Città di Chongqing (Cina): una megalopoli sconosciuta

Chongqing: una megalopoli sconosciuta

Chongqing è una megalopoli della Cina centro-meridionale, costruita tra le montagne sulla confluenza dei fiumi Yangtze e Jialing, ed è una delle quattro municipalità autonome della Repubblica Popolare Cinese, che godono di uno status amministrativo pari a quello delle province. È fra le più estese aree urbane del pianeta, con il tasso di densità di popolazione più elevato al mondo: la zona urbana conta circa 8 milioni e mezzo di abitanti, ma entro i confini municipali si superano i 32 milioni; nonostante ciò, Chongqing è una città sconosciuta non solo a livello mondiale ma, talvolta, anche a livello nazionale.

Questa vasta area rurale, anche nota come “città nelle montagne”, negli ultimi decenni è andata incontro ad un rapido processo di urbanizzazione. , abbreviazione con cui si indica la città di Chongqing, deriva da un’antica denominazione del fiume Jialing. Ciò che è curioso è il significato originario di questo carattere cinese, che è quello di “cambiamento”, che sembra quasi suggerire il percorso di trasformazione intrapreso dalla città dal 1997, quando viene riconosciuta come municipalità autonoma.

Ma perché proprio Chongqing è stata sottoposta a questo rapido processo di urbanizzazione?

A livello commerciale Chongqing è il cuore dei traffici commerciali, in quanto capolinea della linea ferroviaria Yuxinou, la nuova via della seta che collega l’Europa alla Cina, nonché porto fluviale già importante in passato per i collegamenti  con le città sulla costa, tra cui Shangai.

A livello amministrativo, lo status autonomo la sottopone al diretto controllo del governo centrale, velocizzando i processi decisionali. Dal 1929 Chongqing divenne una municipalità della Repubblica di Cina, e il 14 marzo 1997 l’VIII Congresso Nazionale Popolare decise di unire la città di Chongqing con le limitrofe città di Fuling, Wanxian e Qianjiang nella municipalità di Chongqing. La nuova municipalità fu creata con l’intenzione di favorire lo sviluppo economico delle regioni occidentali della repubblica e offrire una nuova sistemazione alle persone distanti dalle aree interessate dalla costruzione della diga delle Tre gole, una centrale idroelettrica la cui realizzazione sarebbe stata necessaria per ridurre il rischio di inondazioni nel Sud della Cina, per rendere navigabile l’alto corso del Fiume Azzurro e per produrre energia elettrica.

D’altro canto, la ragione principale di questa massiccia urbanizzazione è sicuramente il lancio, da parte del governo cinese, della campagna Go West, che promuove lo sviluppo e le infrastrutture delle regioni povere dell’Ovest. È da attribuire a tale campagna il consolidamento dell’influenza di Chongqing nel quadro nazionale, in quanto ha finanziato la proliferazione delle infrastrutture a favore di un accelerato sviluppo economico. Sono state costruite autostrade, ferrovie, tunnel e ponti per collegare questa regione impercorribile agli altri avamposti della modernizzazione cinese: Pechino, Shanghai, Shenzhen. Tuttavia, anche se “crescita economica” è un’espressione usata come sinonimo di “progresso”, questa rapida urbanizzazione di Chongqing ha provocato numerosi problemi, come il rischio dell’esaurimento di risorse di territorio disponibili dovuto all’inefficienza della struttura urbanistica. È importante, quindi, stabilire un equilibrio tra densità della popolazione e urbanizzazione.

Con l’avvio di una politica economica di apertura, intrapresa dall’ex sindaco Bo Xilai e proseguita dall’attuale amministrazione, Chongqing ha saputo attrarre investimenti stranieri sempre più ingenti, diventando una vera e propria metropoli.

Struttura della città di Chongqing

Chongqing è un luogo sorprendentemente futuristico, tra grattacieli, ponti e metropolitane che, in alcuni tratti, attraversano l’interno degli edifici. Il suo paesaggio urbanizzato la rende la perfetta ambientazione per una pellicola cinematografica cyberpunk.

Lo studio di architettura internazionale Aedas ha svelato i piani per il progetto di ridefinizione della città: il Chongqing Xinhua Bookstore Group Jiefangbei Book City mixed-use project. Si tratta di un complesso dinamico al cui centro sorge Xinhua Bookstore Group, la più grande e diffusa catena di librerie nazionale, situata nel cuore del Central Business District di Jiefangbei, sede di spazi commerciali, residenziali, piazze culturali, uffici e hotel. Per quanto riguarda il design, Aedas ha tratto ispirazione da un antico proverbio cinese: «La conoscenza porta benessere», perché lo scopo del progetto è quello di promuovere lo sviluppo della città orientato all’innovazione culturale. A tal proposito, l’architettura si rifà alla forma di una pergamena che si dispiega attraverso terrazze e gradini, riflettendo lo spirito di saggezza e conoscenza a cui il progetto aspira. 

Lo sviluppo della città di Chongqing è attualmente in corso, con pronostici e progetti sempre più ambiziosi, in un’ottica sempre più globale.

La futura città automatizzata

L’urbanizzazione e lo sviluppo economico di una città rappresentano due facce della stessa medaglia. Oggigiorno viviamo all’interno della cosiddetta rivoluzione industriale 4.0, e le città stanno subendo processi di digitalizzazione e automatizzazione: questo prevede la ridefinizione di nuovi modelli e immaginari urbani.

Chongqing è il cantiere di un progetto pionieristico, che la renderà una città automatizzata a tutti gli effetti: A.I. Cloud Valley, che prevede la trasformazione della megalopoli in una smart city avanzata. Si tratta di una città futuristica, in cui i servizi tradizionali saranno resi maggiormente efficienti attraverso l’adozione dell’intelligenza artificiale e rappresentano un nuovo modo di interfacciarsi con la pubblica amministrazione, che sarà gestita da governanti virtuali. Questo progetto, presentato a fine 2020, è stato ideato dalla startup cinese Terminus Group. Lo scopo è quello di soddisfare i bisogni umani nel modo più rapido ed efficiente possibile: i dispositivi personali monitoreranno la popolazione raccogliendo i loro dati, che verranno poi trasferiti ai sistemi di intelligenza artificiale. Gli algoritmi si occuperanno di interpretare tali dati, per elaborare ed anticipare i bisogni della popolazione. Ovviamente, questo progetto non è esente da critiche: il costante monitoraggio degli abitanti implica una totale perdita della privacy e un conseguente infrangimento dei diritti umani.

La domanda, quindi, sorge spontanea: ci stiamo muovendo verso un futuro utopico o distopico? L’automazione urbana apre le porte ad un mondo che esclude ogni forma di sfruttamento e che promuove la diffusione del benessere; d’altro canto, però, ci si chiede: i robot che gestiranno le vite umane finiranno per sostituirle del tutto? Quali sono i limiti dell’intelligenza artificiale? Attualmente non esiste una risposta a nessuno di questi quesiti, ma l’intenzione degli ideatori è quella di mettere in piedi il progetto nel giro di pochi anni: le conseguenze, dunque, emergeranno in men che non si dica.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

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