Margaret Keane e i suoi “Big Eyes”

Margaret Keane

Margaret Keane, la madre degli “orfanelli dagli occhi enormi”. Grande icona dell’arte contemporanea del XX secolo, protagonista di uno dei più clamorosi scandali che il mondo dell’arte ricordi.

Margaret Keane, all’anagrafe Peggy Doris Hawkins, nasce a Nashville in Tennessee nel 1927, cominciando a creare e dipingere sin dai 10 anni di età, e dedicando tutta la sua vita all’arte, continuando ancora oggi, alla veneranda età di 93 anni, a dipingere. La sua arte è nota in tutto il mondo per la straordinaria peculiarità dei soggetti dei suoi dipinti: donne, bambini o animali dagli enormi occhi, sproporzionati rispetto al volto, usando oli e tecniche miste.

Tra arte e arte dell’inganno

Icona americana indiscussa dell’arte contemporanea, Margaret Keane è tra le artiste più influenti e prolifiche di tutto il mondo, grazie al prezioso talento espresso nei suoi “Big Eyes”, attraverso cui riesce ad inserirsi a pieno titolo nell’ambito della Pop Art. A tal proposito, così si esprime Andy Warhol riferendosi alla Keane: “I think that what Keane has done is just terrific. It has to be good. If it were bad, so many people wouldn’t like it”. (“Penso che ciò che Keane ha fatto sia semplicemente incredibile. Deve essere un buon lavoro, altrimenti se non lo fosse non ci sarebbero così tante persone a desiderare le sue opere”).

Ebbene, l’arte di Margaret ha dell’incredibile, imbevuta di forza e fragilità, la fusione perfetta dialettica che ha fatto letteralmente innamorare il pubblico, incantato da quei grandi occhioni così tristi e persi.

A soli 10 anni Margaret dipinge la sua prima tela ad olio, raffigurante due bambine, una che piange e una sorridente, regalandola a sua nonna. Da adulta studia alla Watkins College of Art at Belmont University di Nashville e alla Traphagen School of Fashion di New York City. Le sue opere d’arte sono esposte nei musei di tutto il mondo, dal Memphis Brooks Museum of Art del Tennessee al National Museum of Western Art di Tokyo in Giappone, dall’Honolulu Museum of Art delle Hawaii al Triton Museum of Art di San Josè in California e al Keane Eyes Gallery di San Francisco. Inoltre la sua pittura “Our Children” è alle Nazioni Unite nella collezione permanente d’arte.

Attori e personaggi influenti hanno commissionato a Margaret Keane i loro ritratti, così come negli anni Novanta l’originale regista statunitense Tim Burton, entusiasta collezionista delle sue opere, che porta finalmente sullo schermo grazie al film Big Eyes a lei dedicato nel 2014, insieme alla difficile vita dell’artista nella società statunitense negli anni Sessanta, costretta a lottare, essere messa in discussione e dimostrare costantemente il proprio valore, in quanto donna.

Negli anni Sessanta, periodo di grande creazione e fruizione da parte del pubblico, Margaret diviene famosa come vittima di uno dei più eclatanti furti artistici del XX secolo: le sue straordinarie opere non conoscono per circa un decennio la maternità dell’autrice, in quanto il suo secondo marito e artista Walter Keane si appropria del suo lavoro e del suo talento, rubando l’identità di quei meravigliosi dipinti e rivendicandone la paternità grazie alla firma “Keane”, con la quale Margaret acconsente a far credere al mondo che i suoi “figli” fossero frutto del genio di Walter e non suoi, certi che non avrebbero ottenuto il medesimo successo se l’autore fosse stato lei, un’autrice!

«Lei l’ha creato. Lui l’ha venduto. E loro l’hanno comprato. Una storia vera sull’arte e l’arte dell’inganno».

Questo, del resto, lo slogan che ben presenta la pellicola Big Eyes di Tim Burton dedicata all’incredibile storia di Margaret Keane.

Finalmente nel 1964 Margaret si arma di coraggio, decidendo di difendere la propria dignità di donna e artista, insieme al proprio talento: lascia il marito, trasferendosi con sua figlia Jane da San Francisco alle Hawaii, da lei ritenute il paradiso colmo di colori e bellezza. Nel 1970 Margaret partecipa a una trasmissione radiofonica di Honolulu, dalla quale annuncia al mondo intero l’inganno di Walter Keane perpetrato per anni, dichiarando d’essere lei la creatrice dei magici ed ipnotici dipinti dai grandi occhi che tutti amano. Il caso giunge in tribunale, e al processo il giudice, non avendo altri elementi su cui fondare la sentenza finale, ordina agli ex coniugi Keane di cimentarsi in aula, in un’ora di tempo, nella produzione di uno dei famosi dipinti dagli occhi enormi, così da determinare ed affermare l’autentica verità. Walter, tergiversando con la scusa di una spalla dolorante, rifiuta la prova, mentre Margaret la completa egregiamente in 53 minuti. La giuria giudica Walter colpevole, condannandolo a risarcire Margaret per 4 milioni di dollari per danni ricevuti, la quale è finalmente orgogliosa di poter presentare se stessa al mondo come l’autrice degli “orfanelli dai grandi occhi”.

Margaret Keane. L’universo dietro i suoi “Big Eyes”

Autrice dei “derelitti dagli occhi grandi”, Margaret è nota per il suo modo di rappresentare i soggetti dei suoi dipinti con enormi occhi da cerbiatto, grandi e sproporzionati rispetto ai volti. Tali occhioni ricordano i volti di bambole, con la differenza d’essere in grado di esprimere emozioni e sentimenti umani. «I bambini hanno gli occhi grandi. Quando sto facendo un ritratto, gli occhi sono la parte più espressiva del volto». E ancora «Gli occhi che ritraggo sui miei figli sono espressione dei miei sentimenti più profondi. Gli occhi sono le finestre dell’anima». Così Margaret spiega l’origine delle sue creazioni, ciò che intende rappresentare e come.

I suoi soggetti appaiono statici, ma inesauribile è la fantasia di Margaret nell’inventare per loro sempre nuove situazioni come sfondo per quegli occhioni tristi e spesso in lacrime, facendo trapelare ogni impercettibile emozione, scalfendo barriere e colpendo dritto ai cuori di quanti si incantano ed immergono nella fruizione.

«Gli occhi sono il modo in cui esprimo le mie emozioni e i miei sentimenti. Da piccola ho subìto un’operazione che mi ha reso sorda per un certo periodo e mi affidavo soltanto allo sguardo».

I fanciulli dagli immensi occhi stregano sin dal principio gli spettatori, persi in quell’intensità profonda dei giovani soggetti, universalmente considerati portavoce di abusi e ingiustizie. D’altronde, nel periodo in cui Margaret vive all’ombra del marito Walter, completamente plagiata e soggiogata, i suoi soggetti sono per lo più bambini tristi e perduti, avvolti da sfondi cupi. Proprio tanta tristezza, quelle lacrime innocenti, catturano la sensibilità del pubblico. In seguito poi allo scandalo, grazie al quale riesce finalmente a liberarsi dall’ingombrante presenza del marito, anche la sua arte matura progressivamente, così che i soggetti rappresentati nei suoi successivi dipinti iniziano ad avere uno stile più sereno e luminoso, tanto da essere presentati come “lacrime di gioia” o “lacrime di felicità”. Cominciano a fiorire sulle tele bimbi, cagnolini e gattini posti in ambienti più luminosi, intenti anche a timidi sorrisi. Ballerine in tutù rosa e bambini vestiti da arlecchini, i nuovi soggetti più tranquilli, sempre e comunque simbolo di un mondo infantilizzato, che riflette quell’innocenza ancestrale insita nell’essere umano, pur dimenticandola spesso con la crescita e le dure esperienze di vita. Quell’innocenza che traspare proprio dagli occhi languidi e sgranati, che sembrano interrogarsi sul senso della vita e sulle sofferenze che troppo spesso la determinano.

Inoltre i grandi occhi dipinti da Margaret Keane hanno nel tempo influenzato la creazione di giocattoli, tra cui le Little Miss No Name Dolls, le Blythe, fino ai recenti teneri peluche TY Beanie Boos. E ancora, come accennato, film quali Big Eyes di Tim Burton, dove Margaret Keane è interpretata da una sensibile e talentuosa Amy Adams, e in cui la stessa Margaret compare in un cameo, come vecchia signora seduta sulla panchina del parco.

Margaret Keane resta una straordinaria artista dal talento originale nel panorama vivace del XX secolo. Ma Margaret è anche una donna coraggiosa, capace di sfidare il patriarcato e ogni giudizio sociale per difendere i propri diritti di donna e artista, il proprio talento, le proprie capacità e la propria identità, a prescindere e in virtù dell’essere una donna, fiera e brillante.

 

Fonte immagine: Wikipedia.

A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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