L’arte di strada verso il futuro: arte in continua evoluzione

arte di strada

L’arte di strada è un’arte divertente e colorata, con una propria storia che non ha nulla da invidiare all’arte classica.

Nasce negli Stati Uniti negli anni Cinquanta e Sessanta col graffitismo presentato come un movimento di protesta giovanile per diffondere messaggi politici e attivisti, con l’aiuto solo di disegni e colori. Dagli anni Ottanta in poi, non è più solo sinonimo di protesta ma diventa una vera e propria forma artistica che dà importanza anche all’espressività dell’artista. Nonostante per anni i graffiti siano stati identificati come atti di vandalismo e quindi rimossi, grazie all’evoluzione del movimento, si è riusciti ad accettarli come arte pubblica e a farla diventare una forma d’arte su cui investire, sia a livello privato che pubblico.

L’arte di strada ha permesso così a palazzi, strade, fermate dell’autobus di denunciare un problema, un’ingiustizia, di sensibilizzare la popolazione o raccontare una storia. Sin dai primi lavori, gli artisti hanno capito le potenzialità delle città osservando porzioni e angoli isolati che prima apparivano invisibili, trasformando così quartieri ed area urbane in musei a cielo aperto, un palcoscenico in continua evoluzione in cui la società rappresenta sé stessa.

L’arte di strada considerata come “Arte Pubblica”

Negli ultimi anni sempre più aziende richiedono street artist per realizzare opere su grandi superfici. La chiamano “mural advertising”, una pubblicità che utilizza l’arte di strada per far recepire il messaggio del lavoro nell’immediato.
Grazie ai nuovi modi di percepire questa arte si è potuto pensare anche all’investimento in progetti, come ad esempio il processo di riqualificazione, pensato per dare una nuova vita ad aree della città che, anche se non particolarmente degradate, hanno bisogno di affermare una propria identità.
Non è raro imbattersi in articoli che promuovono questa tipologia di arte come strumento per riqualificare quartieri periferici o borghi abbandonati. Un famoso esempio italiano è un piccolo comune della Sardegna, San Gavino Monreale. Quest’ultimo ha una storia antichissima alle spalle ma da qualche anno è rifiorito proprio grazie a questa tecnica. Un movimento artistico composto da personalità internazionali, come Giorgio Casu, ha ridato vita alle sue mura riempendole di disegni e colori, favorendo così anche il turismo della città. L’urban design, col tempo, si è trasformato in un settore pieno di opportunità, ricco di sperimentazione che ci obbliga ad immaginare la città del futuro. L’interconnessione nella smart city potrà, quindi, portare servizi proprio passando attraverso l’abbellimento dei luoghi pubblici, coniugando arte, bellezza e tecnologia, ridando vita a tesori che per tanto tempo sono rimasti nascosti agli occhi di tutti.

“Il muro, come si sa, invoca la scrittura: non c’è un muro, in città, senza graffiti. È in qualche modo il supporto stesso a detenere un’energia di scrittura, è lui che scrive e questa scrittura mi guarda: non c’è niente di più “guardone” di un muro scritto, perché nulla viene guardato o letto con maggiore intensità” – Barthes

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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