3 Commedie di Shakespeare da conoscere assolutamente

Commedie di Shakespeare

William Shakespeare, conosciuto come il Bardo di Avon, è certamente tra i più grandi autori della storia, capace di lasciare un segno indelebile nella letteratura, grazie alla sua abilità nello spaziare tra argomenti, sentimenti umani, generi teatrali e toni narrativi. Il mondo di Shakespeare è un universo di manifestazioni interiori, un intreccio di emozioni che si muove tra l’entusiasmo e la disperazione. Un’alternanza di commedie, tragedie, drammi storici e sonetti. Questo testo offre una panoramica delle commedie di William Shakespeare.

Caratteristiche delle commedie shakespeariane

William Shakespeare fu il più grande esponente del teatro elisabettiano, condensando nelle sue opere tutte le innovazioni che la nuova tradizione teatrale inglese stava adottando, tra cui: la rielaborazione di modelli storici, come quello senecano, la fusione di argomenti tragici e comici, il superamento delle unità aristoteliche e l’ispirazione derivata dal teatro italiano. Questi elementi permisero al drammaturgo di creare nuovi modelli teatrali, fatti di situazioni realistiche e personaggi vivi, psicologicamente complessi e che indagano un nuovo mondo di sentimenti e di tabù, nascosti nell’animo umano.

Il legame con l’Italia

Se la cultura italiana ebbe un ruolo primario nell’ispirare il teatro elisabettiano, per le commedie di William Shakespeare essa fu ancora più centrale. Ciò si può notare non solo dalla continua ambientazione italiana di molte delle sue commedie, ma soprattutto dal fatto che la rivoluzione teatrale, operata dal drammaturgo, nasce essenzialmente dalla tradizione italiana. La sua opera, infatti, può essere vista in continuità con il teatro italiano del primo Cinquecento, e ne può essere considerata un’evoluzione, soprattutto nella forma di una sperimentazione scenica ulteriore. L’unicità del teatro shakespeariano nasce dall’ispirazione di vicende teatrali italiane unita al recupero e alla reinterpretazione di forme classiche di teatro, e dall’indipendenza da qualsiasi articolazione spazio-temporale.

Personaggi e temi delle commedie di Shakespeare

I personaggi delle commedie shakespeariane sono figure complesse e sfaccettate, che incarnano le passioni e le debolezze umane. Shakespeare affronta temi universali, come l’amore, in tutte le sue forme, l’identità, spesso attraverso il travestimento e lo scambio di ruoli, e la giustizia, mettendo in scena le storture e le ambiguità del potere.

Tre commedie di Shakespeare da conoscere

Quali sono, quindi, le commedie di Shakespeare che hanno riscosso più successo? Che sono state messe in scena più volte? Che hanno contribuito a rendere l’autore uno dei più grandi scrittori di sempre? Vediamone tre, che racchiudono insegnamenti di vita inimitabili.

Il mercante di Venezia

Portare la realtà sul palcoscenico, in tutte le sue sfaccettature e storture. Questo è uno dei tratti unici del teatro di Shakespeare e delle sue commedie, un tratto che nel Mercante di Venezia è assolutamente evidente. Una commedia dai toni a volte cupi, che pone l’attenzione su argomenti profondi, come il conflitto razziale. La vicenda è raccontata attraverso una ricchezza semantica unica, che nasconde una serie di piani di interpretazione, sospesa tra il bene e il male, che spesso si fondono e si mescolano. Diviene così, dopo una lettura approfondita, difficile capire chi sia il buono e chi il cattivo nella disputa tra Antonio e Shylock. Un’opera che si basa sulle sottigliezze, che si perde tra i rivolgimenti delle personalità dei personaggi, tra la presa in giro di una giustizia cristiana, e che si chiude con uno dei monologhi sulla tolleranza e l’uguaglianza più belli di sempre.

“…Ha goduto per le mie perdite e ha dileggiato i miei guadagni, ha disprezzato la mia razza, ha intralciato i miei buoni affari, ha allontanato da me i miei buoni amici e mi ha aizzato contro i nemici! E tutto questo per quale ragione? perché sono ebreo! E dunque? Non ha forse occhi un ebreo? Non ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre egli forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non viene ferito forse dalle stesse armi? Non è soggetto alle sue stesse malattie?Non è curato e guarito dagli stessi rimedi? E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano? Se ci pungete non versiamo sangue, forse? E se ci fate il solletico non ci mettiamo forse a ridere? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci usate torto non cercheremo di rifarci con la vendetta? …”

Come vi piace

Tra le commedie di Shakespeare, Come vi piace è una delle più rappresentate e, allo stesso tempo, più discusse. Molti ritengono che la qualità della narrazione non sia all’altezza di altri capolavori dell’autore, che i personaggi non siano riusciti. Qualcuno, sottolineando la presenza di quel “vi” nel titolo, ha anche ipotizzato che la commedia sia stata scritta semplicemente per compiacere il pubblico. C’è anche chi però celebra la commedia come una delle più riuscite, profondamente musicale, evocativa e allusiva, capace di fondere poesia pastorale e teatro, e caratterizzata da uno dei personaggi femminili più iconici: Rosalinda. Nella foresta di Arden, i personaggi indagano le istanze psicologiche e spirituali più pure di ogni essere umano, dall’amore all’invidia, passando per l’amicizia e la tolleranza. Il racconto si sviluppa tra l’indagine di sé stessi, dell’altro, della sessualità, tra scambi di generi, travestimenti, amori e fraintendimenti, fino ad arrivare al lieto fine.

“Tutto il mondo è un palcoscenico, donne e uomini sono solo attori che entrano ed escono dalla scena. Ognuno nella sua vita interpreta molti ruoli e gli atti sono le sette età della vita. Dapprima l’uomo è un bambino che frigna fra le braccia della nutrice, poi uno scolaro lamentoso e svogliato che si incammina verso la scuola a passo di lumaca. Poi è un innamorato che sospira come un mantice, più tardi un soldato baffuto e lesto di mano, poi un giudice sentenzioso…”

Sogno di una notte di mezz’estate

Una delle commedie più straordinarie di Shakespeare, Sogno di una notte di mezz’estate è un vero capolavoro. Il Bardo invita lo spettatore ad assistere “sonnecchiando”, in modo da potersi perdere nelle vicende di una romantica storia d’amore che si svolge in una notte, tra gli alberi di un boschetto incantato vicino ad Atene. Tra innamoramenti, inseguimenti, incantesimi, fate, uomini trasformati in asini e bambini prodigio, Shakespeare rappresenta gli sconvolgimenti interiori che le passioni amorose causano. L’amore è una forza che viene rappresentata dal succo di un fiore magico, che posto sulle palpebre di chi dorme, scatena un’attrazione verso la prima persona che si vede. Attraverso questo artificio Shakespeare rende la natura mutevole dell’eros. Una passione talmente forte da poter piegare a sé lo scorrere del tempo, che come in un sogno, viene compresso o allungato a seconda della vicinanza dell’oggetto d’amore. Il poeta mette in scena la forza dell’attrazione, che funziona attraverso leggi sconosciute, che inganna gli occhi e crea e disgrega una realtà che probabilmente non esiste.

“Più strane che vere. Mai sarò indotto a credere a queste favole grottesche, a queste storielle di Fate. Gli innamorati e i pazzi hanno i cervelli in tale ebollizione, e tanto fervide son le loro fantasie, che concepiscono più di quanto il freddo raziocinio mai comprenda. Il lunatico, l’innamorato e il poeta, sol di fantasie sono composti.”

Le commedie di William Shakespeare, con la loro ricchezza e profondità, restano un punto di riferimento imprescindibile per la cultura occidentale e per la comprensione della natura umana.
Per maggiori informazioni sull’autore, visita la pagina Treccani a lui dedicata.

Fonte immagine: Pixabay 

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A proposito di Giuseppe Musella

Laureato in mediazione linguistica e culturale presso l'Orientale di Napoli. Amo tutto ciò che riguarda la letteratura. Appassionato di musica, anime, serie tv e storia. Visceralmente legato a Napoli.

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