Come neve sopra il mare, Maldestro al Piccolo Bellini

Come neve sopra il mare

Come neve sopra il mare, portato in scena il 14 gennaio al Piccolo Bellini, è un racconto musicale che abbraccia la sfera teatrale e parla di una vita violenta, quella di Antonio Prestieri, in arte Maldestro. È un viaggio caratterizzato da illusioni ed errori, da una lenta e faticosa risalita dal fondo, sfuggendo dall’abbaglio delle lampare che ingannano i pesci.
Racconti personali e riguardanti gli amici storici costellano lo spettacolo-concerto, che dona al pubblico sorrisi amari, in perfetto equilibrio tra umorismo e drammaticità.
La storia di Antonio è figlia adottiva della musica e del teatro, ma nasce lì dove la pioggia lava il sangue dalle mura. A Scampia.
Sua madre e l’arte hanno tracciato ad Antonio la via da seguire per raggiungere la libertà, per salvarsi da un mondo che sembrerebbe non lasciare alcuna alternativa.

Antonio non è da solo sul palco, ad accompagnarlo nei suoi racconti autobiografici ci sono la recitazione, la musica e il canto di Salvatore Esposito, Dario Sansone dei Foja, Sara Sgueglia e Luigi Pelosi. Un connubio di artisti teso alla bellezza e capace di creare il bello anche lì dove non c’è.

Non c’è furbizia nell’architettura dello spettacolo di Antonio Prestieri, non c’è posto per le bugie o le cose dette a metà. Il nostro cantautore conferma il suo talento genuino e la sua arte sincera, senza fronzoli o espedienti per aggirare carenze e punti deboli.

Come neve sopra il mare: inseguire la bellezza per rendersi liberi

Antonio Prestieri si spoglia dei suoi occhiali da sole e lascia a casa ogni maschera per cantare e recitare la sua storia. Ci fa sorridere con la stessa leggerezza dei fiocchi innevati che cascano giù come piume mentre veniamo condotti negli abissi dei suoi ricordi lividi, sedi di un ragazzino dalla spina dorsale forte, che si piega alle intemperie della vita, ma non si spezza.

Il palco del Piccolo Bellini è un fondale marino dall’acqua torbida, gelida. Antonio inizia a parlare e una spruzzata di neve, di gioco e ironia annega nelle onde scure. In platea volgiamo gli occhi al cielo e godiamo della magia del momento, la magia della neve, che non dura mai per sempre – forse è per questo che l’aspettiamo con foga e la guardiamo con attenzione, prima di tornare alla nostra quotidianità – e si stampa un sorriso sul volto di ognuno di noi. Ma presto le nostre emozioni si sfracellano contro uno scoglio frastagliato, le risate si spezzano, i cavalloni ci travolgono e finiamo tutti in balia delle acque della vita di Antonio Prestieri, insieme alla neve già dissolta.

Naufraghiamo in un mare di situazioni difficili e insostenibili, ci dimeniamo e urliamo insieme ad Antonio mentre il vento profumato di sale soffia con forza, finché ci aggrappiamo a un ciocco di legno trasportato dalla corrente che ci permette di restare a galla, di continuare a respirare, seppure con affanno. È il suo pianoforte a salvarci dal freddo glaciale penetrato fin dentro le ossa, così come ha sempre fatto con Antonio quando il mondo non voleva rendergli calore. La musica non gli ha mai permesso di smettere di amare, costringendolo a provare ancora, e ancora, emozioni.

Fino a qui tutto bene, però quanta fatica.

 

Fonte immagine: teatrobellini.it

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A proposito di Chiara D'Auria

Nata e cresciuta in Basilicata, si laurea in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Scrive per abbattere barriere e scoperchiare un universo sottopelle abitato da anime e microcosmi contrastanti: dal borgo lucano scavato nella roccia di una montagna avvolta nel silenzio alle viuzze partenopee strette e caotiche, dove s'intravede il mare. Scrive per respirare a pieni polmoni.

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