Donato di Niccolò di Betto Bardi, universalmente noto come Donatello, non è stato solo uno dei grandi del Rinascimento italiano, ma lo scultore che ne ha definito l’anima. Nato a Firenze nel 1386, si formò nella bottega di Lorenzo Ghiberti, da cui apprese la tecnica orafa e l’amore per il classicismo. Un viaggio a Roma con l’amico Brunelleschi consolidò questa base, ma Donatello era destinato a superarla. Se Brunelleschi cercava l’equilibrio della ragione, le opere di Donatello indagano l’animo umano con una visione drammatica e popolare. La sua cifra stilistica è un realismo potente, che non teme di mostrare la sofferenza e la brutale onestà dei sentimenti, liberando la scultura dalle eleganti, ma rigide, gabbie del tardo gotico.
Indice dei contenuti
| I capolavori di Donatello: datazione e collocazione | |
|---|---|
| San giovanni evangelista | 1409-1411, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze |
| Convito di erode | 1423-1427, Fonte battesimale del Battistero di Siena |
| Monumento equestre al gattamelata | 1445-1453, Piazza del Santo, Padova |
| Maddalena penitente | 1453-1455, Museo dell’Opera del Duomo, Firenze |
| David | ca. 1440, Museo Nazionale del Bargello, Firenze |
Le 4 opere di Donatello che hanno segnato la storia dell’arte
Analizzare le opere di Donatello più significative significa ripercorrere una rivoluzione artistica che ha cambiato per sempre la scultura occidentale.
Il san Giovanni evangelista: il superamento del gotico
Realizzato tra il 1409 e il 1411 per una nicchia del Duomo di Firenze, questo marmo monumentale, oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo, mostra già la grandezza del giovane Donatello. Se la posa e il panneggio rimandano ancora al classicismo di Ghiberti, tutto il resto è una rottura. La fronte corrugata, lo sguardo intenso e la tensione delle mani non descrivono una figura idealizzata, ma un uomo colto in un momento di profonda riflessione. Donatello infonde una forza psicologica senza precedenti nella pietra, superando l’eleganza astratta del tardo gotico.
Il convito di Erode: la rivoluzione della prospettiva e dello stiacciato
Questa formella in bronzo dorato, realizzata per il Fonte Battesimale del Battistero di Siena (1423-1427), è una delle opere di Donatello più intense. Per rappresentare il momento in cui la testa del Battista viene presentata a Erode, Donatello utilizza la prospettiva lineare di Brunelleschi e inventa una sua tecnica, lo stiacciato: un bassorilievo così sottile da sembrare quasi un disegno, che crea una profondità spaziale incredibile. Lo spazio non è solo fisico ma anche temporale, creando un caos emotivo che esplode nel gesto di orrore di Erode.
Il gattamelata: il primo monumento equestre moderno
Con questo imponente monumento equestre in bronzo, realizzato a Padova tra il 1445 e il 1453 per il condottiero Erasmo da Narni, Donatello resuscita un genere scomparso dalla caduta dell’Impero Romano. A differenza dei modelli classici, non si limita a celebrare il potere. Il volto del Gattamelata è il ritratto di un uomo vero, segnato dall’età e dalla responsabilità. L’opera diventa così un potente simbolo dell’Umanesimo: la celebrazione della virtù dell’individuo, capace di dominare con la ragione il proprio destino.
La maddalena penitente: il dramma espressionista che sconvolge
Scolpita in legno di pioppo tra il 1453 e il 1455, quest’opera, anch’essa esposta al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, rappresenta il punto più estremo della ricerca di Donatello. Abbandonata ogni idealizzazione, egli raffigura una Maddalena consumata dalla penitenza, un corpo scheletrico avvolto solo dai capelli. Il volto è emaciato, le mani giunte in una preghiera che è quasi una smorfia di dolore. È un capolavoro di realismo espressionista che rifiuta la bellezza per mostrare la cruda verità della sofferenza e della fede.
Oltre i capolavori: il David e l’eredità di Donatello
Nessun elenco delle opere di Donatello sarebbe completo senza il suo celebre David in bronzo, capolavoro custodito al Museo Nazionale del Bargello. Si tratta del primo nudo maschile a tutto tondo fuso in bronzo dai tempi dell’antichità, un simbolo del Rinascimento. Ma Donatello non copia i classici. Il suo David non è un eroe muscoloso, ma un adolescente pensoso, dalla bellezza quasi androgina. La sua posa sinuosa e l’espressione enigmatica hanno generato infinite interpretazioni. Quest’opera dimostra la traiettoria unica di Donatello: un artista che ha assimilato il passato per creare un linguaggio nuovo, capace di esprimere tutta la gamma dell’esperienza umana, dalla grazia alla sofferenza. Un’eredità che ha plasmato non solo il Rinascimento, ma l’intera storia dell’arte occidentale.
Articolo aggiornato il: 22/09/2025

