Cabaret delle piccole cose: ode alla semplicità

Cabaret

Al CTF la magia del Cabaret delle piccole cose di Filippo Timi, in scena il 14 e 15 giugno, nella cornice del bosco di Capodimonte.

 

Benedetti siano gli istanti,
e i millimetri, e le ombre
delle piccole cose.

Il teatro è per definizione un luogo che desta meraviglia, in cui, dopo essersi seduti e dopo che le luci sono calate si esce, per un po’, da sé stessi e ci si lascia sedurre dal mondo che si offre sulle tavole: parole, colori, suoni, sguardi. Certo, non sempre purtroppo è così, ma quando ciò accade si compie una magia, lo spettatore ne esce cambiato, custode di una verità, la sua verità. È proprio ciò che è accaduto il 14 e 15 giugno, nella cornice incantata del bosco di Capodimonte, che, da anni, ospita la rassegna del Campania Teatro Festival.

Sotto le chiome degli alberi illuminate dal rosso delle luci e dal chiarore di una maestosa luna piena, dieci figure vestite con camicette collegiali e nasi di Pinocchio, tra ironia e sentimento, hanno raccontato la loro piccola esistenza, fatta di tragedie, peripezie, amori e istanti di felicità. Di nero e di bianco vestiti, come tanti piccoli Pierrot, hanno inscenato un cabaret, in cui ognuno tra trovato il suo minuto di celebrità, negato altrimenti dalla propria natura. A muovere i fili uno straordinario Filippo Timi nel suo Cabaret delle piccole cose.

Ho scritto questi monologhi per dare voce a chi voce non ha. Si tratta di una drammaturgia che nasce dal silenzio e dalla fragilità di sentimenti che appartengono al mondo. Questi piccoli oggetti, come per magia, prendono il coraggio di strappare i fili dell’ovvietà, e si propongono in un cabaret a volte surreale a volte melanconico, a volte disperatamente comico.

Un centesimo stanco di essere soltanto l’illusione di un prezzo scontato; una pulce che, spasmodicamente, cerca di esperire una vita nelle ventiquattro ore di un giorno; un rubinetto gocciolante e piagnone, miseramente costretto a lacrimare dalla dimenticanza di un umano; un sasso che, condannato al silenzio dalla sua natura di sasso, non è riuscito a dichiarare il suo amore; una lumaca che sogna di rinascere pisciacane. Nove giovani attori di straordinaria bravura danno voce a piccole cose, quelle che si impigliano solo nello sguardo attento e sensibile, mescolando la tristezza al riso, la semplicità alla grandezza.

Una pièce fantasiosa abitata da personaggi alquanto singolari che, addentrandosi nelle pieghe della loro vita, costringono ad addentrarsi nella propria: chi non si è mai sentito una candelina senza stoppino, impeccabile stecchetta di cera d’api, rigorosamente a righe, eppure abbandonata nel cassetto delle cianfrusaglie? 

Tornare bambini e lasciarsi cullare dalla melanconia dei tempi andati… grazie Timi! 

CABARET DELLE PICCOLE COSE

DI E CON FILIPPO TIMI
E CON ERICA BIANCO, LIVIA BONETTI, MATTEO CECCHI, FRANCESCA FEDELI, ROBERTO GUDESE, ILARIA MARCHIANÒ, VIOLA MIRMINA, MARCO RISIGLIONE, FEDERICO RUBINO

ASSISTENTE ALLA REGIA BEATRICE CAZZARO
PRODUZIONE TEATRO FRANCO PARENTI
SPETTACOLO SELEZIONATO DA NEXT – LABORATORIO DELLE IDEE

Immagine in evidenza: Ufficio Stampa CTF

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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