Quando si parla di Maggio francese si fa riferimento all’insieme dei movimenti di rivolta spontanei di natura sociale, politica e culturale, indirizzati contro la società tradizionale, verificatisi a Parigi nel ’68.
Le cause del Maggio francese: una società in fermento
Tali moti spontanei partirono dagli studenti, i quali, maggiormente colpiti dalle vicende internazionali e nazionali, sentivano il bisogno di un sentimento emergente di ribellione che desse voce, seppur talvolta in maniera violenta, ad un gruppo sociale che fino a quel momento soffriva di un sentimento di abbandono nei confronti della società tutta.
Contro la società dei consumi, il capitalismo e l’autoritarismo
Alla base del Maggio francese vi era la volontà di mettere in discussione la società dei consumi, il capitalismo e più in generale ogni forma di potere autoritario, compreso quello esercitato all’interno delle università e delle fabbriche. Si contestava una società giudicata alienante, repressiva e conformista, che soffocava l’individuo e le sue aspirazioni.
L’influenza dei movimenti di protesta internazionali
Alla stregua dei movimenti culturali hippie americani, vi era un forte sentimento di liberalizzazione dei costumi e di emancipazione dai valori tradizionali “imposti”. Il Maggio francese, in quest’ottica, rappresenta un sentimento pervasivo e contagioso preso a carico in principio dagli studenti parigini, riflesso della volontà di trasformare il contesto circostante e le strutture sociali vigenti, percepite come opprimenti e non rappresentative. Il movimento si ispirava anche ad altre lotte di liberazione in corso nel mondo, come il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti, le proteste contro la guerra del Vietnam e la Primavera di Praga.
Dagli studenti agli operai: l’espansione della protesta
Le rivolte durarono per tutto il mese di maggio e se dapprima partirono con gli studenti, successivamente il Maggio francese coinvolse anche altre classi sociali come gli operai e altri lavoratori e cittadini. La scintilla che fece divampare la protesta fu l’occupazione dell’università di Nanterre e, successivamente, della Sorbona a Parigi, a seguito di scontri con la polizia. In breve tempo, la protesta si estese ad altre università e a numerose fabbriche, con scioperi e occupazioni.
Parigi in sciopero: un mese di rivolte e scontri
La città di Parigi fu bloccata e in sciopero per quasi tutto il mese di maggio, generando un notevole disagio e soprattutto suscitando una grandissima attenzione mediatica sia tra le mura domestiche che a livello internazionale. Il culmine della crisi fu raggiunto con gli accordi di Grenelle, siglati tra governo, sindacati e imprenditori, che prevedevano aumenti salariali e miglioramenti delle condizioni di lavoro.
Gli slogan del Maggio francese: un grido di libertà e di cambiamento
Il Maggio francese favorì anche una forma radicale e alternativa di espressione da parte delle nuove generazioni, che, riversandosi per le strade, trovarono nella forma d’arte dei graffiti un valido mezzo d’espressione. Gli slogan emblematici del Maggio francese e maggiormente impressi nella memoria collettiva, sono: «Sous les pavés, la plage» (Sotto i sampietrini c’è la spiaggia), «Il est interdit d’interdire» (Vietato vietare), «Jouissez sans entraves» (Godetevela senza freni) e «Cours camarade, le vieux monde est derrière toi» (Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro). Questi slogan, intrisi di ironia e di spirito di rivolta, sintetizzano perfettamente le aspirazioni e le rivendicazioni del movimento.
Il Maggio francese nel mondo: un’onda d’urto globale
Il ‘68 fu movimento di portata globale. Le università di tutto il mondo furono coinvolte e ognuna partecipò per motivi diversi.
Le università occupate: da Cape Town agli Stati Uniti
Per esempio, l’università di Cape Town in Sudafrica venne occupata per protestare contro l’esclusione dal corpo docenti di un’insegnante di colore. Anche negli Stati Uniti, in Germania, in Italia e in molti altri paesi si verificarono imponenti movimenti di protesta studentesca e operaia, ispirati in parte agli eventi francesi.
Il ruolo ambiguo dei media
I media giocarono un ruolo importante poiché furono un efficace mezzo di trasmissione delle notizie. Questi ultimi furono indispensabili per la diffusione del consenso a favore delle contestazioni. Nonostante ciò, i media stessi furono oggetto di polemica poiché i sessantottini ritenevano che appiattissero dissenso e ottundessero la mente.
Le conseguenze del Maggio francese: diritti, società e politica
C’è chi descrive il Maggio francese e in generale il ’68 come una rivolta di privilegiati, che godevano già dei diritti per cui avevano lottato altri al posto loro. Nei fatti, le rivolte accesero l’attenzione su temi importanti quali: l’appiattimento della disuguaglianza tra docenti e alunni, l’abolizione della cattedra sopraelevata e del crocifisso nelle scuole; posero l’attenzione per la prima volta in maniera concreta dopo la Seconda Guerra mondiale sul tema dei diritti umani (Conferenza di Teheran, a cui parteciparono anche i paesi del Terzo Mondo, Tribunale Russell per indagare i crimini di guerra commessi dagli Usa in Vietnam), la liberalizzazione sessuale e risvegliò le coscienze riguardo l’ambiente e la tutela di questo. Il Maggio francese ebbe anche importanti conseguenze politiche, portando alle dimissioni del generale De Gaulle l’anno successivo e aprendo la strada a una serie di riforme sociali.
L’eredità del Maggio Francese: un movimento che continua a ispirare
A distanza di oltre cinquant’anni, il Maggio francese rimane un evento di grande importanza storica e simbolica, che continua a ispirare movimenti di protesta e di cambiamento sociale in tutto il mondo. Le sue parole d’ordine, le sue immagini e le sue idee hanno lasciato un segno indelebile nella cultura e nella società contemporanea, e rappresentano ancora oggi un punto di riferimento per chi lotta per un mondo più giusto, libero e solidale.
Fonte Immagine: Pixabay
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