Calabria greca: 3 leggende da conoscere

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La Calabria greca, oltre a preservare il suo carattere fortemente ellenico attraverso la sua storia, le sue tradizioni e la protezione e diffusione del suo patrimonio culturale, è una regione culla di miti e leggende interessanti.

Scopriamo insieme 3 leggende che interessano la Calabria greca

1. La rocca del drago e le caldaie del latte a Roghudi

Rocca del drago è il nome di una costituzione rocciosa sita tra Bova e Roghudi vecchio, piccoli comuni nell’area grecanica calabrese. Questo bizzarro nome deriva dalla somiglianza tra questa particolare roccia e un drago a tre occhi. Secondo la leggenda, sotto questa roccia viveva un drago cieco che terrorizzava gli abitanti del paese e a cui venivano offerti dei bambini in dono come sacrifici. Gli abitanti del luogo poi, riempivano di latte e delizie varie dei vani, chiamati poi caldaie, per calmare l’ira del mostro. Tra le leggende nella Calabria greca se n’è diffusa un’altra versione che narra che il drago avesse nascosto un tesoro prezioso proprio sotto quella pietra che sarebbe spettato a chi avesse offerto un gatto nero, un bambino e un capretto. Al di là della leggenda, sia la roccia che le caldaie hanno catturato l’attenzione di molti per le loro forme particolari e sono state formulate varie ipotesi sulle loro origini. La più accreditata è che siano stati creati da mano umana durante il periodo neolitico, ma non manca chi ritiene siano solo delle bizzarre forme create da madre natura.  

2. Pietra Cappa

Tra le leggende nella Calabria greca, quella che vede come protagonista Pietra Cappa è una delle più curiose. Questo monolite è ritenuto il più alto d’Europa e si trova nella valle delle grandi pietre in Aspromonte svettando sul paese di Natile superiore. Di origine antichissima, è divenuto, nel corso dei secoli, culla di molte leggende che riguardano la lotta tra il bene e il male. Tra queste, la più interessante ha a che vedere con la cristianità poiché il Messia si sarebbe recato in quel luogo a raccogliere delle pietre in compagnia dei discepoli. Secondo questa leggenda, solamente quella raccolta da Pietro, un piccolo ciottolo, fu trasformata in pane. A questo punto Pietro, peccando di malizia, raccolse una grande pietra, aspettando che si tramutasse in un grande pezzo di pane. Questa volta il Messia, volendo insegnargli una lezione, non la tramutò. La leggenda continua con il custode del paradiso che chiese che quel masso venisse posto in quel luogo e ingrandito, cosa che Gesù fece trasformandolo appunto nel monolite che vediamo oggi. Tra le leggende della Calabria greca è sicuramente la più curiosa e fantasiosa ed è anche una delle più conosciute dagli abitanti. 

3. Le leggende di Bova 

Bova è uno dei borghi più belli d’Italia nonché centro della Bovesìa. Tra la gente del luogo si è trasmessa negli anni una interessante leggenda che vede come protagonista il suo castello Normanno. La leggenda è  presente in due versioni: la prima ha a che fare con la regina Oichista, che avrebbe lasciato la sua impronta sul punto più alto della roccia. La fanciulla il cui piede avesse combaciato perfettamente avrebbe visto la montagna allargarsi di fronte a sé piena di tesori di inestimabile valore. Nella seconda versione si parla sempre di un’impronta, lasciata però dalla contessa Matilde di Canossa. In questo caso, la ragazza con l’impronta combaciante avrebbe avuto la conferma di una discendenza con la nobile.  

Queste sono alcune delle leggende della Calabria greca. Fantasiose, storiche o leggendarie sono tutte interessanti e custodite dalla popolazione del luogo che le tramanda di generazione in generazione.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons (foto di Cesare Barillà)

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