Predicato verbale e nominale: come riconoscerli?

Predicato verbale e nominale

Che tu sia uno studente alle prese con l’analisi logica o un adulto che ha bisogno di un ripasso, questo articolo ti aiuterà a chiarire le differenze tra predicato verbale e nominale e scioglierà ogni tuo dubbio! 

Il predicato verbale e nominale sono due diverse modalità grammaticali di esprimere un’azione. Ma come si distinguono? Scopriamolo insieme.

Predicato verbale vs nominale: le differenze in sintesi

Tipo di Predicato Cosa indica Come è formato
Predicato Verbale Un’azione compiuta o subita dal soggetto, o uno stato. Un qualsiasi verbo (es. mangia, corre, è stato letto). Anche “essere” quando significa “stare”, “trovarsi”, “esistere”.
Predicato Nominale Chi è, cos’è o com’è il soggetto. Attribuisce una qualità. Verbo essere (copula) + un nome o un aggettivo (parte nominale). Es: è bello, è un medico.

Il predicato verbale

Il predicato verbale è costituito da un qualsiasi verbo predicativo e può essere, in base alla diatesi, di forma attiva, passiva o riflessiva. Esprime lo stato del soggetto, un’azione fatta o subita. Vediamo qualche esempio:

Maria legge il giornale.
Legge è il predicato verbale in forma attiva, indica l’azione svolta da Maria.

Andrea va a scuola.
Va è il predicato verbale, indica l’azione svolta dal soggetto Andrea.

Dario ha detto la verità.
In questo caso, “avere” è l’ausiliare del verbo “dire”, che funge da predicato verbale.

Il libro è stato messo sulla mensola.
In questo caso, essere funge da ausiliare del verbo mettere in forma passiva. Il soggetto è il libro.

L’albero è stato spezzato dalla tempesta.
Anche qui, il verbo essere è ausiliare di un verbo in forma passiva, spezzare.

Il predicato nominale

Il predicato nominale è costituito dal verbo essere (o da un altro verbo copulativo) seguito da un aggettivo o da un nome. Per capire come si riconosce il predicato nominale, basta ricordare che esso non esprime un’azione, ma attribuisce al soggetto una qualità o un modo di essere. Vediamo qualche esempio:

Mio padre è un impiegato.
In questo caso il verbo essere funge da copula, unisce il soggetto (mio padre) al nome (un impiegato). Omettendo un impiegato, la frase non ha senso: il verbo copulativo deve essere sempre seguito da un nome o un aggettivo.

Questo libro è molto interessante.
Anche qui il verbo essere è una copula, seguita da un aggettivo.

Al posto del verbo essere, possiamo trovare altri verbi copulativi come diventare, sembrare, parere, restare, rimanere.

Mi sembri triste.
Il soggetto tu, senza l’aggettivo triste, non sapremmo come potrebbe sembrare. L’aggettivo è indispensabile.

Il verbo essere: quando è predicato verbale?

Un errore comune è credere che il verbo essere costituisca sempre un predicato nominale. Come capire quando il verbo essere è predicato verbale? La regola è semplice: ha funzione verbale propria quando ha il significato di trovarsi, esistere, stare, appartenere ed è seguito da una preposizione o da un avverbio di luogo.

Il gatto è sul tavolo.
In questo caso, essere è predicato verbale perché significa “si trova” sul tavolo (complemento di stato in luogo).

Di chi è questa penna?
In questo caso “è” significa “appartiene”, quindi è predicato verbale. Per un approfondimento su queste regole, si possono consultare fonti autorevoli come l’enciclopedia Treccani.

Immagine: Pixabay

Articolo aggiornato il: 29/08/2025

Altri articoli da non perdere
Chiese da visitare a Bari: le 3 principali
Chiese da visitare a Bari: le 3 principali

Bari è una città molto caratteristica e ricca di storia, punto di incontro di varie culture, meta ideale per trascorrere Scopri di più

Religioni che non festeggiano il Natale: le 3 da conoscere
religioni che non festeggiano il Natale: quali sono?

Il Natale è una festività molto sentita in Europa e in Italia, con luci, regali e lunghi pranzi. Non tutte Scopri di più

Vita e opere di Sofocle: il drammaturgo greco
vita e opere di sofocle

Sofocle è stato un drammaturgo greco ed è considerato uno dei maggiori autori della tragedia greca, assieme ad Eschilo ed Scopri di più

Alchimia nel Medioevo: il legame tra chimica e filosofia
Alchimia nel Medioevo: il legame tra chimica e filosofia

Il termine alchimia deriva dall’arabo, al-khīmiyya, in cui al è articolo determinativo e khīmiyya lo si può tradurre come chimica, Scopri di più

Comunicazione non verbale: come interpretare i segnali del corpo
Comunicazione non verbale: come capire ciò che il corpo dice

La comunicazione non verbale è un tipo di comunicazione che non fa uso della parola, ma si avvale di segnali Scopri di più

Musei da visitare a Catania: i 3 consigliati
Musei da visitare a Catania

Catania, uno dei capoluoghi di provincia siciliani, fu fondata nell'VIII secolo a.C. dai greci. Si tratta di una città affascinante situata sulla Scopri di più

A proposito di Giorgia D'Alessandro

Laureata in Filologia Moderna alla Federico II, docente di Lettere e vera e propria lettrice compulsiva, coltivo da sempre una passione smodata per la parola scritta.

Vedi tutti gli articoli di Giorgia D'Alessandro

Commenta