Manon Lescaut: la femme fatale di Prévost

Manon Lescaut: la femme fatale di Prévost

Antoine François Prévost, meglio conosciuto col nome di Abbé (Abate) Prévost, fu uno scrittore francese che ebbe una vita avventurosa, associata a quella dei suoi personaggi: dalla famiglia era stato destinato a diventare gesuita ma fuggì e diventò benedettino, andò in Inghilterra e diventò anglicano, ebbe molte donne e problemi economici, tant’è che spesso ideava dei progetti editoriali enormi solo per avere degli anticipi, che poi non concludeva. Scrisse tra ‘600 e ‘700 e il tema principale della sua opera è il sentimento, infatti con Prévost, in particolare coi personaggi Des Grieux e Manon Lescaut, si ha l’evidenza del cambiamento tra passione e sentimento: la letteratura classica conosceva la passione e gli veniva attribuito un potere nefasto, i personaggi che venivano colpiti dalla passione andavano poi incontro alla distruzione. A un certo punto, però, il concetto di passione cambia, viene rivalutato come legato alla riabilitazione della natura umana e viene paragonato al vento che muove le navi, senza passioni cioè l’uomo sarebbe inattivo come le navi senza vento. Nel Settecento questa rivalutazione diventa ancora più importante, perché la passione è vista in maniera dicotomica, può essere positiva e negativa, proprio come in Manon Lescaut.

Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du monde

Il ciclo romanzesco di Prévost è “Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du monde” che comincia ad apparire nel 1728; è un’opera narrativa enorme, molto complessa, piena di episodi, con grande attenzione data alla geografia e ai viaggi che compie il protagonista, Renoncour. Quest’ultimo è coinvolto nella rivoluzione inglese, imprigionato da un turco che lo tratta bene e apprezza il suo lavoro, infatti non è trattato da schiavo, finisce per innamorarsi della figlia del suo padrone. Fugge con lei, ma poco dopo morirà, pertanto Renoncour ritornerà nella famiglia di origine e poi in convento. Da una parte è, quindi, un picaro occupato dalla sopravvivenza, dalla fuga e dalle disavventure che gli capitano, ma allo stesso tempo è anche preso da questioni affettive, è un osservatore che ragiona su quello che vede. La concezione della passione all’inizio sembra quella classica, è travolgente quindi vive tutte queste disavventure perché la passione lo colpisce e lui la segue; nello stesso tempo c’è anche una sorta di ragionamento su ciò che la passione gli ha portato, un rimpianto, un ricordo. Non vede però la passione come qualcosa di totalmente negativo.

L’episodio finale del ciclo: Histoire de Manon Lescaut et du Chevalier Des Grieux

Nonostante si fosse esaurita la storia di Renoncour, Prévost aggiungerà un episodio conclusivo: “Histoire de Manon Lescaut et du Chevalier Des Grieux”. Renoncour viene tirato fuori dal convento da Prévost e diventa il ricevente, la persona che ascolta lo chevalier Des Grieux. La storia tratta dell’incontro tra Des Grieux e Manon Lescaut, fino alla morte di quest’ultima. I due giovanissimi erano destinati entrambi ad una vita ecclesiastica, si incontrano per caso durante la pausa di un viaggio. Des Grieux è immediatamente colpito da Manon, al punto da decidere immediatamente di fuggire con lei. La storia, però, nasce sotto dei cattivi auspici, in quanto non hanno soldi per potersi mantenere. Il problema principale non riguarda Des Grieux, che è pronto a risparmiare i suoi soldi e ad impegnarsi, ma Manon che invece è bellissima ed è attratta dalla vita parigina fatta di più facili piaceri. Manon troverà altri uomini disposti a mantenerla quindi abbandonerà Des Grieux per poter continuare la sua vita di donna mantenuta. In qualche modo lei vuole anche preservare l’innocenza del suo amato perché egli è un Cavaliere di Malta, destinato ad essere casto, la sua carriera è di fronte a lui, essendo nobile. Manon, invece, è una donna che dal momento in cui ha rifiutato il suo ingresso in convento, ha chiuso ogni legame con la sua famiglia di origine. Quando i due amanti vanno a Parigi, Manon vuole un protettore più ricco. Per liberarsi di Des Grieux rintraccia suo padre, quest’ultimo manda suo fratello ed altri uomini a rapirlo. Il cavaliere tornerà in convento ma Manon si pentirà di averlo lasciato andare perché si renderà conto di amarlo sinceramente, cercherà pertanto di sedurlo nuovamente e torneranno a vivere insieme. Nel frattempo il problema economico non era stato risolto, allora Manon comincia a dividersi tra il suo amato ed altri protettori. Anche Des Grieux entrerà in una vita di corruzione al punto che, mentre i due organizzavano una truffa nei confronti di un protettore di Manon, per poter avere i soldi e la libertà di essere giovani e innamorati, saranno arrestati e Manon sarà condannata all’esilio in America.

La morte di Manon

Nell’episodio della morte di Manon di lei non c’è neanche una parola. È vero che il narratore primario (Renoncour) parla con il narratore secondario (Des Grieux) però è incredibile che non ci siano riferimenti provenienti dalla donna stessa. In realtà attraverso questo silenzio lei è messa ancor più in risalto. Anche il nome della giovane ‘Manon’ nasconde un significato: “ma” indica il possesso, mia; “non” rappresenta distanza, negazione, rifiuto della possessione. Questa caratteristica appartiene totalmente al personaggio infatti la renderà l’archetipo della femme fatale ottocentesca perché attrae in maniera irresistibile tutti gli uomini che incontra ma, allora stesso tempo alimenta quest’amore con la sua continua e incessante sottrazione al possesso, è una donna libera. La voce di Manon è assente, per questo si dà molto risalto al suo corpo, grazie ad una descrizione dettagliata. Auerbach dirà che le lacrime di Manon rappresenteranno la sua voce, quasi come se fosse una voce corporea. 

Il corpo della donna nella scena della sua morte si vede tantissimo. I due amanti si trovano in America perché lei era stata condannata e Des Grieux spende tutti i suoi soldi per corrompere i poliziotti e poterla seguire in esilio. Il problema è che in America, per cercare la felicità, sono costretti ad attraversare una zona desertica. Gli stenti faranno morire Manon, senza dire una parola, infatti i riferimenti che ci fanno capire che la giovane sta morendo sono tutti corporei: ‘’i sospiri, il silenzio, le mani fredde e tremanti’’.

Questo romanzo è considerato il capolavoro di Prévost perché qui c’è qualcosa di nuovo: la passione è tormento, schiavitù, è anche frivolezza, avidità. La novità è nell’enigma, il cui simbolo è Manon, un personaggio inconoscibile di cui si leggono solo gli effetti che suscita negli altri personaggi. È la femme fatale e, soltanto nel momento in cui muore, Des Grieux può tornare ad una vita saggia basata sulla moderazione e sulla redenzione, perché fino a quel momento si era fatto trascinare da Manon nel baratro della degradazione, tutto ciò che faceva, era per amore, perdendo di vista anche la sua carriera, è quasi come se Prévost volesse dire che le ragioni del cuore sono così assolute da andare oltre qualsiasi altra ragione. Da questo punto di vista è come se lo scrittore volesse fare una sorta di esaltazione della passione ma anche mostrarne l’insondabilità: non si può mai conoscere fino in fondo perché è un’esperienza soggettiva.

 

Immagine di copertina – fonte: Wikimedia Commons

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