I quadri astratti fanno capo al movimento artistico dell’astrattismo. Arshile Gorky spiegò che “l’arte astratta permette all’uomo di vedere con la mente ciò che non può vedere fisicamente con gli occhi“. Più precisamente, la pittura astratta non vuole rappresentare la realtà, ma utilizzare linee, punti e colori per esprimere concetti e messaggi. Di fronte a un’immagine irriconoscibile, si percepisce l’intento dell’artista, anche se spesso è necessaria una spiegazione per comprenderla pienamente.
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Kandinsky: il pioniere dei quadri astratti
L’astrattismo affonda le radici nel Simbolismo, nel Fauvismo e nel Cubismo. Se dovessimo indicare il suo pioniere, il nome è indubbiamente quello di Wassily Kandinsky. Nel 1910, nel suo manifesto “Lo spirituale nell’arte“, spiegò la propria concezione artistica: l’arte, come la musica, non deve imitare la natura, ma indagarne l’aspetto interiore. È autore della prima opera riconosciuta come quadro astratto, un acquerello del 1910.
Le tre categorie dell’arte di Kandinsky
Kandinsky, la cui opera è ampiamente esposta in musei come il Guggenheim, suddivise le sue opere astratte in tre categorie principali, descrivendo un percorso progressivo dall’osservazione della natura all’espressione puramente interiore.
Categoria | Descrizione e scopo |
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Impressioni | Opere ispirate direttamente dalla natura, che conservano ancora un legame riconoscibile con la realtà esteriore |
Improvvisazioni | Dipinti che nascono in modo spontaneo, come espressioni inconsce della natura interiore e spirituale dell’artista |
Composizioni | Opere costruite lentamente e in modo deliberato, considerate le più importanti perché uniscono l’intuizione alla ragione in una sintesi perfetta |
Analisi dei suoi quadri astratti più celebri
Composizione VI (1913)
Appartenente alla collezione dell’Ermitage, Composizione VI ci travolge con un’esplosione di colori e forme. Osservando i disegni preparatori, si evince che il tema è la catastrofe dell’Apocalisse, in particolare il Diluvio Universale. Kandinsky trasforma un soggetto narrativo in “un’essenza interiore puramente pittorica“. I colori rosa e bianco al centro sembrano galleggiare sulla tela, determinando il “suono interiore” del quadro.
Improvvisazione 26 (remi) (1912)
Tra il 1909 e il 1914, Kandinsky creò 35 improvvisazioni, opere che visualizzano le sensazioni della sua natura interiore. Questo quadro, esposto a Monaco, è uno dei più conosciuti. Sebbene si possano ancora intravedere delle forme (le linee nere curve ricordano i remi di una barca), la tecnica vuole rappresentare una serie di emozioni attraverso l’uso del colore e della composizione, per solleticare i sensi proprio come fa la musica.
Gli altri padri dell’astrattismo
Sebbene Kandinsky sia considerato il pioniere dell’astrattismo lirico, basato sull’emozione e l’istinto, è importante ricordare che quasi contemporaneamente altri artisti arrivarono a conclusioni simili attraverso percorsi diversi. L’olandese Piet Mondrian sviluppò l’astrattismo geometrico (Neoplasticismo), riducendo la realtà a linee rette e colori primari. Il russo Kazimir Malevič, con il Suprematismo, portò l’astrazione all’estremo, dipingendo il suo celebre “Quadrato nero” (1915).
Fonte dell’immagine di copertina: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 11/09/2025