L’influenza araba-romana in Spagna: tra arte e storia

L’influenza araba-romana in Spagna

L’influenza araba-romana ha fondamentalmente dato il via allo sviluppo della storia della Spagna; tuttavia, ciò che diversifica la gradualità e modalità di predominanza delle due popolazioni sul territorio spagnolo sta nel fatto che i romani hanno agito utilizzando ingegno, forza fisica e scaltrezza nelle loro campagne di conquista, mentre gli arabi, più che conquistare, hanno cercato di convivere con le popolazioni che già abitavano quei territori andando così, addirittura, a creare delle vere e proprie famiglie miste, dato che in Spagna erano giunti prevalentemente uomini senza portare con sé le loro donne.

Inoltre, l’influenza araba-romana si diversifica sotto alcuni aspetti, perché gli arabi, rispetto ai romani, erano giunti in Spagna in gruppi meno numerosi; questo è attestato dal fatto che i romani avevano un numero maggioritario di uomini a seguito delle guerre puniche combattute nei territori spagnoli. Infatti, con la Seconda Guerra Punica (218 a.C. – 205 a.C.), Scipione l’Africano si diresse, partendo dalla Francia, verso Sagunto per attaccarla e cacciare definitivamente i cartaginesi, con circa 15 000 uomini 9000 elefanti; fu a seguito della terza guerra punica che la Spagna venne divisa in due province: Ulteriore e Citeriore.

L’influenza araba-romana tuttavia è stata differente, in quanto i romani hanno apportato diverse modifiche all’assetto interno spagnolo, partendo innanzitutto da un’introduzione graduale del latino attraverso l’imposizione della religione cristiana come religione di Stato e l’uso di tale lingua a livello burocratico; per non parlare, successivamente, anche del fatto che era stata introdotta la leva militare obbligatoria, cui esponenti principali parlavano latino, per l’appunto. Quando si dice che la comparsa della lingua latina è stata graduale, si intende che l’uso di questo idioma è stato introdotto gradualmente nel quotidiano, proprio perché da un momento all’altro i giovani l’adoperavano in contesti anche sociali e familiari oltre che solo burocratici.

In secondo luogo, i romani sono stati protagonisti della costruzione di molti elementi architettonici, caratterizzanti il loro ingegno, in molte regioni spagnole come, ad esempio, a Castiglia e León, a Segovia, dove si hanno tracce ancora dell’acquedotto di Segovia, emblema dell’ingegneria romana, oppure Baelo Claudia a Tarifa (Cadice) e il complesso di Italica a Santiponce (Siviglia) che rappresentano i due complessi archeologici romani meglio conservati o ancora la costruzione di nuove città con nomi latini come Corduba (attuale Cordova) e Valentia (attuale Valencia).

Mentre l’influenza araba-romana per gli arabi è stata diversa perché gli arabi-musulmani arrivarono, innanzitutto, attraversando lo Stretto di Gibilterra, cui nome viene proprio dall’arabo da Jabal Ţāriq (Monte di Tariq).

Ma chi era Ţāriq? Sostanzialmente, era il condottiero berbero che attraversò e approdò sulle coste spagnole per la prima volta nel 711 a.C., da cui poi, di conseguenza, prese lo stesso nome lo stretto.

Come è stato precedentemente accennato, gli arabi sono stati molto più tolleranti nei confronti delle popolazioni che già vi vivevano, l’unico elemento che avevano introdotto fu il pagamento delle tasse da parte dei cristiani per poter vivere nei territori che avevano conquistato. Nello stesso anno in cui approdarono in Spagna, fondarono il cosiddetto califfato di Al-Andalus, che oggigiorno corrisponde all’Andalusia, in cui fu introdotta molta arte musulmana, che prese il nome di mozarabica, o ancora molte spezie, che ancora oggi vengono usate nella cucina spagnola, come semi di coriandolo, zenzero, cannella, melissa, dragoncello.

Tuttavia, l’influenza araba-romana ha colpito il lessico spagnolo; infatti, la maggioranza dei termini adoperati in lingua spagnola sono parole che vengono dall’arabo e che hanno assimilato ciò che in lingua araba originariamente era articolo + parola, ma, che, in seguito, è diventato un unico termine. Un esempio potrebbe essere il colore azul (azzurro) in arabo è أزرق (azraqa) o guitarra (chitarra) in arabo è قيثارة (qaytharu).

La presenza di questa popolazione iniziò a frammentarsi nel 1031 con la divisione dei territori del califfato in taífas, piccoli regni indipendenti, create con l’ingresso della dinastia Marwanide, che portò prosperità da un punto di vista letterario ma non economico. Infatti, essendo economicamente e politicamente deboli, le taífas divennero dipendenti dai re di Navarra e Castiglia, che imposero loro, inizialmente, delle imposte da pagare per vivere nei territori che originariamente erano spagnoli, ma in seguito adoperarono una politica riformatrice con l’Editto di Castiglia, che portò alla persecuzione dei musulmani ma anche degli ebrei e dei gitani, per poter riconquistare tutti i territori in mano araba e soprattutto per imporre il cristianesimo come religione di stato dato che i due re erano per l’appunto cristiani.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Di Nanni Rossella

Mi chiamo Rossella e sono una studentessa pugliese trasferitasi a Napoli per studiare lingue. Sono amante del buon cibo ,per questo mi definisco una buona forchetta, ma adoro viaggiare, quando e se posso, e anche leggere. Mi definisco una persona abbastanza schietta e precisa

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