San Giorgio e il drago

Per una consuetudine, da tempo duratura, si crede che San Giorgio era un militare e per questo era inizialmente uso raffigurarlo nelle vesti di un legionario romano.

Ben poco altro si conosce di lui e dei momenti della sua vita, pochi sono gli elementi storicamente certi e la sua popolarità è legata a una diffusa leggenda, quella che lo vede combattere con un drago.

È il protettore, in Italia, delle città di: Ferrara, Genova e Reggio Calabria e in Russia della città di Mosca.

Il suo culto è molto diffuso sia nel mondo cattolico sia in quello ortodosso. L’iconografia più conosciuta lo raffigura a cavallo, colto nell’atto di combattere e uccide un drago, il più delle volte il mantello dell’equino è di colore bianco.

Questo episodio è descritto nel libro intitolato “Leggenda Aurea” o “Legenda Aurea”, una narrazione di vite di santi, scritta in lingua latina, da Jacopo da Varazze, noto anche come Jacopo da Varagine, vescovo di Genova.

La leggenda pur basandosi sempre sugli stessi elementi principali, si conosce in varie versioni. A tutte sono comuni: la principessa, il cavaliere, il drago e la pozza d’acqua.

L’ambientazione prevede uno stagno, agitato da un drago e posto nelle vicinanze di un borgo abitato. Gli abitanti del luogo sfamavano il mostro offrendogli due pecore al giorno. Finiti gli animali, si videro obbligati a scegliere a sorte fra gli abitanti del villaggio chi fra loro dovesse subire quella crudele fine. Venne il giorno in cui il destino indicò la figlia del re. Mentre la fanciulla andava incontro alla sua amara sorte, sul cammino incappa in Giorgio di Cappadocia. Il cavaliere armato di lancia che affrontò e vinse il drago.

L’animale, con la cintura del militare, si fece legare al collo dalla fanciulla e a questo punto i tre si diressero al villaggio.

A questo punto si aprono varie liete fini.

La più frequente è che al loro arrivo gli abitanti fuggono dal villaggio e ritornano solo dopo che San Giorgio ha decapitato il drago.

Oppure San Giorgio chiede a tutti gli abitanti di farsi battezzare e solo a promessa accetta uccide il drago. Il re e la maggior parte degli abitanti abbracciano la fede cristiana, ma i pochi che non accettarono il battesimo uccisero il cavaliere.

Un lieto fine si ha con il fidanzamento e il matrimonio fra la principessa e il cavaliere, a cui seguirà la caccia al drago. I mostri sono stanati dall’azione degli elefanti e costretti ad alzarsi in volo, durante il quale in gran parte sono abbattuti dai partecipanti alla caccia.

La leggenda conosce anche una variante, dove San Giorgio combatte con il drago perché l’animale era a guardia di una sorgente e con la sua presenza non permetteva all’acqua il fuoriuscire.

In questo caso la sconfitta del drago mette fine alla siccità della terra e fa identificare il santo come l’apportatore della pioggia.

In quale località si è svolta la leggendaria lotta ?

Anche in questo caso non troviamo un’unica risposta.

Una prima collocazione può essere individuata nei pressi di Giaffa, dunque non eccessivamente distante dalla località ove San Giorgio è nato. Oppure in quella che ancora al giorno d’oggi si chiama la baia di San Giorgio, una piccola baia della costa del Libano, a Nord di Beirut.

A dimostrazione della grande popolarità di cui gode il Santo cavaliere un’altra possibile località si trova in Inghilterra, sulle colline del Berkshire. Dove in un’area non cresce più erba. Questo a causa del sangue del drago lì versato. Fuoriuscito a seguito del colpo di lancia inflitto dal Santo alla feroce fiera.

Se vuoi saperne di più puoi leggere San Giorgio agiografia e curiosità.

 

Nell’illustrazione: Piatto da muro in metallo con al centro la raffigurazione della Leggenda di San Giorgio e il Drago. La figurazione è realizzata a sbalzo. Il lavoro è databile fra XVIII e il XIX secolo.

 

 

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