Yakuza nel cinema giapponese: rappresentazioni e influenze

yakuza nel cinema giapponese

Il cinema ha spesso subito il fascino della mafia giapponese, dando vita a un genere cinematografico specifico e influente: lo yakuza eiga (ヤクザ映画). Questa corrente ha raccontato la malavita del Sol Levante attraverso decenni di evoluzione, passando da rappresentazioni eroiche a ritratti crudi e violenti, influenzando registi in tutto il mondo.

Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino ai giorni nostri, lo yakuza eiga ha esplorato i codici d’onore, la violenza e le contraddizioni di queste figure, creando un immaginario potente che ancora oggi gode di grande popolarità, anche grazie al sostegno di una parte del pubblico giapponese che in passato ha visto in loro dei protettori.

L’evoluzione dello yakuza eiga: dal cavaliere al criminale

Il genere non è monolitico, ma si è evoluto attraverso due fasi principali, spesso in contrapposizione tra loro.

Ninkyo Eiga (Film cavallereschi) Jitsuroku Eiga (film su fatti reali)
Periodo: Anni ’60. Periodo: Anni ’70.
Protagonista: Un eroe nobile e onorevole, un antieroe romantico che difende i deboli. Protagonista: Un criminale spietato e crudele, mosso da avidità e sete di potere.
Temi: Lealtà, onore, il conflitto tra dovere (giri) e sentimento (ninjō). Temi: Tradimento, corruzione, violenza brutale e nichilismo.
Stile: Idealizzato, quasi fiabesco, con una chiara distinzione tra bene e male. Stile: Realistico, quasi documentaristico, cinico e senza eroi.

Tre film iconici che hanno definito il genere

Quali sono state le rappresentazioni cinematografiche di maggiore influenza della yakuza?

1. La farfalla sul mirino – Seijun Suzuki (1967)

La storia segue un killer professionista che si innamora di una donna misteriosa e accetta una missione impossibile. Quando tutto va storto, i due devono affrontare il famigerato assassino “numero uno”. All’epoca, il film fu un fallimento che danneggiò la carriera di Suzuki, ma in seguito è stato rivalutato come capolavoro del cinema d’avanguardia giapponese. Oggi è considerato un cult che ha influenzato registi come Quentin Tarantino (Kill Bill), Park Chan-wook e Jim Jarmusch con il suo stile surreale e assurdo.

2. Lotta senza codice d’onore – Kinji Fukasaku (1973)

Prima parte della pentalogia ‘’Yakuza Chronicles’’, il film è noto in Giappone come ‘’Il Padrino del Sol Levante’’. Con uno stile documentaristico e violento, descrive l’ascesa della mafia giapponese dal dopoguerra agli anni ’70. Quest’opera segnò la nascita del genere jitsuroku eiga (film su fatti reali), abbandonando l’immagine fiabesca del ninkyo per mostrare yakuza spietati e crudeli, conquistando il pubblico con un approccio crudo e realistico alla malavita.

3. Brother – Takeshi Kitano (2000)

A chi hai detto fottuto giapponese?
I film di Takeshi Kitano rappresentano l’evoluzione moderna del genere. I suoi protagonisti sono spesso yakuza malinconici e portati al limite, come in ‘’Sonatine’’ (1993) e ‘’Hana-Bi’’. In Brother, il suo primo film internazionale, Kitano trasporta lo stile yakuza a Los Angeles. La storia segue Yamamoto (Beat Takeshi) che, in fuga da una guerra tra bande a Tokyo, raggiunge il fratello a Los Angeles, dove fonda una nuova organizzazione criminale. Il film esplora temi come il legame fraterno, il sacrificio e lo scontro culturale.

Simboli e temi ricorrenti nel cinema yakuza

Il cinema yakuza ha reso iconici alcuni rituali e simboli della vera mafia giapponese, usandoli come potenti strumenti narrativi.

Il taglio del dito (yubitsume)

Quando un membro commette un grave errore, il cinema mostra spesso il rituale dello yubitsume: il taglio della prima falange del mignolo. Questo gesto di penitenza, oltre a essere una punizione, indeboliva la presa sulla spada (katana), rendendo il guerriero più dipendente dalla protezione del suo capo.

I tatuaggi (irezumi)

I mafiosi sono ricoperti di tatuaggi, noti come irezumi e spesso realizzati a mano con la tecnica del tebori. Il processo è costoso, doloroso e può richiedere anni. Nel cinema, i tatuaggi simboleggiano il coraggio, il sacrificio e l’appartenenza a un mondo ai margini della società. I disegni hanno significati precisi:

  • Dragone: successo, buona fortuna e saggezza.
  • Carpa (Koi): perseveranza, coraggio e crescita, basato sulla leggenda della carpa che risale la cascata.
  • Tigre: potenza, coraggio e protezione dal male.
  • Fenice: rinascita, trionfo e immortalità.

A causa di questa associazione, in Giappone si è sviluppato un pregiudizio contro i tatuaggi, tanto che molti luoghi pubblici (come piscine e onsen) ne vietano l’ingresso.

Altre informazioni sul cinema yakuza

Perché Takeshi Kitano è così importante per il genere?

Takeshi “Beat” Kitano è fondamentale perché ha reinventato lo yakuza eiga negli anni ’90. Mentre il genere stava perdendo popolarità, Kitano lo ha rivitalizzato con uno stile unico: violenza improvvisa e brutale alternata a lunghi silenzi, momenti di umorismo surreale e una profonda malinconia esistenziale. I suoi yakuza non sono né eroi né semplici criminali, ma figure tragiche e stanche, intrappolate in un ciclo di violenza senza via d’uscita.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 03/09/2025

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A proposito di Martina Barone

Laureata in Lingue e Culture Comparate presso l'Università degli Studi di Napoli L'Orientale e attualmente studentessa magistrale in Scienze dello Spettacolo e Produzione Multimediale all'Università degli Studi di Padova. La mia passione per le arti in tutte le sue forme dal cinema alla letteratura guida il mio percorso accademico e professionale. Ogni aspetto della creatività mi affascina, e credo fermamente nel potere delle storie e delle immagini di trasformare il mondo che ci circonda!

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