Shylock, l’ebreo-usuraio di Shakespeare: perché è una figura negativa?

Shylock: perché è una figura negativa?

Chi è Shylock ne Il Mercante di Venezia di Shakespeare?

Da quest’opera, scritta da William Shakespeare, possiamo notare come anche la commedia consideri la figura dello straniero, in questo caso, quella dell’ebreo. Ma Il Mercante di Venezia è una commedia? 
Tecnicamente sì, dato che nel Folio è inclusa nella sezione delle commedie, ma sappiamo che è una commedia che presenta un elemento fortemente tragico che viene rappresentato proprio dal personaggio di Shylock. 

Ma perché Shylock viene rappresentato in quel modo all’interno dell’opera? 
Il motivo è legato principalmente a ragioni storiche che riguardano la presenza ebrea in Europa nel periodo shakespeariano. 
Già nel 1500 era presente una grossa comunità di ebrei a Venezia, stanziati come residenti già dal XIII secolo, ma ciò non significa che fossero ben accetti. Infatti a Venezia nel 1420 vengono promulgate due leggi a loro discapito: una del 1423 che vietava agli ebrei la possibilità di essere proprietari terrieri, l’altra del 1426 che proibiva loro la costruzione di luoghi di culto, e permetteva lo svolgimento dei loro rituali solo ed esclusivamente dentro le mura della propria casa.
Questi limiti resteranno anche in epoche successive, cosa che porterà nel 1516 alla nascita del famoso Ghetto, unico quartiere in cui potevano vivere liberamente gli ebrei.
Cambiando scenario e trasferendoci la Londra invece, non ci sono molti ebrei di cui si ha notizia, ma molto significativo fu il caso del personaggio Rodrigo Lopez, medico personale della regina e di origini ebree che venne condannato a morte nel 1594 perché pare avesse complottato un fantomatico avvelenamento ai danni della regina.
Questo ovviamente non ha contribuito all’accettazione degli ebrei all’interno della società, anzi, erano costretti a vivere continuamente nell’anonimato e l’unico modo per evitare tutto ciò era convertirsi al cristianesimo ed essere accolti nella domus conversorum, un edificio che ospitava gli ebrei senza casa che si erano convertiti.
Possiamo dire quindi che non hanno mai avuto vita facile, soprattutto in Inghilterra, quando nel 1290 Edward I promulgò un editto di espulsione di tutti gli ebrei.

Per quanto concerne invece l’immagine che si aveva degli ebrei durante quest’epoca (XV-XVI secolo), abbiamo varie testimonianze da parte dei letterati. 
John Foxe ad esempio scrive un Sermone in cui definisce gli ebrei come individui di cui non ci si può fidare, violenti, aggressivi e addirittura che, in particolari giornate del loro calendario, si credeva uccidessero bambini cristiani e facessero del loro sangue una bevanda celebrativa.
Altri stereotipi provengono da James Howell, secondo cui gli ebrei emanino un cattivo odore; oppure Thomas Calvert ci dice che sono esseri mostruosi che vanno al di là della comune comprensione, sostenendo addirittura che anche i maschi avessero le mestruazioni.
E poi, lo stereotipo più comune: il cannibalismo
Si credeva che gli ebrei praticassero quest’azione a cadenza giornaliera: Shakespeare è consapevole dell’assurdità del tutto e per questo nel testo de Il Mercante di Venezia riprende questa credenza e ci gioca spesso, facendo continuamente battute e giochi di parole su questo stereotipo.
Infatti sappiamo che l’intera vicenda si basa su un contratto stipulato tra Shylock e Antonio, il mercante di Venezia, secondo cui se quest’ultimo non dovesse rispettare le scadenze dovrà pagare pegno con una libbra di carne, che alla fine si scoprirà essere proprio il cuore.

Quindi è proprio questo lo scenario storico-culturale in cui scrive Shakespeare, ed è per questo che ha voluto riprendere la concezione di ebreo per stereotiparlo il più possibile, in modo tale da creare un effetto quasi inverso e creare delle situazioni talmente assurde da risultare surreali.

Come dal titolo del nostro articolo, il ruolo di Shylock all’interno dell’opera è quello di usuraio. Ma perché?
Anche questo è spiegabile tramite una contestualizzazione storica. Il nome Shylock ha delle origini ancora oggi sconosciute, ma in molti lo associano al termine in lingua ebraica shallack, che si utilizzava proprio per riferirsi agli usurai.
Dal momento che gli ebrei non potevano essere proprietari di beni immobili, per poter vivere dovevano perciò lavorare sulla liquidità, essendo l’unica cosa che gli era permesso possedere.
Quindi l’associazione ebreo=usuraio nasce proprio da una questione storico-culturale, perché gli ebrei in Europa non potevano avere nulla e quindi non avevano altra scelta che mettere in circolazione del denaro e farlo fruttare per metodi traversi, attraverso quindi l’usura.
Gli ebrei diventarono parte integrante e fondamentale della società, infatti Francis Bacon nel 1625, in un suo saggio chiamato “Of usury” si oppone fortemente alla considerazione negativa dell’usura da parte dei cristiani. Infatti, nonostante lui condanni alla base il tipo di meccanismo che c’è dietro perché può andare a discapito dei mercanti onesti, al tempo stesso la promuove perché molti di questi mercanti riescono a procedere nella loro attività proprio grazie ai soldi presi in prestito da questi usurai, come farà poi lo stesso Antonio con Shylock.
Quindi, non è un azzardo dire che se gli usurai dovessero essere fermati, tutto il commercio si fermerebbe a sua volta.
Infatti Il Mercante di Venezia problematizza proprio la questione dell’usura: se da una parte la condanna, mettendo in risalto tutto il marcio che c’è dietro, dall’altra ne sottolinea l’importanza.

fonte immagine: wikipedia

A proposito di Bassano Vincenzo

Laureato in Lingue e Culture Comparate presso l'università L'Orientale di Napoli. Specializzato in lingua e letteratura inglese e giapponese. Grande appassionato di cinema, videogiochi, anime e fumetti.

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