Mostro di Loch Ness: una leggenda storica

mostro di Loch Ness

Ad ovest delle Highlands, nella valle della Great Glen, in Scozia, si erge un maestoso specchio d’acqua dolce ricoprente un’area di ben 56,4 km2. Quest’ultimo, conosciuto come lago di Loch Ness, è una delle principali attrazioni della nazione: è infatti noto per la sua spaventosa profondità ed estensione (227 m. per 37 Km di lunghezza), per i magnifici panorami e i suggestivi scenari che i suoi versanti possono offrire, ma, soprattutto, per gli avvistamenti vari legati alla figura di Nessie, di enormi dimensioni, simile ad un plesiosauro, avente testa e coda di serpente e due grandi gobbe. Una creatura lunga e sottile, verdastra, che in base ai suoi connotati ha assunto le sembianze di un vero e proprio mostro; un mostro che da secoli occupa le profondità del lago, rifugiandosi nei suoi abissi: parliamo del mostro di Loch Ness.

La leggenda del mostro di Loch Ness

La famosa leggenda del mostro di Loch Ness, ergendosi su tali avvistamenti, narra che intorno al 565 un monaco irlandese, Colombano di Bobbio, giunse presso il lago scozzese per compiere la sua missione di conversione al cristianesimo della popolazione locale; quando uno dei suoi compagni, che era andato a recuperare una barca presso l’altra sponda, fu improvvisamente assalito da un mostro marino che emerse dall’acqua ruggendo. Colombano, resosi conto del pericolo, intimò alla creatura di ritornare negli abissi, e questa obbedì immediatamente, come intimorita da costui. Per molto tempo del mostro di Loch Ness non si seppe più nulla, almeno fino agli anni 30 del ‘900, quando ebbero inizio i lavori di costruzione dell’autostrada A82. Al 1933 viene fatto risalite il primo avvistamento ufficiale: una coppia, infatti, dichiarò di aver visto un animale gigantesco tuffarsi nel lago. Nel 1934, solo un anno dopo, venne addirittura scattata la prima foto, data ai tempi per vera e ufficiale, e in seguito pubblicata sul Daily Mail: passata alla storia come Surgeon’s Photo (Fotografia del Chirurgo), si è poi rivelata un falso quando, 60 anni dopo, Spurling dichiarò in punto di morte che in realtà tale foto era stata scattata grazie ad un sottomarino giocattolo e una scultura di plastica Nel 1956 fu l’affermato zoologo marino Denys Tucker ad affermare con insistenza l’avvistamento del mostro: ciò gli costò però il licenziamento. Brandon Scanlon, un turista in vacanza presso il lago scozzese, stava navigando sulla Nessie Hunter quando si accorse di una strana figura presente sul sonar dell’imbarcazione: a 20 metri di profondità, era stato rilevato un ente mastodontico lungo dai 3 ai 4 metri circa. Pare che il “lucertole degli abissi” sia stato avvistato anche nel mese di luglio: il signor Veacock afferma di aver osservato il mostro di Loch Ness emergere dall’acqua in posizione eretta per poi calarsi nuovamente nelle profondità del lago. Tutt’oggi, inoltre, esiste un registro ufficiale degli avvistamenti del mostro di Loch Ness a cui è possibile accedere attraverso un sito preposto dall’ente del turismo scozzese, nel quale è permesso ai “fortunati” di rendere pubbliche foto e testimonianze di eventuali avvistamenti.

Leggenda o meno, la storia del “mostro di Loch Ness” ha sin dalle origini suscitato l’interesse di innumerevoli visitatori; sulle sponde del lago scozzese giungono ogni anno all’incirca un milione di turisti, trepidanti di vedere la creatura degli abissi; nonostante non ci sia alcuna prova certa della sua esistenza. Nessie è infatti diventato una vera e propria esca per turisti, il fiore all’occhiello dell’intera Scozia, sul quale quest’ultima ha eretto gran parte del proprio business. Le attrazioni turistiche a tema sono davvero tante e varie: dai parchi divertimento a musei con intere sezioni dedicate al mostro, passando per mostre esaustive e gite in barca sul lago, che partono dal piccolo e antico villaggio di Fort Augustus, alla disperata e adrenalinica ricerca di una delle più terrificanti e misteriose creature, dal nome gentile: Nessie.

Fonte per Mostro di Loch Ness: una leggenda stroica: Pixabay e Wikipedia

A proposito di Valeria Provvisier

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