Se sei a Madrid oppure stai pianificando di andarci, non puoi non visitare uno dei musei più importanti del mondo: il Museo del Prado.
Il Museo del Prado, iscritto nella lista del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO, ospita le opere dei maggiori artisti spagnoli, ma anche italiani e fiamminghi. Tra le opere più affascinanti e importanti che possiamo incontrare all’interno del museo c’è quella del pioniere dell’arte moderna, ossia la Maya desnuda di Francisco de Goya.
CENNI SULL’AUTORE DELL’OPERA
Goya fu un artista che visse a cavallo tra due periodi molto importanti, il Neoclassicismo e il Romanticismo, come può testimoniare la sua grande varietà di opere artistiche. Le tematiche principali riguardano il rapporto tra il popolo e il potere, ma troviamo anche opere che ritraggono membri della famiglia reale e persone comuni. Tra le prime opere di Goya c’è la raccolta “Los caprichos” contente il disegno intitolato Il sonno della ragione genera mostri, in cui viene rappresentato un uomo che dorme, circondato da mostri, metafora del fatto che l’assenza di ragione porta a conseguenze negative. Inoltre, tra le sue opere, troviamo anche opere politiche: la più importante è La fucilazione del 3 maggio 1808 in cui Goya rappresenta il momento in cui le truppe napoleoniche entrarono a Madrid e fucilarono tutti gli spagnoli che avessero osato opporsi.
LA DESCRIZIONE DELLA MAYA DESNUDA
La Maya desnuda, o maja desnuda dallo spagnolo, è un dipinto posto vicino alla Maya vestida, o maja vestida, e ritrae una giovane nuda sdraiata su un divano. Il termine ‘maja’, infatti, indica una popolana a cui piace vestire elegante, non volendosi adattare alla sua vera condizione sociale, risultando bella ma allo stesso tempo molto provocante.
Per realizzare questo quadro Goya si ispirò ad altri dipinti del passato, in particolar modo a quelli di Tiziano, come la Danae, il Baccanale degli Andrii e Venere e Adone. L’opera fu realizzata tra il 1790 e 1800 e riuscì a sopravvivere al tribunale dell’Inquisizione che condannava la rappresentazione di un corpo nudo. Questo perché Goya diede un taglio realistico al dipinto: per evitare di suscitare scandali, gli artisti dovevano ispirarsi ai modelli classici quando si trattava di rappresentare nudi femminili. Goya, invece, accentua alcuni dettagli anatomici intimi, rendendo il dipinto ancora più realistico.
Non vi è alcuna certezza su chi abbia commissionato la realizzazione di questa opera, ma alcuni documenti testimoniano la presenza del quadro nella collezione del ministro Godoy, il quale si pensa volesse un ritratto della sua amante, Pepita Tudò, così nacque la Maya Desnuda. Il dipinto piacque così tanto che il ministro Godoy incaricò Goya di ricreare l’opera, ma ritraendo la donna vestita. Dopo essere stata giudicata oscena, l’opera fu confiscata dopo l’esilio del ministro. Fu nascosta per tanto tempo nell’Accademia de San Fernando, per poi essere esposta all’interno del Museo del Prado a partire dal 1901.
Immagine: Pixabay
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