Skydiving: cos’è, la storia e come iniziare in sicurezza
Che cos’è lo skydiving: oltre la semplice caduta libera
Gli sport estremi sono attività in cui prevale la ricerca di emozioni forti, sprigionate da un veemente impegno fisico. Volendo usare una definizione tecnica, la dottoressa Rhonda Cohen definisce gli sport estremi come «attività competitive […] entro le quali il partecipante è sottoposto a sfide fisiche e mentali inusuali come l’adattamento alla velocità, all’altezza, alla profondità o alle forze naturali». Uno degli sport estremi per eccellenza è, senza dubbio, lo skydiving. A un primo impatto potrebbe essere descritto come un mero lancio nel vuoto la cui velocità di caduta viene ridotta dall’apertura del paracadute, ma la realtà dietro questo sport è ben più vasta e affascinante. Scopriamo insieme cos’è lo skydiving e come si può praticare in totale sicurezza.
La storia dello skydiving: dalle origini a sport estremo
Per quanto riguarda la storia del paracadutismo, il concetto di discesa controllata dal cielo fu registrato per la prima volta in Cina intorno al 1100. Fu solo nel 1495 che, grazie al suo genio, Leonardo da Vinci disegnò un paracadute a forma piramidale, precursore concettuale di quelli moderni. Bisognò attendere quasi 300 anni per vedere il primo prototipo funzionante, costruito e testato dall’inventore francese André-Jacques Garnerin. Agli inizi del ‘900, il merito del primo lancio da un aereo è conteso tra Grant Morton e Albert Berry. Dopo le imprese di questi pionieri, i militari iniziarono a usare i paracaduti per scopi strategici. Al termine delle guerre mondiali, l’equipaggiamento militare divenne disponibile al pubblico, favorendo la nascita del paracadutismo sportivo. Centri e scuole commerciali spuntarono ovunque e nel 1946 a Mineola, New York, fu fondata la United States Parachute Association (USPA), un’associazione no-profit che ancora oggi promuove lo skydiving attraverso rigorosi programmi di formazione per garantire la sicurezza dei suoi oltre 40.000 membri.
Come praticare skydiving in totale sicurezza
Per chi vuole avvicinarsi al mondo dello skydiving, esistono principalmente due percorsi, entrambi progettati per garantire la massima sicurezza e un’esperienza indimenticabile. La scelta dipende dal livello di coinvolgimento desiderato.
Il lancio in tandem: il battesimo dell’aria per principianti
Il modo più comune e accessibile per provare l’ebbrezza della caduta libera è il lancio in tandem. Questa modalità permette a chiunque, anche senza alcuna esperienza pregressa, di saltare da un aereo. Il neofita viene saldamente legato a un istruttore certificato tramite un’apposita imbracatura. Dopo un breve briefing a terra, si sale in quota, solitamente intorno ai 4000 metri. Una volta aperta la porta del velivolo, si salta nel vuoto per circa 60 secondi di pura adrenalina in caduta libera. Raggiunta la quota di sicurezza, l’istruttore apre il paracadute e per i successivi minuti ci si gode il panorama mozzafiato, pilotando dolcemente fino all’atterraggio. È un’esperienza incredibile e sicura, perfetta per un primo approccio.
Il corso aff: il percorso per diventare paracadutista autonomo
Per chi desidera trasformare questa passione in un vero e proprio sport, il passo successivo è il corso AFF (Accelerated Free Fall, ovvero Caduta Libera Accelerata). Si tratta del metodo di insegnamento più moderno e diffuso a livello mondiale per ottenere la licenza di paracadutista autonomo. Il corso si articola in una parte teorica approfondita e in una serie di lanci pratici (solitamente sette livelli) in cui l’allievo salta indossando il proprio paracadute, ma sempre accompagnato in caduta libera da uno o due istruttori che lo guidano e correggono in tempo reale. Ogni lancio ha obiettivi specifici, dalla gestione della posizione alla simulazione delle procedure di emergenza, fino al primo salto in completa autonomia.
L’attrezzatura essenziale per lo skydiving
La sicurezza nel paracadutismo sportivo è garantita da un’attrezzatura tecnologicamente avanzata e soggetta a rigorosi controlli. Ogni paracadutista è dotato di un “rig”, ovvero un’imbracatura che contiene due paracadute: quello principale e uno di riserva, che viene ispezionato e ripiegato periodicamente da tecnici specializzati. Un componente fondamentale per la sicurezza è l’AAD (Automatic Activation Device), un dispositivo computerizzato che, in caso di necessità, apre automaticamente il paracadute di riserva a una quota prestabilita. Completano l’equipaggiamento l’altimetro, per monitorare costantemente l’altezza, il casco e la tuta da lancio. Grazie a queste tecnologie e a una formazione rigorosa, certificata da enti come la Fédération Aéronautique Internationale (FAI), lo skydiving oggi è uno sport con standard di sicurezza elevatissimi. Saltare nel vuoto da 4000 metri non è un’esperienza per tutti, ma chi ha il coraggio di farlo conserverà per sempre un ricordo indelebile.
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