L’arte etrusca, prodotta dall’antico popolo stanziato in Etruria, rappresenta una delle espressioni artistiche più originali dell’Italia preromana. Sviluppatasi tra il IX e il I secolo a.C. in un territorio compreso tra Arno e Tevere, si distingue per la sua profonda connessione con la sfera religiosa e funeraria, una spiccata vitalità e una straordinaria abilità nella lavorazione dei metalli e della terracotta. Sebbene influenzata dai contatti con la Grecia e il Vicino Oriente, ha sempre mantenuto un carattere autonomo e riconoscibile.
Indice dei contenuti
- Caratteristiche principali dell’arte etrusca
- Il periodo villanoviano (ix-viii secolo a.c.)
- Il periodo orientalizzante (fine viii-vii secolo a.c.)
- Il periodo arcaico (vi-v secolo a.c.)
- Il periodo classico (v-iv secolo a.c.)
- Il periodo ellenistico (iii-i secolo a.c.)
- L’oreficeria: una tecnica raffinata
Caratteristiche principali dell’arte etrusca
Caratteristica | Descrizione |
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Scopo religioso e funerario | La maggior parte delle opere (pitture tombali, sarcofagi, corredi) era legata al culto dei morti e alla celebrazione della vita nell’aldilà. |
Vitalità e realismo espressivo | A differenza dell’idealizzazione greca, l’arte etrusca predilige il movimento, l’espressività e la rappresentazione di scene di vita quotidiana. |
Abilità artigianale | Eccellenza nella lavorazione della terracotta (coroplastica), del bronzo (cistae, specchi) e dell’oro (oreficeria a granulazione). |
Influenze esterne rielaborate | Assimilazione di stili greci e orientali, ma sempre rielaborati secondo un gusto e una sensibilità propriamente locali. |
Il periodo villanoviano (ix-viii secolo a.c.)
Il periodo villanoviano, compreso tra il IX e l’VIII secolo a.C., si caratterizza per la notevole enfasi data all’arte funeraria. I corredi sono perlopiù sobri, con urne cinerarie biconiche o a forma di capanna e ceramiche d’impasto decorate con motivi geometrici incisi. Per questo motivo, il periodo è noto anche come “geometrico”.
Il periodo orientalizzante (fine viii-vii secolo a.c.)
Tra la fine dell’VIII e il VII secolo a.C., gli etruschi intensificarono i contatti con civiltà diverse, importando merci dalla Grecia e dal Vicino Oriente. Le produzioni artistiche di questa fase vedono prevalere elementi ornamentali e figure di animali reali o fantastici, a differenza della contemporanea arte greca dove prevaleva l’aspetto narrativo.
Il periodo arcaico (vi-v secolo a.c.)
Il periodo arcaico (VI-V secolo a.C.) vede l’emergere della dodecapoli etrusca e di una nuova organizzazione politica oligarchica. L’edilizia si sviluppa con la costruzione di templi decorati da vivaci terrecotte architettoniche. È l’epoca di capolavori assoluti come l’Apollo di Veio e il celebre Sarcofago degli Sposi, entrambi esempi straordinari di scultura in terracotta che esprimono un sorriso e una vitalità unici, oggi conservati presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.
Il periodo classico (v-iv secolo a.c.)
Il periodo classico (V-IV secolo a.C.) fu segnato da una crisi politica, ma non artistica. La lavorazione del bronzo raggiunse vertici di altissima qualità, come dimostra la celebre Chimera di Arezzo, un capolavoro di dinamismo e tensione drammatica, definita dall’Enciclopedia Treccani un’opera fondamentale dell’arte italica. Caratteristici di questo periodo sono anche gli specchi in bronzo, finemente decorati con scene mitologiche incise o a rilievo.
Il periodo ellenistico (iii-i secolo a.c.)
Il periodo ellenistico, che ha inizio dopo la progressiva romanizzazione, riprende la tradizione artigianale nella produzione di urne e sarcofagi. Le urne iniziarono ad essere prodotte con la tecnica dello stampo e dipinte con colori vivaci. I materiali utilizzati variavano dall’alabastro al tufo e, in base alla committenza, cambiavano le tematiche dei rilievi: per le classi alte erano frequenti i temi legati alla mitologia greca, per quelle più modeste i temi erano più locali.
L’oreficeria: una tecnica raffinata
Gli etruschi furono anche orefici eccezionali. Gli artigiani erano abili lavoratori di metalli preziosi, utilizzando tecniche raffinate come la granulazione e la filigrana. Gli oggetti prodotti, destinati soprattutto ai corredi funebri, variavano a seconda della classe sociale. Tipici dell’oreficeria etrusca erano gli orecchini a bauletto e le corone con foglie in lamina d’oro.