Ninja-donna: le Kunoichi, chi sono?

Ninja-donna: le Kunoichi, chi sono?

Tutti hanno sentito parlare, almeno una volta nella vita, della figura del ninja, i famosi guerrieri-ombra spesso associati alle forze del male. I ninja erano dei mercenari giapponesi assoldati per combattere, spiare e sabotare i nemici. Queste figure nacquero per necessità quando il Giappone feudale si configurava ancora come uno stato non unificato, diviso in tanti piccoli feudi in perenne lotta tra loro. I ninja non godevano della stessa onorabilità dei Samurai perché avevano abbandonato la via dell’onore vendendosi per compiere, persino, le azioni più spregevoli. In realtà la violenza era l’ultima delle risorse a cui facevano ricorso i ninja, i quali offrivano ai principi feudali principalmente le loro abilitò di spionaggio. La figura di cui, invece, apparentemente, non si sconosce l’esistenza è quella delle “Kunoichi”.

Le Kunoichi erano le cosiddette “ninja-donna”, ma la loro effettiva esistenza è ancora avvolta dal mistero a differenza delle molteplici prove che sostengono la reale apparizione e l’operato svolto dai ninja.

La leggenda narra che le ninja-donna siano vissute in quel medesimo periodo di guerra civile caratterizzato da conflitti interminabili, il periodo  Sengoku, che corrisponde XV° secolo circa.

In realtà, l’essere donna rappresentava la cifra vincente di queste combattenti che, spesso, potevano avvalersi di armi molto più sottili per poter spiare il nemico quali la seduzione, sfruttando, pertanto, al massimo le potenzialità della loro femminilità. Una volta entrate nelle grazie del nemico, magari travestite da geisha erano in grado di reperire informazioni preziose e, quando necessario, arrivare ad ucciderlo nel buio della notte.

Erano addestrate e ben ferrate nel combattimento corpo a corpo al quale, tuttavia, sceglievano di far ricorso solo se scoperte. Una delle loro tecniche a loro particolarmente note era l’utilizzo dei veleni, una morte dunque veloce che non destava tracce né sospetti. Spesso utilizzando aghi avvelenati nascosti nelle loro acconciature.

Un’altra specialità delle ninja-donna era l’utilizzo di armi non convenzionali, bensì veri e propri oggetti comuni: spesso ombrelli al posto delle solite lame, ventagli anziché convenzionali scudi e le loro scarpe di legno in grado di frantumare le ossa dei nemici. L’arma più comune e più letale in assoluto erano senza dubbio le unghie metalliche anche conosciute come neko-te ovvero “mani-gatto”. Le Kunochi le legavano alle dita avvalendosi di nastri di cuoio; intrise di veleno potevano condurre alla morte oppure accecare la vittima. La figura della Kunochi è ampiamente presente nel manga Naruto dove il loro prestigio, la loro fama e la loro abilità non ha nulla da invidiare agli uomini che spesso avevano più voce in capitolo nella battaglie e nella vita di tutti i giorni. Tsunade è la più celebre e potente del manga, dotata di un ottimo chakra, una vera e propria macchina da guerra che non teme alcuna ferita.

Fonte immagine: Pixabay.

 

A proposito di Mangiacapre Giulia

Sono Mangiacapre Giulia, ho 23 anni e sono laureata in Lingue, letterature e culture moderne europee presso l'Università degli studi di Napoli "Federico II". Attualmente sono laureanda presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale".

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