso, un quadro iconico

Pochi artisti hanno l’abilità di racchiudere in un’opera d’arte tutta l’essenza di una città. Renato Guttuso è stato uno di questi. Nel dipinto a olio Vucciria è riuscito ad esprimere i colori e l’atmosfera che avvolgono Palermo e il suo centro città.

Renato Guttuso

Il pittore e politico Renato Guttuso nasce a Bagheria, una cittadina non lontana da Palermo, all’inizio dello scorso secolo. Fu uno dei più importanti esponenti della pittura neorealista italiana, una corrente nata nel secondo dopoguerra, fortemente politicizzata che si riconosceva nei principi ideologici della sinistra socialista e nel comunismo. Rimase fedele al suo credo politico fino alla fine della sua carriera, impegnandosi nel sociale e partecipando attivamente alla vita politica del paese. Tra il 1976 e il 1983, durante la segreteria di Enrico Berlinguer, lavorò come Senatore della Repubblica per due mandati.

La Vucciria: descrizione del quadro

La Vucciria di Renato Guttuso è una grande tela (3×3 m) conservata al museo del Palazzo Chiaramonte-Steri (comunemente chiamato Steri), nel centro di Palermo. Il capolavoro del maestro Renato Guttuso viene esposto non lontano dal mercato storico della Vucciria, che si trova a nemmeno 5 minuti a piedi dal museo.
Il termine vuccirìa viene dal francese boucherie, ovvero macelleria. La parola francese venne presto italianizzata, finendo per diventare bocceria e, di conseguenza, vuccirìa. Adesso la parola vuccirìa in siciliano ha assunto il significato di “trambusto”, “confusione”.
La scena del dipinto è ambientata in una delle strette stradine del mercato. Non possiamo dire con esattezza di quale via di tratta, perché in questo labirinto di vicoli e vicoletti una strada assomiglia a all’altra e ci si può perdere facilmente. La Vucciria qui sembra confusionaria e piena di colori, come lo sono i suk arabi. Non per niente questo mercato era stato realizzato durante la dominazione araba della Sicilia e ne conserva ancora la struttura.
La scena è sapientemente costruita, non esiste uno spazio vuoto e tutto sembra in movimento, ma si tratta solo di un caos apparente. Le merci, che a primo sguardo sembrano essere disposte in modo confusionario, hanno però un loro ordine; il pesce ha il suo posto a sinistra, in fondo vediamo le bancarelle con la frutta fresca, mentre a destra si vendono verdure e salumi. La stretta e vertiginosa strada piena di clienti e la carcassa appesa del bovino dividono la il quadro verticalmente in tre parti. Nascosto, in fondo alla scena in penombra sotto da una delle luci del mercato, vediamo il pittore, lo stesso Renato Guttuso che era frequentatore abituale del mercato.
La rappresentazione di una scena di vita quotidiana era un tema caro ai neorealisti, che volevano quanto più avvicinarsi alle classi sociali più disagiate e ne esprimevano i tratti nelle loro opere. Con questo dipinto il pittore Renato Guttuso riesce però ad arrivare al cuore di tutti i palermitani perché coglie l’anima della città nel suo volto popolare.

 

Fonte immagine in evidenza: Ado, analisidellopera.it

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