4 dipinti di Masaccio, il primo pittore rinascimentale

Masaccio è considerato il primo grande pittore del Rinascimento italiano per aver applicato alla pittura le rivoluzionarie scoperte sulla prospettiva e per aver dato alle figure umane un realismo e una solidità mai visti prima. Nato a San Giovanni Valdarno nel 1401 e morto a soli 27 anni, seppe assimilare la lezione di Giotto e le innovazioni dello scultore Donatello e dell’architetto Brunelleschi, cambiando per sempre il corso della storia dell’arte.

Le innovazioni di Masaccio: prospettiva, luce e realismo

La grandezza di Masaccio, definito da Giorgio Vasari come colui che “fu il primo che lavorasse le figure che camminano in sulla pianta de’ piedi”, risiede in tre elementi fondamentali. Per primo, fu il primo pittore ad applicare rigorosamente le regole della prospettiva lineare centrica teorizzate da Brunelleschi, creando uno spazio illusionistico e misurabile. In secondo luogo, usò il chiaroscuro non come semplice decorazione, ma per dare volume e solidità plastica ai corpi, modellandoli con una luce realistica che proviene da una fonte precisa. Infine, abbandonò le figure idealizzate del gotico per rappresentare un’umanità vera, con un’espressività drammatica e una monumentalità che trae ispirazione dalla scultura di Donatello.

I 4 dipinti fondamentali di Masaccio

Nonostante la sua breve vita, Masaccio ha lasciato dei capolavori che sono diventati un modello per tutti gli artisti successivi, incluso Michelangelo. Ecco le opere che meglio rappresentano la sua rivoluzione pittorica.

I capolavori di Masaccio: opera e innovazione chiave

Opera e ubicazione Innovazione chiave
Trittico di San Giovenale (Museo Masaccio, Reggello) Primo uso coerente della prospettiva per unificare lo spazio.
Sant’Anna Metterza (Galleria degli Uffizi, Firenze) Creazione di un volume monumentale e realistico delle figure attraverso la luce.
Cacciata dal Paradiso (Cappella Brancacci, Firenze) Rappresentazione di un’espressività umana drammatica e universale.
La Trinità (Basilica di Santa Maria Novella, Firenze) Applicazione perfetta e illusionistica della prospettiva lineare centrica in pittura.

Trittico di San Giovenale (1422)

Il Trittico di San Giovenale, conservato al Museo Masaccio di Cascia di Reggello, è la prima opera attribuita con certezza al pittore. Nonostante alcuni elementi ancora legati allo stile tardogotico, l’opera è rivoluzionaria per come Masaccio unifica lo spazio delle tre tavole attraverso un primo, istintivo uso della prospettiva. Le figure hanno un volume e una fisicità che richiamano Giotto, ma sono collocate in uno spazio più realistico e misurabile.

Trittico di San Giovenale di Masaccio

Sant’Anna Metterza (1424-25)

La Sant’Anna Metterza, oggi alla Galleria degli Uffizi, segna un punto di svolta. Dipinta in collaborazione con Masolino, l’opera evidenzia le differenze tra i due: mentre l’angelo e Sant’Anna di Masolino sono ancora eleganti e gotici, la Vergine e il Bambino di Masaccio emergono con una potenza scultorea. Il corpo del Bambino è solido e realistico, e la figura di Maria, avvolta in un panneggio monumentale, occupa lo spazio con un volume mai visto prima.

Sant'Anna Metterza, dipinto di Masaccio e Masolino

Cacciata dal Paradiso Terrestre (1424-25)

La Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre è uno degli affreschi più iconici della Cappella Brancacci a Firenze. Qui Masaccio raggiunge un vertice di espressività drammatica. I corpi di Adamo ed Eva non sono figure idealizzate, ma corpi appesantiti dal dolore e dalla vergogna. Il grido disperato di Eva e il volto coperto di Adamo comunicano un patetismo universale, reso ancora più potente dalla luce cruda che ne svela la fisicità e la sofferenza.

La cacciata di Adamo ed Eva, affresco di Masaccio nella Cappella Brancacci

La Trinità (1426-28)

L’affresco de La Trinità nella basilica di Santa Maria Novella è il manifesto della pittura rinascimentale. Masaccio crea una perfetta architettura illusionistica, una cappella dipinta che sembra sfondare il muro. L’applicazione della prospettiva lineare con un unico punto di fuga, posto all’altezza dello sguardo dello spettatore, è magistrale. Le figure sono disposte in profondità con un rigore matematico, creando una composizione piramidale che guida lo sguardo dal mondo terreno (i committenti) a quello divino, in un percorso di Fede e razionalità tipico dell’Umanesimo, come spiegato anche dall’enciclopedia Treccani.

La Trinità di Masaccio a Santa Maria Novella

Fonte Immagini: Wikimedia Commons
Fonte Immagine di Copertina: Flickr

Articolo aggiornato il: 27/09/2025

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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