1. Alzheimer: cos’è?
Cos’è e come si manifesta il morbo di Alzheimer? Questa è la forma più comune di demenza, una malattia neurodegenerativa che uccide le cellule nervose, soprattutto nelle aree del cervello adibite ai processi di apprendimento e alla memoria. Le cause dell’Alzheimer non sono ancora state definite in modo specifico, ma i neuroni dei pazienti affetti da questa malattia sono circondati dalla proteina dannosa della beta-amiloide e da cellule infiammatorie pericolose. Il cervello viene danneggiato a diversi livelli: oltre alla degenerazione delle cellule nervose, si hanno anche danni ai vasi sanguini e un’infiammazione cerebrale persistente. I neuroni non riescono a comunicare in modo corretto e a trasmettere informazioni basilari, facendo dimenticare alla persona affetta da Alzheimer anche i semplici gesti di vita quotidiana, i ricordi più recenti o quelli più lontani, proprio per la degenerazione progressiva dei neuroni. Il nome della malattia deriva da Alois Alzheimer, il primo studioso che ne descrisse i sintomi e le caratteristiche.
2. Alzheimer: come si manifesta?
Per capire cos’è e come si manifesta l’Alzheimer bisogna guardare i sintomi, che sono legati soprattutto al declino cognitivo e motorio della persona che ne è affetta. I sintomi iniziali dell’Alzheimer sono: perdita di memoria, disturbi del linguaggio, disorientamento spaziale e temporale, sbalzi dell’umore e modifica comportamentale. La perdita di memoria è il sintomo che si manifesta prima degli altri: questo sintomo si presenta inizialmente in forma lieve, con episodi isolati, per poi diventare sempre più grave e irreversibile, fino a non riuscire a riconoscere i propri familiari.
Diagnosticare la malattia di Alzheimer non è semplice, soprattutto nelle prime fasi di manifestazione dei sintomi, perché i neuroni iniziano a danneggiarsi molti anni prima rispetto a quando si manifestano i primi sintomi cognitivi visibili. Questo, oltretutto, rende difficile fermare il processo degenerativo e ripristinare le funzioni cerebrali. Infatti, anche se la medicina ha fatto grandi passi avanti, i pazienti ricevono solo cure sintomatiche che alleviano i sintomi, ma non arrestano il processo patologico. In generale, la diagnosi di Alzheimer si effettua con esami cerebrali specifici che valutano la presenza della proteina dannosa nel cervello, attraverso una risonanza magnetica, una PET e una puntura lombare per assorbire del liquido che poi sarà analizzato per valutare la presenza della proteina.
3. Alzheimer: le cause
Oltre che guardare a cos’è e come si manifesta l’Alzheimer, bisogna guardare alle cause che possono scatenare questa malattia neurodegenerativa. La malattia insorge dalla combinazione di diversi fattori, come la predisposizione genetica e familiare e i fattori ambientali. Anche l’alterazione del metabolismo di alcune proteine, come la beta-amiloide che ne rappresenta la causa principale, influisce sulla malattia ma con ragioni ancora non molto conosciute.
4: Alzheimer: curiosità sui pazienti bilingui
Recenti studi hanno dimostrato che le persone bilingui risultano più protette da questa malattia, che si manifesta in questi individui in età più avanzata e con sintomi meno intensi.
Il bilinguismo, infatti, viene visto come una riserva cognitiva che riesce a mantenere il cervello allenato, questo risulta infatti essere addirittura più spesso. La loro diagnosi può essere ritardata anche di cinque anni e nella fase di erosione delle capacità linguistiche, i pazienti ricorrono ai termini delle altre lingue se quelli nella propria vengono dimenticati e viceversa.
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