Le preposizioni: la loro funzione e l’uso corretto nelle frasi

Le preposizioni: la loro funzione e l uso corretto nelle frasi

Le preposizioni fanno parte della categoria delle parole “non variabili” (cioè che non variano per genere e numero) dell’italiano. In questo articolo andremo ad analizzare le loro funzioni ed il loro uso corretto.

Le preposizioni: la loro funzione e l’uso corretto nelle frasi

Le preposizioni hanno come funzione quella di creare un legame tra parole o frasi. Quando una preposizione unisce due parole all’interno di una stessa frase introduce un complemento; quando invece unisce due frasi, introduce una frase subordinata.

In italiano le preposizioni si dividono in tre categorie: proprie, improprie e locuzioni prepositive o preposizionali.

  • Le preposizioni proprie si dividono in semplici e articolate. Le preposizioni semplici sono: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra. Le articolate sono le preposizioni semplici che vengono unite ad un articolo, ad esempio: nel (in + il), del (di + il), sulla (su + la), e così via.
  • Le preposizioni improprie sono dette così perché sono alcuni avverbi, aggettivi, nomi che vengono usati come preposizioni: tranne, senza, eccetto, salvo, fuorché, causa, verso, contro, secondo, circa, intorno, vicino, presso, appresso, lungo, davanti, oltre, dopo, sopra, sotto, durante, mediante, dato, tramite, attraverso, ecc… Ad esempio: “Cammino lungo il fiume”; “Ci incontreremo dopo la pausa”.
  •  Le locuzioni prepositive o preposizionali sono gruppi di due o più parole, di cui l’ultima è sempre una preposizione, mentre la prima o le prime possono essere preposizioni, avverbi o modi avverbiali. Ad esempio: rispetto a, riguardo aattorno aa proposito di, in seguito afin daper effetto di, ecc…

 Gli articoli partitivi

Le preposizioni articolate non sono usate solamente in funzione di preposizioni vere e proprie (quindi per legare parole o frasi), ma anche come articoli partitivi, ovvero articoli che vengono usati con nomi di massa, ad esempio: “Compro dello zucchero”; “Bevo dell’acqua”, ecc…Ognuna di esse non ha un unico significato naturalmente, ma può averne diversi. Prendendo in esempio la preposizione semplice “di”, in base al contesto può indicare complementi di specificazione (“l’auto di Luca”), abbondanza (“un bel po’ di case”),privazione (“senza di te”), ecc… O ancora, con i mesi dell’anno o con i giorni della settimana assume significato di determinazione temporale, ad esempio in “di sabato”; “d’estate”.

Le preposizioni ed i verbi

La maggior difficoltà nel loro uso corretto, quindi, non sta solo nell’ampia varietà di significati che possono assumere, ma anche dalla reggenza o valenza del verbo. Un verbo può quindi richiedere obbligatoriamente una preposizione per esprimere un determinato significato. Ad esempio, il verbo “credere”, in italiano, ne regge diverse che ne possono modificare il senso: “credere in” ha significato di “avere fiducia in qualcuno o qualcosa”; “credere a” ha il significato di “prendere qualcosa per vero” e così via.

 

L’uso corretto delle preposizioni, quindi, sta principalmente nell’esperienza che un parlante ha nella lingua e nell’ampia conoscenza di quest’ultima, oltre che nella semplice teoria della lingua. Dobbiamo ricordare che quando si parla di “lingua”, non parliamo di un qualcosa di monolitico, ma di un qualcosa di vivo e in costante movimento.

 

Fonte immagine di copertina: pixabay.com

A proposito di Di Puorto Paolo

Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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