Veles è una delle divinità più importanti e complesse del pantheon slavo. Sovrano degli inferi, della magia e protettore del bestiame, la sua figura è centrale per comprendere la cosmologia degli antichi popoli slavi. La sua storia emerge principalmente dal suo scontro con il dio celeste del tuono, Perun.
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Lo scontro tra Veles e Perun: il mito della tempesta
La narrazione principale che riguarda Veles è il “mito della tempesta“, ricostruito dai filologi Ivanov e Toporov. Questo mito, fondamentale nella mitologia slava, descrive la lotta tra Veles e Perun. Il conflitto inizia quando Veles, spesso sotto forma di un grande serpente o drago, ruba qualcosa di prezioso a Perun (le fonti variano tra il figlio, la moglie o il bestiame celeste). Assumendo la forma di serpente, Veles risale l’albero del mondo per raggiungere la cima, dove risiede Perun. La reazione di Perun è violenta: scaglia le sue saette contro l’usurpatore, che fugge cercando di nascondersi. Alla fine, Perun riesce a uccidere Veles, e dal corpo squarciato del nemico fuoriesce sotto forma di pioggia ciò che era stato rubato, riportando fertilità alla terra.
Questo mito non rappresentava una lotta tra bene e male assoluti. I periodi di siccità erano interpretati come il furto di Veles, mentre le tempeste erano la battaglia divina e la pioggia la vittoria di Perun. Essendo un ciclo che si ripeteva annualmente, la morte di Veles non era permanente: egli rinasceva cambiando pelle, come un serpente. Questo mito è un classico esempio di uno schema indoeuropeo, come attestato da fonti accademiche come la Wikipedia, che descrive la lotta tra un dio del tuono celeste e un drago ctonio.
I domini di Veles: una divinità poliedrica
Veles non era considerato una divinità malvagia, ma piuttosto un dio complesso con giurisdizione su aspetti fondamentali della vita e della morte. Come spiegato dall’enciclopedia Treccani, la religione slava era basata su un forte dualismo.
| Dominio | Attributi e simboli |
|---|---|
| Signore degli inferi (Nav) | Dio ctonio che regna sul Nav, un mondo sotterraneo o acquatico. Associato all’acqua, alle paludi e alle radici dell’albero del mondo. Simboleggiato da un grande serpente. |
| Dio del bestiame e della ricchezza | Protettore dei pastori e della fauna selvatica. Le corna di toro o di ariete sono suoi simboli. La ricchezza nel mondo antico era legata al bestiame, da cui il suo ruolo di dio della prosperità. |
| Dio della magia e della saggezza | Il suo nome è legato alla parola “volhov” (stregone). È il custode della conoscenza segreta, protettore di poeti e musicisti. |
La sua influenza si estendeva anche all’agricoltura. In molti paesi slavi era diffusa la tradizione di “legare la barba di Veles”, che consisteva nell’annodare le prime spighe di grano per proteggere il raccolto dagli spiriti maligni.
Il sincretismo con il Cristianesimo
Con l’arrivo del Cristianesimo, la figura complessa di Veles fu divisa. Il suo aspetto ctonio e serpentino lo portò a essere identificato con il diavolo. Al contempo, il suo ruolo di protettore del bestiame fu assimilato da figure cristiane come San Biagio. In alcune tradizioni popolari russe, Veles è persino sincretizzato con San Nicola, visto come un protettore dei contadini e delle loro mandrie in opposizione a Sant’Elia (figura che ereditò gli attributi di Perun).
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 22/09/2025

