I Pagani: la storia tra mito e leggenda

Pagani: la storia tra mito e leggenda

I primi abitanti di Pagani

È storicamente certo che i primi abitanti della città di Pagani furono gli Oschi che, varcate le Alpi, raggiunsero le nostre terre nel 2600 a.C. Li seguirono i Sarrasti, popolo di origine asiatica che, attratti dalla ricca vegetazione e dalla mitezza del clima, si fermarono nel Meridione. Alcuni gruppi di questi, nel 1500 a.C., si stabilirono nella valle nocerina, raccogliendosi in diversi villaggi e, per avere un centro di tutta la colonia, edificarono una città a cui diedero il nome di Nuceria. La loro particolarità era quella di essere un popolo più che civile per i loro tempi: basti pensare che furono maestri di religione e di arti, inventarono un alfabeto, fondarono città e conobbero le norme principali del vivere civile.
Quando il loro popolo fu disgregato, la città di Pagani, al tempo Nuceria, i territori limitrofi e buona parte della Campania, passarono sotto il controllo degli Etruschi, assimilandone l’architettura, le arti, le istituzioni civili e religiose al punto da diventare una delle più ricche città della Campania.

I Sanniti, la lotta con Roma e il primo oppido

Successivamente venne occupata dai Sanniti ma, ciò nonostante, mantenne le sue istituzioni anche se, durante la lotta tra Roma e il Sannio, questo venne conquistato dall’attuale capitale italiana e dichiarato soggetto al popolo romano nel 300 a.C. Divenuta colonia romana, nel 212 a.C., oppose resistenza alle truppe di Annibale, in quanto preferì veder bruciate le proprie abitazioni piuttosto che venir meno all’alleanza con Roma.
Fu quindi ricostruita dai Romani e i Nocerini furono temporaneamente ospitati in Atella, i cui abitanti furono cacciati per aver parteggiato per il Cartaginese.
Negli anni successivi si andò ingigantendo quello che può essere considerato il primo “oppidum” paganese: Taurania. Plinio la definì una delle città più belle e floride sella Campania che, però, distrutta da Silla nel 195 a.C., non ebbe più la forza di riprendersi. Si estendeva poco oltre l’attuale Pagani tant’è che proprio in quella zona, sono state rinvenute molte tombe di tipo romano, tegole, macerie e segni inequivocabili di distruzione.

Il secondo oppido di Pagani e l’eruzione del Vesuvio

Nel 72 a.C. le campagne paganesi subirono le scorrerie di Spartaco che, con la sua rivolta, tenne in scacco per alcuni mesi la potenza di Roma e cercò di conquistare invano la città di Nocera.
È di questo periodo la fondazione di “Barbatianus”, secondo oppido di Pagani, ad opera di Lentulo Barbato, senatore romano, da cui prese il nome. I suoi abitanti e i nocerini adorarono principalmente le divinità di Nettuno e Giunone, tanto da dedicare a quest’ultima un tempio, detto di “Giunone Argiva”, che sorgeva nella zona di Pagani detta “Campodara”.
Dalla città di Barbazzano, alcuni paganesi furono i primi martiri del cristianesimo: S. Felice e S. Costanza, decapitati sotto l’imperatore Nerone attorno al 65 d.C.
È di pochi anni successiva, del 79 d.C., la celebre eruzione del Vesuvio in cui trovò la morte lo scienziato e scrittore Plinio il Vecchio e che tanti danni causò alle contrade di questo territorio. In questa infausta occasione tanti pompeiani trovarono rifugio ed ospitalità in Nocera, in Barbazzano e nei villaggi circostanti.

La decadenza

Dopo tale disastro iniziò un periodo di decadenza per questa zona che durò ben oltre il 476 d.C., anno della caduta di Roma. Difatti la campagna nocerina, con i suoi borghi fu devastata dalle continue incursioni dei barbari: prima Alarico re dei Goti, poi Genserico ed i suoi Vandali ed infine i Longobardi.
Nell’877 d.C. la città di Nocera con i suoi sobborghi fu ancora messa a ferro e fuoco dai Saraceni e solo l’intervento dei Salernitani riuscì a respingerli. La sciagura più grave fu quella capitata nel 1137, quando Ruggiero il Normanno, assediata la città di Nocera, la rase completamente al suolo.
L’unico monumento che si salvò fu il tempio di S. Maria Maggiore che poté così giungere fino a noi.
Da allora gli abitanti della vecchia Nocera si sparsero per i territori circostanti, costruendo dei piccoli villaggi, chiamati anche “pagi”, motivo per cui poi iniziarono a dirsi Pagani (da pagus).

I feudi e Papa Urbano VI

Da questo periodo e per tutto il Medioevo, le terre paganesi furono feudo dei Filangeri, degli Zurlo, dei Carrafa e altri feudatari minori. Molti di questi feudatari dimorarono nel Castello del Parco, a Nocera, le cui vestigia sono ancora visibili. In esso fu tenuta prigioniera e morì la Regina Elena, moglie di Manfredi; nello stesso castello nel 1385 il Papa Urbano VI fu assediato dai soldati di Carlo di Durazzo. Egli compariva alla finestra più volte al giorno, scomunicando il Re e le sue truppe, a suon di campana e con una fiaccola in mano. Liberato poi dai suoi partigiani fu ricondotto a Salerno.
Alla fine del 1400 intanto, tutti quei casali che erano andati ingrandendosi dopo la distruzione di Nocera del 1137, decisero di raccogliersi in varie Università allo scopo di amministrarsi meglio. Si costituirono così, intitolandosi tutte insieme “Città di Nocera” le università di Nocera Soprana (attuale Nocera Inferiore e Nocera Superiore), l’università di Nocera Sottana (attuale Pagani) e l’Università di S. Egidio, che includeva i villaggi di S. Egidio, Corbara e S. Lorenzo.

Ognuna di esse ebbe i suoi sindaci e i suoi “eletti” chiamati dal voto popolare e si ressero in maniera autonoma.
Quei tempi furono, però, in particolar modo condizionati dalle continue lotte che i popoli di questi comuni dovettero intraprendere, sia contro vari feudatari per difendere i propri privilegi e diritti, sia contro i Vescovi-baroni che, a più riprese, pretesero di incassare denaro persino sulle sepolture.

 

Fonte immagine: Wikipedia

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