Ad ovest delle Highlands, nella valle della Great Glen, in Scozia, si erge un maestoso specchio d’acqua dolce ricoprente un’area di ben 56,4 km2. Quest’ultimo, conosciuto come lago di Loch Ness, è una delle principali attrazioni della nazione: è infatti noto per la sua spaventosa profondità ed estensione (227 m. per 37 Km di lunghezza) e per i magnifici panorami, ma, soprattutto, per gli avvistamenti legati alla figura di Nessie. La creatura è descritta come simile ad un plesiosauro, con testa e coda di serpente e due grandi gobbe. Un essere che da secoli occupa le profondità del lago, rifugiandosi nei suoi abissi: parliamo del mostro di Loch Ness.
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Le origini antiche della leggenda
La famosa leggenda del mostro di Loch Ness ha radici lontane. La prima testimonianza scritta risale al 565 d.C., nella biografia del monaco irlandese San Colombano di Iona. Durante la sua missione per convertire la popolazione locale, si narra che uno dei suoi compagni fu assalito da un’enorme “bestia acquatica” emersa ruggendo dal fiume Ness. San Colombano, invocando il nome di Dio, intimò alla creatura di ritirarsi. Il mostro obbedì immediatamente, come intimorito. Per secoli, la storia rimase confinata nel folklore locale.
La nascita del mito moderno nel ‘900
Del mostro di Loch Ness non si parlò più in modo significativo fino agli anni ’30 del ‘900, quando i lavori di costruzione dell’autostrada A82 resero il lago più accessibile. Nel 1933 una coppia dichiarò di aver visto un animale gigantesco tuffarsi nell’acqua, dando il via alla frenesia mediatica. L’anno seguente, nel 1934, venne scattata la foto più iconica, pubblicata sul Daily Mail e passata alla storia come Surgeon’s Photo (Fotografia del Chirurgo). Per decenni fu considerata la prova regina, ma si rivelò un falso: 60 anni dopo, uno dei creatori confessò in punto di morte che si trattava di un sottomarino giocattolo con una scultura di plastica. Nonostante ciò, gli avvistamenti continuarono, come quello dello zoologo Denys Tucker o del turista Brandon Scanlon, che rilevò una grande sagoma con il sonar della sua imbarcazione.
Data | Evento chiave nella storia di Nessie |
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565 d.C. | San Colombano di Iona respinge una “bestia acquatica” nel fiume Ness. |
1933 | Primo avvistamento moderno che scatena l’interesse dei media. |
1934 | Pubblicazione della “Surgeon’s Photo”, la foto-simbolo poi rivelatasi un falso. |
1994 | La “Surgeon’s Photo” viene ufficialmente dichiarata una bufala. |
2018 | Uno studio sul DNA ambientale del lago non trova tracce di plesiosauri ma suggerisce la presenza di grandi anguille. |
Cosa dicono le indagini scientifiche
L’interesse per Nessie non è stato solo popolare, ma anche scientifico. Nel corso dei decenni, numerose spedizioni hanno scandagliato il lago con sonar e sottomarini. Sebbene siano state rilevate alcune anomalie inspiegabili, nessuna ha mai fornito prove conclusive dell’esistenza di un grande animale sconosciuto. L’indagine più significativa è del 2018, quando un team internazionale di scienziati ha analizzato il DNA ambientale (eDNA) prelevato da campioni d’acqua. I risultati hanno escluso la presenza di rettili marini come il plesiosauro. La teoria più plausibile, secondo i ricercatori, è che alcuni avvistamenti possano essere attribuiti a anguille di dimensioni eccezionali.
Nessie oggi: un’icona del turismo scozzese
Realtà o finzione, la storia del mostro di Loch Ness ha sin dalle origini suscitato l’interesse di innumerevoli visitatori. Sulle sponde del lago giungono ogni anno circa un milione di turisti. Nessie è diventato una vera e propria esca per visitatori, il fiore all’occhiello dell’intera Scozia, sul quale quest’ultima ha eretto gran parte del proprio business. Le attrazioni a tema sono tante: dai musei con intere sezioni dedicate al mostro, a mostre e gite in barca sul lago, che partono dal villaggio di Fort Augustus. Oggi esiste persino un registro ufficiale degli avvistamenti, accessibile online, dove i visitatori possono condividere testimonianze. Una caccia adrenalinica a una delle più misteriose creature, dal nome gentile: Nessie.
Altre informazioni e curiosità sul mostro di Loch Ness
Esiste davvero il mostro di Loch Ness?
Non esiste alcuna prova scientifica definitiva che attesti l’esistenza del mostro di Loch Ness. Le foto e i video più famosi si sono rivelati falsi o spiegabili. Le indagini scientifiche, inclusa un’analisi del DNA del lago del 2018, non hanno trovato tracce di animali sconosciuti, suggerendo che gli avvistamenti potrebbero essere legati ad animali noti (come grandi anguille), tronchi o effetti ottici.
Qual è la teoria più accreditata su Nessie?
La teoria più accreditata scientificamente è quella della “grande anguilla”. Lo studio del DNA del 2018 ha trovato una quantità molto significativa di DNA di anguilla nel lago. I ricercatori hanno ipotizzato che alcuni avvistamenti di un corpo lungo e sinuoso possano essere attribuiti a esemplari di anguilla europea che hanno raggiunto dimensioni eccezionali.
Chi ha scattato la famosa “Surgeon’s Photo”?
La “Fotografia del Chirurgo” fu attribuita al colonnello Robert Kenneth Wilson e pubblicata nel 1934. Tuttavia, nel 1994 è stato rivelato che si trattava di una bufala orchestrata da Marmaduke Wetherell. La “creatura” era in realtà un modellino montato su un sottomarino giocattolo, fotografato per vendetta dopo che Wetherell era stato umiliato per aver presentato false impronte del mostro.
Fonte per Mostro di Loch Ness: una leggenda storica: Pixabay e Wikipedia
Articolo aggiornato il: 02/09/2025