Museo Egizio di Torino, alla scoperta di un’antica civiltà

Museo egizio di Torino, alla scoperta di un'antica civiltà

Nel pieno centro di Torino, lungo una strada che si dirama dalla bellissima Piazza Castello, si trova un angolo di Egitto: il Museo Egizio.
Arrivarci è semplicissimo, si tratta di camminare per un minuto esatto dalla piazza, attraversando Via Accademia delle Scienze e passando davanti la storica Farmacia del Cambio e Palazzo Carignano (sede del primo Parlamento italiano).

Il Museo delle Antichità Egizie, tale è il suo nome proprio, è dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico; inoltre è il più antico del mondo in questa categoria.
Per quanto concerne il valore e l’importanza dei reperti custoditi, è al secondo posto nel mondo, dietro solo al Museo del Cairo.
È un’istituzione moderna, che vede nella continua ricerca e nello studio gli obiettivi principali e che punta a diffondere la conoscenza delle magnifiche collezioni che custodisce con orgoglio, rinnovando il significato della celebre frase dell’archeologo ed egittologo francese Jean-François Champollion: «La strada per Menfi e Tebe passa da Torino».

Dal 6 ottobre 2004, la gestione del Museo Egizio di Torino è stata affidata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ad una fondazione istituita appositamente: la Fondazione Museo delle Antichità Egizie.

La sede del museo è lo storico Palazzo dell’Accademia delle Scienze, costruito dall’architetto Guarino Guarini tra il 1679 e il 1687.

La storia del Museo Egizio

Ripercorriamo le tappe della storia del museo, che comincia nel 1630 con l’arrivo a Torino della Mensa isiaca, una tavoletta in bronzo acquistata da Carlo Emanuele I di Savoia, che costituì il primo pilastro per la fondazione di un museo e che scatenò l’interesse verso la cultura nilotica.
Successivamente, nel 1759 il professore Vitaliano Donati si recò in Egitto e riportò a Torino la statua di Ramses II, insieme ad altri reperti.
Dopo le campagne napoleoniche in Egitto, ad inizio 800, scoppiò in Europa una grande passione per il collezionismo di antichità egizie; il museo nacque pochi anni dopo, nel 1824, ad opera del re Carlo Felice che acquistò la collezione riunita da Bernardino Drovetti.
Nel 1894 divenne Sovrintendente del museo Ernesto Schiaparelli che, come fece anche il suo successore Giulio Farina, promosse numerosi scavi in Egitto che permisero il ritrovamento di una quantità elevata di documentazioni e oggetti; il museo così incrementò notevolmente la propria collezione, giungendo intorno al 1935 a contare 30.000 pezzi (inclusi ovviamente mummie, papiri, sarcofagi, indumenti, arredi funerari, strumenti di uso comune).
Nel 1970 il museo ottenne una struttura monumentale grazie alla donazione del Tempio di Ellesiya da parte della Repubblica Araba Unita.

Il museo Egizio di Torino ha raggiunto un’estensione di 12.000 m² ed è suddiviso in cinque piani (di cui uno sotterraneo), con un percorso di visita che segue un ordine cronologico. In più il museo comprende una biblioteca, degli spazi di restauro e studi su mummie e papiri.
Per non farsi mancare nulla, dal giugno del 2022 è stato inaugurato un giardino botanico incentrato sulla flora specifica presente nell’Antico Egitto, visitabile gratuitamente.

La collezione del Museo Egizio di Torino

Oggi il museo possiede un totale superiore a 40.000 pezzi, risalenti al periodo storico che spazia dal paleolitico fino all’epoca copta. Tra questi si contano ben 4 mummie umane, 17 animali imbalsamati e 700 papiri completi.
Oltre alle già citate Mensa, alla statua di Ramses e al tempio rupestre di Ellesiya, altre esposizioni di grande importanza sono:

  • Il sarcofago, il corredo funebre e la pianta in scala della tomba della regina Nefertari;
  • La tomba di Kha e Merit;
  • Il Papiro di Torino (Canone Reale);
  • La statua di Seti II;
  • Le statue delle dee Iside e Sekhmet, scoperte sempre da Donati nel 1759.

La Galleria dei Re

Il premio di miglior sala espositiva del Museo Egizio di Torino se lo aggiudica la Galleria dei Re.
Situata al piano terra, accoglie statue, sarcofagi e sfingi. L’atmosfera è suggestiva, si è immersi nella penombra e nelle luci soffuse, circondati da specchi.

Rubano l’attenzione le sfingi, da sempre un oggetto misterioso e mitologico, che svolgono una precisa funzione come tutte le statue dell’antico Egitto. Qual è la loro funzione? Proteggere le tombe dei defunti. Infatti, su un esemplare ivi presente, risalente alla XXVI Dinastia, si può leggere l’iscrizione:
Proteggo la cappella della tua tomba
sorveglio la tua porta.

Fonte immagine: Pixaby

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