La tarantella può essere definita come una peculiare tipologia di danza popolare. È particolarmente diffusa nel sud Italia e si presenta in diverse varianti, come la Pizzica Salentina o la Tarantella Calabrese, a seconda delle tradizioni specifiche del territorio considerato. In questo approfondimento ci concentreremo sulla sua forma più iconica: la tarantella napoletana.
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Origini della tarantella: dal tarantismo ai riti dionisiaci
L’appellativo tarantella risale al XVII secolo e deriva dal fenomeno del tarantismo, una tradizionale pratica magico-religiosa tipica della Puglia. Questa consisteva in una cerimonia musicale utilizzata per curare le persone, generalmente donne, colpite da attacchi isterici e convulsioni. Si pensava che questi sintomi fossero da ricondurre al morso della tarantola, animale che si incontrava nei campi durante il raccolto, ed è infatti dal nome di questo ragno che deriva la denominazione della danza.
Se è vero che il termine tarantella è da rinvenirsi nella tradizione pugliese, è altrettanto vero che le origini storiche di queste danze sarebbero in realtà ben più antiche. Si ritiene, infatti, che questi balli siano ciò che resta di alcuni antichissimi riti pagani. Le sue origini sarebbero da ricondurre all’influenza greca che subì il Sud Italia in età arcaica, periodo in cui le coste della Magna Grecia erano sede dei cosiddetti riti dionisiaci. Queste pratiche erano legate al culto di Dioniso, dio del vino e dell’ebbrezza. I riti dedicati a queste divinità avevano generalmente luogo tramite balli, canti e rituali sfrenati.
Con l’avvento del cristianesimo e con la conseguente repressione della religione pagana, questi rituali vennero trasformati e rielaborati come danze popolari. Nonostante la perdita del legame con il culto delle divinità, la tarantella continuò ugualmente a preservare il suo carattere magico, come prova il suo impiego per curare il presunto morso della tarantola.
Caratteristiche della tarantella in sintesi
Ecco un riassunto delle sue caratteristiche fondamentali, con un focus sulla versione napoletana.
Elemento | Descrizione |
---|---|
Origine del nome | Dal “tarantismo”, rito di guarigione dal morso della tarantola. |
Nome a Napoli | Tammurriata (dal nome dello strumento principale, la tammorra). |
Esecuzione | Danza di coppia, spesso eseguita all’interno di un cerchio di persone. |
Strumenti principali | Tammorra, castagnette, triccheballacche, putipù. |
Carattere | Sociale e inclusivo, senza distinzione tra ballerini e spettatori. |
La tarantella napoletana: la tammurriata
Individuato il legame tra tarantella e riti pagani, è agevole comprendere le ragioni per le quali questa danza è divenuta fondamentale nella cultura partenopea. La città di Napoli, ricchissima di storia e miti, conserva un forte legame con le tradizioni. Anche nel territorio campano gli antichi riti dionisiaci si sono evoluti, arrivando ad assumere la forma della tarantella napoletana, detta anche tammurriata.
L’appellativo tammurriata deriva dalla “tammorra”, uno degli strumenti musicali che maggiormente caratterizzano questa danza. La tammorra rappresenta il fondamentale mezzo mediante il quale è possibile dare vita alla tarantella napoletana, un ballo intramontabile che è un pezzo di storia della cultura partenopea.
Gli strumenti della tammurriata
La tarantella napoletana, tradizione a cui sono dedicati molti eventi, è una danza che si balla a coppie. La musica della tammorra è normalmente accompagnata da altri strumenti tipici:
- Tammorra: un grande tamburo a cornice con membrana di pelle animale e dischetti di metallo.
- Castagnette: nacchere in legno che i danzatori suonano per marcare il ritmo.
- Triccheballacche: uno strumento a percussione in legno con martelletti e piattini metallici.
- Putipù: un tamburo a frizione che produce un suono cupo e caratteristico.
Durante l’esecuzione della tammurriata non esistono attori e spettatori, tutti sono invitati a prendere parte alla danza. Si formano spontaneamente dei cerchi in cui suonatori, danzatori e partecipanti diventano un tutt’uno.
La tarantella nel linguaggio comune
La tarantella occupa un posto d’onore nelle tradizioni napoletane. Per i partenopei non è solo una danza, ma anche un’espressione entrata a far parte del linguaggio comune. Oggigiorno molti napoletani utilizzano il termine “tarantella” per definire quelle questioni o situazioni particolarmente articolate, problematiche e confuse.
La tarantella napoletana, con i suoi brani più famosi tra cui l’indimenticabile “Tammurriata Nera”, grazie al proprio inconfondibile ritmo d’altri tempi, è capace di coinvolgere tutti in una danza viva e appassionata.
Fonte immagine: http://www.virtualsorrento.com/it/arti/musica/strumenti_folklore/tammurriello.htm
Articolo aggiornato il: 27/08/2025