Negli ultimi anni si è diffusa sempre di più la corrente culturale della Corea del Sud, attirando molti turisti e appassionati della hallyu e delle tradizioni del Paese. La cultura coreana è davvero un mondo affascinante, talmente particolare e unico che, il più delle volte, non può essere spiegato in termini occidentali. Sempre più giovani che scoprono questo universo ne restano attratti, tanto da iniziare a studiarne la lingua. Con il suo alfabeto e le sue particolarità linguistiche, la Corea del Sud non trova corrispondenze nel mondo occidentale, e alcune parole tipicamente coreane non possono essere tradotte letteralmente in altre lingue. Inoltre, la maggior parte di esse racchiudono dei significati veramente profondi e riflettono quelle emozioni che non si possono spiegare a parole. D’altronde, la bellezza di questa lingua risiede anche in una particolare capacità: quella di racchiudere un sentimento astratto e unico in un insieme di caratteri scritti. Vediamo insieme alcune delle parole coreane intraducibili in italiano.
Parole coreane intraducibili: Jeong (정)
Se volessimo trovare una corrispondenza in italiano, questa parola potrebbe significare “connessione/legame”. Il suo è un concetto bellissimo, che racchiude il senso di un legame molto intimo: è un sentimento profondo, fatto di piccoli gesti, affetto e presenza costante che riesce a durare nel tempo. Non è un legame che si può sintetizzare soltanto nel concetto di amicizia o amore, ma è qualcosa di più profondo, un rapporto molto intenso che rimane anche quando le circostanze della vita cambiano.
Parole coreane intraducibili: Nunchi (눈치)
Questa parola coreana è formata da “눈” (significa “occhio”) e “치” (significa “misura”): è un concetto che racchiude la capacità di osservazione. Il termine rappresenta il senso di intuizione e l’essere in sintonia con le persone che ci circondano, riuscendo così a percepire gli stati d’animo al volo, senza che nessuno parli. Chi possiede questa particolarità è in grado di mostrare anche grande sensibilità, attenzione e rispetto; sa quando parlare e quando è il momento di rimanere il silenzio.
Parole coreane intraducibili: Han (한)
Il significato di questa parola non può essere tradotto in termini occidentali, poiché la sua origine è legata molto a fatti storici realmente accaduti in Corea, in particolare riguardo le invasioni di altri popoli. Il termine “Han” rappresenta, infatti, un concetto particolare di dolore e di tristezza, legato al passato della Corea. Descrive un senso di ingiustizia per qualcosa che non si può cambiare; tuttavia, si sceglie di continuare ad andare avanti.
Il concetto di Inyeon (인연)
In questa parola coreana è racchiuso il concetto di “destino”, anche visto come una “connessione predestinata” tra due persone. Secondo questo concetto nulla accade per caso: l’incontro tra due esseri umani è qualcosa di già scritto, un intreccio legato da un filo invisibile, destinato a durare nel tempo.
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