Jean-Paul Sartre è stato il principale esponente dell’esistenzialismo ateo francese, una corrente filosofica che pone l’uomo al centro di una libertà radicale e di una responsabilità assoluta. Nato a Parigi nel 1905, dopo un periodo come insegnante di filosofia, al termine della Seconda Guerra Mondiale decise di dedicarsi interamente alla scrittura. Il suo pensiero, segnato dall’esperienza bellica, esprime il bisogno di un esistenzialismo attivo e impegnato (engagement), inseparabile dal sodalizio intellettuale con Simone de Beauvoir.
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L’esistenzialismo è un umanismo: la filosofia della libertà
Il fulcro del pensiero di Sartre è che l’esistenza precede l’essenza. Nella conferenza del 1945 “L’existentialisme est un humanisme“, il filosofo afferma che, in assenza di un Dio creatore, l’uomo prima esiste, si manifesta nel mondo, e solo dopo si definisce attraverso le sue azioni. Non esiste una natura umana predefinita: l’uomo è ciò che sceglie di essere. Questa idea è racchiusa nella sua celebre frase: “L’uomo non è altro che ciò che si fa”. Di conseguenza, l’essere umano del presente è un “progetto” costantemente proiettato verso il futuro, mentre il suo passato è solo il risultato delle scelte che ha compiuto. L’esistenzialismo sartriano è, dunque, una filosofia della responsabilità radicale.
I concetti chiave dell’esistenzialismo di Sartre
| Concetto | Significato |
|---|---|
| Libertà | L’uomo è “condannato a essere libero”. Non può sottrarsi alla scelta, perché anche la non-scelta è una scelta che definisce chi è. |
| Responsabilità | Scegliendo per sé, l’uomo sceglie per tutta l’umanità, diventando responsabile del valore che attribuisce all’esistenza. |
| Angoscia | È il sentimento che deriva dalla consapevolezza della propria totale libertà e della responsabilità che ne consegue. |
| Malafede (mauvaise foi) | È il tentativo di fuggire dall’angoscia negando la propria libertà, fingendo di essere un oggetto determinato da forze esterne. |
La filosofia nelle opere principali
L’Être et le Néant (L’Essere e il Nulla, 1943)
In questo saggio di ontologia fenomenologica, Sartre espone la sua teoria sul libero arbitrio distinguendo due modi fondamentali dell’essere. L’essere in-sé è l’essere statico e non cosciente dei fenomeni del mondo (una roccia è una roccia). L’essere per-sé è invece l’essere dinamico della coscienza, che è definita dalla sua capacità di “nullificare”, cioè di introdurre il nulla nel mondo attraverso la negazione e la possibilità. La coscienza non “è”, ma si fa costantemente. Questa condizione genera una profonda angoscia, poiché l’uomo è libero proprio perché non è un essere fisso, ma deve continuamente scegliere e creare il proprio essere.
La Nausée (La Nausea, 1938)
Quest’opera, a metà tra romanzo e riflessione filosofica, incarna l’esperienza emotiva dell’esistenzialismo. Il protagonista, Antoine Roquentin, mentre conduce ricerche storiche, viene sopraffatto da una sensazione pervasiva che chiama “Nausea”. Questa non è una malattia, ma la scoperta improvvisa della contingenza dell’esistenza: le cose esistono senza alcuna ragione o necessità. Roquentin si sente di troppo, un’esistenza gratuita in un mondo privo di senso intrinseco. Questa esperienza rivela la condizione umana come assurda e solitaria, da cui si può fuggire solo attraverso l’atto creativo di dare un senso alla propria vita.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 27/09/2025
