Sigurd, storia dell’eroe che ammazzò il drago

Sigurd: l'eroe che ammazzò il drago

Sigurd – italianizzato in Sigfrido – è uno degli eroi più celebri della mitologia norrena e germanica. Le sue gesta ci sono pervenute attraverso due grandi tradizioni: quella germanica, immortalata nel poema epico Il canto dei Nibelunghi, e quella norrena, narrata nella Saga dei Völsungar. In questo articolo ci concentreremo sulla tradizione norrena per raccontare la leggenda più famosa legata all’eroe: la sua epica lotta contro il drago Fáfnir.

Chi era Sigurd? Le fonti del mito: Canto dei Nibelunghi e Saga dei Völsungar

Secondo il mito norreno, Sigurd è figlio di re Sigmund e discendente diretto del dio Odino. La sua storia è principalmente narrata in due opere fondamentali: il poema epico tedesco Il canto dei Nibelunghi (Nibelungenlied), dove è chiamato Sigfrido, e la saga leggendaria islandese Saga dei Völsungar, che si concentra sul mito di Sigurðr. Le due versioni presentano differenze, ma condividono il nucleo della leggenda.

Le tappe del mito di Sigurd e Fafnir

La lotta contro il drago Fafnir è il momento centrale della formazione dell’eroe. Ecco le tappe principali della leggenda secondo la Saga dei Völsungar.

Fase del Mito Evento 
L’educazione Sigurd viene cresciuto dal nano fabbro Reginn, che lo addestra per recuperare un tesoro maledetto.
La preparazione Con l’aiuto di Odino, Sigurd ottiene il cavallo Grani e la spada riforgiata Gramr.
L’uccisione del drago Seguendo i consigli di Odino, Sigurd uccide il drago Fafnir, fratello di Reginn, e si impossessa del suo tesoro.
L’acquisizione della saggezza Mangiando il cuore del drago, Sigurd acquisisce la capacità di comprendere il linguaggio degli uccelli.
La vendetta Scoperto il tradimento di Reginn, Sigurd lo uccide e parte con il tesoro maledetto.

L’infanzia di Sigurd: l’educazione di Reginn e il desiderio di vendetta

Inviato da piccolo presso la corte danese, il giovane Sigurd cresce sotto le cure del fabbro Reginn, un nano. Il rapporto tra i due è simile a quello tra padre e figlio, ma Reginn ha un piano: desidera che Sigurd diventi un guerriero abbastanza forte da recuperare il tesoro rubato alla sua famiglia dal fratello, Fáfnir. Fáfnir è un personaggio ambiguo: un tempo nano, l’avidità per un tesoro maledetto lo ha trasformato in una creatura mostruosa, un drago-serpente noto come lindworm.

Il destriero Grani e la spada Gramr: i doni di Odino a Sigurd

Istigato da Reginn, Sigurd si reca dal re danese per chiedere un destriero. Consigliato da un vecchio viandante con un occhio solo – che è in realtà il dio Odino sotto mentite spoglie – sceglie un cavallo di nome Grani, discendente di Sleipnir, il cavallo di Odino stesso. Successivamente, Reginn forgia per Sigurd una spada eccezionale, ricavata dai frammenti di Gramr, l’arma appartenuta a suo padre Sigmund.

Lo scontro con Fafnir: l’astuzia di Sigurd e la maledizione del tesoro

Reginn e Sigurd partono quindi verso Gnitaheiðr, la tana di Fáfnir. Reginn suggerisce a Sigurd di scavare una fossa per tendere un’imboscata al drago, ma ancora una volta Odino interviene e consiglia all’eroe di scavare più fosse per drenare il sangue velenoso della creatura. Seguendo le istruzioni del dio, Sigurd riesce a trafiggere il cuore di Fáfnir. In punto di morte, il drago lo avverte di non toccare il tesoro, perché è maledetto. L’oro, infatti, contiene l’anello magico Andvaranautr, capace di produrre ricchezza ma che condanna alla morte chiunque lo possegga. È per questo anello che Fáfnir e Reginn avevano ucciso il proprio padre.

Il cuore del drago: la comprensione del linguaggio degli uccelli e il tradimento di Reginn

Una volta morto il drago, Reginn chiede a Sigurd di cucinargli il cuore. Toccando il cuore per saggiarne la cottura, Sigurd si brucia il dito e lo porta alla bocca. Il sangue del drago gli conferisce immediatamente la capacità di comprendere il linguaggio degli uccelli. Ascoltandoli, scopre le vere intenzioni di Reginn: ucciderlo e fuggire con il tesoro. Prevenuto, Sigurd uccide il nano traditore e si allontana con l’oro maledetto, pronto per nuove avventure.

Nella letteratura e nella cultura popolare

La figura di Sigurd, con le sue gesta, ha ispirato innumerevoli opere. In tempi più recenti, la sua storia ha affascinato autori come William Morris (“Sigurd the Volsung”, 1876) e J.R.R. Tolkien, che si ispirò a Sigurd e al mito di Fafnir per la creazione di Túrin Turambar e del drago Glaurung, così come per la figura di Smaug ne Lo Hobbit. La leggenda è stata ripresa in opere cinematografiche, televisive e musicali, come il ciclo di opere “L’anello del Nibelungo” di Richard Wagner, a testimonianza del suo fascino intramontabile.

Articolo aggiornato il: 30/08/2025

Fonte immagine: Wikipedia

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