Poesia araba: la bellezza della lingua e della cultura

Poesia araba: la bellezza della lingua e della cultura

Come e quando nasce la poesia araba?

La poesia araba (لشعر العربي) ha una lunga e ricca storia che risale alla preistoria e si estende fino ai giorni nostri. Nell’antichità, la poesia araba era principalmente orale e utilizzata per celebrare gli eroi, narrare leggende e trasmettere saperi. La poesia era un importante mezzo di comunicazione e intrattenimento nella società araba pre-islamica.

Con l’avvento dell’Islam nel VII secolo (momento in cui inizia la rivelazione e la predicazione di Muhammad), la poesia araba ha acquisito un nuovo significato e una nuova importanza. I poeti arabi, infatti, iniziarono a utilizzare la poesia come mezzo per esprimere la fede e la devozione religiosa, e molti dei primi poeti islamici erano anche leader religiosi e politici. Nel primo periodo islamico, la poesia araba è diventata un’arte altamente rispettata e ha iniziato a svilupparsi in diverse forme e generi.
Durante il periodo medievale, i poeti arabi hanno sviluppato una vasta gamma di forme e generi, tra cui la poesia amorosa, la poesia politica e la poesia filosofica. Molti dei più grandi poeti arabi della storia, come Rumi e Omar Khayyam, sono ancora apprezzati e studiati oggi. La poesia araba continua ad evolversi e a influenzare la letteratura in tutto il mondo.

Quali tipi di poesia esistono?

La poesia ha sviluppato diverse forme e generi nel corso della sua lunga storia, tra le forme più comuni bisogna senz’altro ricordare la qasida, una lunga poesia epica che solitamente esalta gli eroi e le virtù tribali, il ghazal che è una poesia amorosa, la quale tradizionalmente esplora i temi dell’amore e della perdita, il diwan, una raccolta di poesie di un poeta che spesso comprende diverse forme e generi.
Inoltre, importanti sono anche il tawil, una poesia lirica che esplora temi filosofici e spirituali, la muwashshah, che è una forma di poesia lirica che solitamente utilizza una strofa formata da versi di lunghezza e ritmo diversi, la ritha’, una poesia popolare, recitata dai poeti ambulanti in Arabia, è caratterizzata da un ritmo e una metrica semplici e infine il zajal, una poesia popolare, recitata e cantata, originaria della regione del Maghreb.
Queste sono solo alcune delle forme più comuni della poesia araba; ce ne sono molte altre che i poeti arabi hanno sviluppato nel corso dei secoli.

Un viaggio nei secoli della poesia araba.

La poesia araba preislamica (detta anche della jahilliya, ovvero l’età dell’ignoranza) si riferisce alla poesia scritta in Arabia prima dell’arrivo dell’Islam nel VI secolo. Questa poesia era basata sulla tradizione orale ed è stata tramandata di generazione in generazione. Era un’importante forma di espressione culturale ed era usata per celebrare le imprese dei guerrieri, esprimere amore e lodare i leader tribali. I poeti di questo tempo erano molto rispettati nella società e le loro poesie venivano memorizzate e recitate in occasione di eventi sociali e cerimoniali. I poeti più noti della jahilliya includono Imru al-Qais e Zuhayr ibn Abi Sulma.

Uno dei maggiori poeti arabi preislamici, fu Imru l-Qays, compose un diwan che comprende ben 68 poesie
Una delle sue poesie più famose è quella intitolata Bellezza beduina, di cui seguono i primi versi:

«Candida, di vita sottile, di contenuta linea, dal seno polito come uno specchio.
Arretra ritrosa scoprendo una liscia guancia, con occhio di gazzella selvatica cui già accompagnano i piccoli.
Una folta chioma nera le adorna il dorso,
fitta qual pendulo grappolo di palma […]»

La poesia araba medievale si riferisce alle poesie scritte in arabo tra il VI e il XIII secolo. La poesia araba medievale è stata scritta in una vasta gamma di generi, tra cui poesia lirica, epica, elegiaca e satirica. La poesia medievale araba è stata scritta da poeti di tutte le classi sociali e di tutte le regioni del mondo arabo. Molti poeti medievali arabi hanno scritto poesie sull’amore e la bellezza, ma anche su temi come la guerra, la fede, la politica e la moralità. La poesia medievale araba è stata una forma importante di espressione culturale e letteraria e ha continuato ad influire sulla poesia araba contemporanea. Alcuni famosi poeti medievali arabi includono Al-Mutanabbi, Al-Buhturi e Al-Khansà.

Bisogna sicuramente ricordare al-Khansà, la maggior poetessa dell’età preislamica, una delle poche donne a scrivere poesie in quel periodo. È famosa per le elegie con cui pianse i fratelli, avvivando così gli schemi fissi del canto funebre pagano.
Segue un bellissimo passo di Elegie per il fratello:

«Occhio mio, cosa hai che non piangi a rovesci, dinanzi ai colpi del Destino, destino crudele?
Piangi il tuo fratello per gli orfani e la vedova, piangi il tuo fratello se darai mai protezione a stranieri.
Piangilo per il cavaliere che difende il più prezioso suo avere
e per il postulante che viene a sollecitare aiuto.»

La poesia araba del periodo medievale, tra le tante cose, canta il vino e l’amore, la spensieratezza o il bisogno di dimenticare, o di alleviare la pena della lontananza. Nasr al-Katib, ad esempio, così lo esalta:

«Un certo vino, puro di colore, fresco,
fatto venire da lontano, che scaccia le tristezze.
Se viene annacquato, tu immagini
che nel suo calice sia penetrata
una solida pietra preziosa di giacinto.»

La poesia araba contemporanea, invece, si riferisce alle poesie scritte in arabo negli ultimi decenni, e comprende una vasta gamma di stili e temi. La poesia contemporanea araba è influenzata dalle tradizioni culturali e letterarie arabe, così come dalle esperienze e dalle preoccupazioni dei poeti contemporanei. Molti poeti arabi contemporanei utilizzano la poesia per esplorare temi come l’identità, la libertà, la giustizia sociale e la libertà. Molti poeti contemporanei utilizzano anche la poesia come un mezzo per commentare le attuali questioni politiche e sociali in Medio Oriente e nel mondo arabo. Fra i maggiori esponenti troviamo Adonìs, Kanafàni Ghassàn, Mahfùz Nagib.

Un esempio di poesia di Adonìs (`Ali Ahmad Sa`id Esber), poeta e critico siriano, naturalizzato libanese, ispirato sia dal passato della propria lingua quanto dalle suggestioni della poesia occidentale, scrive infatti una poesia dal titolo Oriente e occidente:

«Una cosa si era distesa nel cunicolo della storia
una cosa adorna, esplosiva
che trasporta il proprio figlio di nafta avvelenato
al quale il mercante avvelenato intona una canzone
esisteva un Oriente simile a un bambino che implora,
chiede aiuto
e l’Occidente era il suo infallibile signore.
Questa mappa è mutata
l’universo è un fuoco
l’Oriente e l’Occidente sono una tomba
sola
raccolta dalle sue ceneri.»

Fonte immagine dell’articolo: Pixabay

A proposito di Elisabetta Giordano

Sono Elisabetta Giordano, ho 23 anni e vivo a Napoli da 4 anni. Originariamente sono del capoluogo di regione più alto d’Italia, Potenza, in Basilicata. Studio Arabo e Spagnolo presso l’università degli studi di Napoli “L’Orientale” e lavoro presso un bar. Scrivo di qualsiasi cosa da quando sono bambina, diciamo che è una mia passione.

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