Lo sviluppo della balbuzie: il bilinguismo contribuisce?

Lo sviluppo della balbuzie: il bilinguismo contribuisce?

In cosa consiste lo sviluppo della balbuzie?

La balbuzie è una disfluenza, un disordine nel ritmo del parlato, di un individuo che sa cosa vuole dire ma è incapace a causa della manifestazione di ripetizioni involontarie o prolungamenti dei suoni.  Colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, in particolare gli uomini in un rapporto 3:1 con le donne. Questa disfluenza può essere migliorata attraverso adeguati trattamenti e percorsi con professionisti. In questo articolo analizzeremo le cause dello sviluppo della balbuzie.

Qual è la relazione tra lo sviluppo della balbuzie e il bilinguismo?

Non c’è una netta relazione tra i due ma, giacché il 50% della popolazione è bilingue, e di questa fa parte l’1% colpito dalla balbuzie, c’è un’alta probabilità che chi è bilingue possa essere balbuziente. Infatti, sono stati fatti degli studi per dimostrare la relazione che intercorre tra queste due condizioni:
1. alcuni studi hanno esaminato un solo soggetto balbuziente bilingue;
2. altri studi hanno esaminato più soggetti solo una volta;
3. altri studi hanno esaminato o solo donne o solo uomini.
Purtroppo però, non essendo analisi equilibrate, esse non hanno avuto nessun riscontro, risultando inutilizzabili. Inoltre, ci sono anche degli altri fattori, oltre al bilinguismo, che possono essere causa di balbuzie, come i problemi di natura psicologica, l’età, le condizioni socio-economiche. 

Studi sullo sviluppo del  rapporto balbuzie-bilinguismo

Nonostante gli esiti poco accurati degli studi precedentemente citati, ne sono stati effettuati altri che hanno portato a dei progressi per spiegare la possibile relazione tra la balbuzie e il bilinguismo. 
Il primo è stato effettuato a Chicago nel 1937 da tre studiosi che hanno esaminato 5.000 ragazzi tra i 4 e i 18 anni. Il test consta di due parti: la lettura e la produzione orale. Ne emerge che i bambini che non parlavano in inglese, quindi che non erano completamente bilingui, sviluppavano la balbuzie (2.61%), i bambini che invece erano monolingui in inglese venivano colpiti con una percentuale minore. 
Da qui nasce la preoccupazione che con l’introduzione di una lingua seconda (L2) possa svilupparsi la disfluenza. 
Un altro studio del 1947 è stato svolto in Sud Africa da uno scienziato che ha preso in esame 10.000 ragazzi, e ha riscontrato che tra i bambini monolingui la balbuzie era dell’1,66% rispetto ai bambini bilingui in cui era del 2%. 
Un terzo studio del 2000 fatto da Au Yeung, ha osservato come il 26% dei bilingui balbettava e hanno iniziato a farlo con l’introduzione della L2.

Quali sono le ipotesi riguardo ai problemi che causano lo sviluppo della balbuzie?

Le cause dello sviluppo della balbuzie ipotizzate ad oggi sono principalmente due:
1. il sovraccarico sintattico o syntactic overload, che si verifica quando nell’individuo che cerca di riprodurre il suono avviene un sovraccarico che non gli consente di ordinare i suoni da riprodurre;
2. multi-loop-system. Secondo questa ipotesi il cervello produce la lingua seguendo un modello a cicli: uno esterno che riguarda la programmazione della lingua; uno interno che regola l’articolazione motoria dell’apparato fonatorio. Quindi, è possibile che tra i parlanti bilingui ci sia difficoltà nella coordinazione dei due livelli, che viene definita “instabilità”. L’instabilità che emerge da problemi a livello psico-emotivo, viene definita “instabilità emotiva” e prevede un sovraccarico emozionale. 
L’instabilità può anche essere legata all’ansia, come viene spiegato in uno studio condotto in Belgio nel 1960 da Mussafia che, lavorando a contatto con ragazzi figli di minatori trasferitisi in Belgio, aveva notato che il problema della balbuzie era emerso nel momento in cui si sono ritrovati a dover imparare la L2, ma in realtà il problema era pregresso e riguardava l’ansia da prestazione. 

I fattori scatenanti del bilinguismo simultaneo e del bilinguismo consecutivo

Innanzitutto, il bilinguismo simultaneo sviluppa dei sistemi separati per ogni lingua presente nel repertorio linguistico dell’individuo. Invece, il bilinguismo consecutivo si serve dell’uso da parte dei parlanti di una prima lingua per imparare la seconda. Degli studi hanno cercato di trovare la causa a questo genere di problema, che è spesso stato attribuito all’input e in particolare al code-mixing e al code-switching. Come dimostrano Lebrun e Paradis, l’input mescolato che i genitori offrono ai bambini può portare allo sviluppo della balbuzie. Questo non significa che il bilinguismo debba essere eliminato, al fine di evitare un’eventuale disfluenza, al contrario: si vuole dimostrare che se c’è una pregressa predisposizione alla balbuzie, il bilinguismo potrebbe farla venire fuori. 

Uno studio di Agius ha dimostrato che il problema della balbuzie in soggetti bilingui potrebbe derivare dalla difficoltà nella selezione del lessico. Nel suo studio esamina un bambino maltese e uno inglese: chi dei due usa maggiormente il code-mixing è proprio quello che balbetta.
Un altro problema potrebbe derivare dalla somiglianza tra la L1 e la L2 e dall’età: in particolare, è stato dimostrato che la balbuzie si manifesta principalmente in bambini/adolescenti e raramente negli adulti.

Cosa sono il code-mixing e il code-switching?

Il code-mixing consiste nel mescolare parole, frasi o espressioni di due lingue durante la conversazione, il code-switching consiste nel passare da una lingua all’altra mentre si parla. 

Fonte immagine: Wikicommons

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