Tra scorci limpidi e un’atmosfera mitteleuropea, Berlino è una città da visitare almeno una volta nella vita. Ricca di musei, centro di importanti avvenimenti storici, la capitale della Germania è anche palcoscenico di una scena artistica e architettonica. Ecco 5 luoghi di interesse da visitare per viverla appieno.
Alan Bullock, importante biografo britannico di Adolf Hitler, disse che Berlino è “la città più simbolica del ventesimo secolo“. Tra quelli che sembrano scorci e piazze tranquille, quartieri dal profilo mite e un lieve stridio urbano interrotto solo dal rumore del vento, pullula una società cosmopolita, che fa di Berlino una città multietnica e moderna. Lontana dalla cultura mediterranea ma ricca comunque di storia, è una città piena che ha conquistato una libertà di pensiero proprio grazie al corso degli avvenimenti.
Berlino è anche una città viva e brillante, tra musica e arte, già dagli anni ’90 quando una controcultura underground prendeva possesso del tradizionalismo berlinese. Tanti sono i luoghi di interesse, che mettono in risalto l’aspetto storico di Berlino contro una nascente gentrificazione, ma 5 luoghi di interesse da visitare possono riassumersi come i simboli della città.
Berlino e i 5 luoghi di interesse da visitare
Alexanderplatz e la Torre della Televisione
Situata nel quartiere Mitte, Alexanderplatz è una delle piazze più importanti, nodo ferroviario, il cui nome deriva dallo zar Alessandro I, imperatore russo, che si recò in quella che allora era la capitale del regno di Prussia nel 1805. È divenuta con il tempo una zona di commercio principale per la città, fino a che durante la seconda guerra mondiale non fu quasi completamente distrutta; infatti, l’attuale profilo urbano è opera di una ricostruzione avvenuta negli anni Sessanta. Nonostante la conformazione un po’ troppo austera e artisticamente non d’effetto (a causa dello stile essenziale della Neue Sachlichkeit), Alexanderplatz convoglia edifici imponenti come la Berolinahaus e l’Alexanderhaus, l’Urania Weltzeituhr – un orologio che indica le ore di tutto il mondo -, o il centro commerciale e un grande grattacielo-albergo, ma soprattutto la Fernsehturm, la Torre della Televisione di Berlino. La torre, centro delle antenne trasmittenti della città, si vede da più punti della città anche in lontananza e salendo fino alla sfera con vetrata (visitabile) situata circa a 200 metri di essa si gode di un panorama magnifico.
Checkpoint Charlie
Durante la guerra fredda, questo posto di blocco essenzialmente costituiva il confine tra la Berlino est e quella ovest, ed è un simbolo importante della storia tedesca. Controllato una volta dagli americani prima della caduta del muro, oggi è ancora possibile leggere all’inizio della via un cartello che reca la dicitura in più lingue “You are leaving the american sector”. Ora fortunatamente del passaggio dei blindati e dei militari in visita alla DDR rimane ben poco, ma una ricostruzione della cabina di controllo con soldati figuranti al seguito diverte i turisti in caccia di foto da immortalare.
La East Side Gallery e il Muro di Berlino
Il 9 novembre 1989 inizia simbolicamente l’abbattimento del muro di Berlino, emblema fisico della restrizione e della repressione non solo che viveva la città da anni, ma ben presto icona della vittoria della libertà in tutto il mondo. Poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel corso della conferenza di Jalta si decise che Berlino doveva essere spartita in quattro settori, amministrati da Unione Sovietica (Berlino est) Stati Uniti d’America, Regno Unito e Francia (Berlino ovest). Qualche anno dopo, i sovietici bloccarono tutti gli accessi alla parte nemica, e divenne estremamente difficile per i cittadini poter recarsi liberamente da una parte all’altra della città, passaggio reso impossibile con l’erezione del muro.
Molte furono i tentativi di fuga, così come le vittime, fin quando nel 1989 il nuovo governo decise di garantire la possibilità di passaggio: appena la notizia circolò via media il 9 novembre, migliaia di berlinesi si recarono a piedi verso il muro e le guardie a causa dell’enormità della folla furono costrette ad aprire i posti di blocco senza seguire nessuna regola. Soltanto l’anno successivo la Germania fu unificata, e l’abbattimento vero e proprio del muro avvenne, ad eccezione di parti di esso che oggi sono considerati eccezionali monumenti.
La zona della città più visitata dove possiamo trovare i resti, qui rimasti nella loro posizione originaria, è l’East Side Gallery, su la riva del fiume Sprea. Oggi sulle pareti di quella che un tempo era la personificazione della violazione del diritto alla vita, possiamo vedere numerosi graffiti e murales disegnati da artisti diversi per onorare Berlino e la libertà – sicuramente il più famoso è quello che ritrae il bacio tra i due politici Erich Honecker e Leonid Brežnev.
Il Memoriale dell’Olocausto (o Memoriale per gli ebrei assassinati d’Europa)
Progettato dall’architetto Peter Eisenman negli anni Settanta per commemorare le vittime della Shoah, il Memoriale è la testimonianza più importante della persecuzione degli ebrei, oltre ad essere un omaggio alle vittime dell’oppressione nazista. Infatti, all’interno del museo è presente una vasta documentazione su tutti gli ebrei uccisi non solo in Germania ma in tutta Europa. I blocchi grigi di cemento all’esterno sono alternati ad un sali scendi, come fosse un labirinto, che simboleggia proprio lo spaesamento delle vittime sotto crudeltà.
La Porta di Brandeburgo
Nello stile architettonico e nel significato, si differenzia invece la Porta di Brandeburgo (Brandeburg Tor), simbolo della Berlino unificata. Con i suoi richiami classici infatti, ricorda i maestosi templi della Grecia antica, tanto che nel Settecento si aggiunse in cima una statua in rame che rappresenta una quadriga in cui la dea della Vittoria è trainata su un carro da cavalli: purtroppo quella che vediamo oggi è solo una ricostruzione.
Ilaria Casertano