Come in Slovenia stanno salvando le api

Come la Slovenia sta salvando le api

In Slovenia le api sono protette dalla popolazione e sono il motore dello sviluppo economico del Paese: un modello per la comunità internazionale.

Le api di tutto il mondo sono in pericolo: pesticidi, parassiti, monocolture intensive, condizioni climatiche avverse ed estreme minacciano la loro sopravvivenza. La tutela delle api è fondamentale per il mondo e per l’uomo, e secondo gli esperti un terzo di quello che mangiamo lo dobbiamo al loro contributo. Dal centro dell’Europa, però, giunge l’ambizioso progetto di coniugare ambiente, cultura ed economia e salvaguardare questo piccolo e prezioso insetto: in Slovenia le api stanno bene e sono il motore dello sviluppo economico del Paese.

La Slovenia è il Paese europeo con la più alta presenza di apicoltori, sono circa 9.600 per un totale di 12.500 alveari e 170 mila colonie di api. È tutto merito dell’ape carnica, originaria della Slovenia centrale e adatta al clima del posto, le cui doti la rendono amatissima dagli apicoltori, quasi venerata: è docile ma resistente alle malattie e con una grande capacità di adattamento. Ma soprattutto ha il raro pregio di essere sia specie protetta che garanzia di un’attività economica di successo, declinata in produzione, commercio e turismo sostenibile.

Il modello sloveno

La Slovenia ha dato i natali nel 1734 a Anton Janša, allevatore e pittore, considerato il padre della moderna apicoltura. Per celebrarlo, ma anche per promuovere sul piano internazionale il tema della biodiversità, nel 2017 il governo sloveno ha proposto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che il 20 maggio, giorno della sua nascita, fosse proclamata la Giornata Mondiale delle Api.

Questo risultato è solo il coronamento del modello a tutela di questo operoso insetto messo in campo dalla Slovenia fin dall’inizio degli anni Duemila: non solo dichiarando specie protetta l’ape carnica, ma anche formando gli studenti e i cittadini con corsi gratuiti di apicoltura, così da sensibilizzare la popolazione, creare nuove professionalità e favorire la presenza di alveari urbani. L’apicoltura in Slovenia non conosce limitazioni e si pratica in campagna così come in città, dettando una moda che si sta diffondendo in tutto il mondo, tanto che città come Parigi e Londra intervengono sulle proprie aree verdi metropolitane seguendo l’esempio sloveno, e non mancano iniziative italiane come Beeing che promuovono l’apicoltura urbana per principianti.

Lubiana, la capitale, conta già 300 apicoltori, e il loro numero è in crescita. I suoi 65mila alberi, rigorosamente dai fiori utili al nutrimento delle api come tigli e castagni, la rendono una delle città più verdi al mondo. Una legge speciale obbliga i residenti a piantare solo arbusti, erbe e fiori che producano polline adeguato alle esigenze delle api, e le strade cittadine si riempiono di girasoli, menta e salvia.
Lo Stato sovvenziona medicinali e rimedi contro gli acari degli alveari e già nel 2011 ha messo al bando gli insetticidi che contengono neonicotinoidi, sostanze letali per le api e dannose per l’uomo, ben otto anni prima dell’Unione Europea.
Questo virtuoso modello in meno di dieci anni ha mostrato i suoi risultati, e così nel 2017 la Slovenia ha esportato miele per 1,4 milioni di euro, la cifra più alta di sempre e gli Sloveni non possono che esserne fieri.

Le api in Slovenia: non solo miele

Come affermava Janša, « Le api sono un tipo di mosche, create da Dio perché con la loro diligenza e il loro instancabile lavoro provvedano alle esigenze dell’uomo di prodotti insostituibili come il miele e la cera. Tra tutte le creature del Signore, non ce n’è altra che sia allo stesso tempo utile, docile, e poco esigente, com’è l’ape», ma in Slovenia le api garantiscono altri prodotti di grande successo commerciale oltre al miele e alla cera.

Ad esempio l’idromele, una bevanda alcolica dolce, antichissima, che ha lo stesso procedimento di preparazione del vino con la differenza che lo zucchero usato per la fermentazione deriva dal miele, ha già conquistato il mercato asiatico, attratto da questo vino speciale. E poi tutta la gamma di piatti tradizionali che compongono “il percorso del miele”, le passeggiate culinarie nelle città e nei ristoranti locali che ripercorrono la storia delle api: dalla frtalja, tipica frittata speziata slovena servita con miele, ai biscotti e alla panna cotta al miele.

L’apiturismo in Slovenia ha dato vita anche a percorsi di benessere tematici e alla cosiddetta “apiterapia”, che comprende trattamenti di bellezza al miele, come maschere e massaggi. Non mancano le escursioni guidate lungo sentieri e boschi per visitare i pittoreschi apiari sloveni e osservare da vicino il lavoro delle api, cimentarsi nei laboratori e creare con le proprie mani miele e candele profumate sotto la guida esperta degli apicoltori locali. È anche grazie a queste iniziative che in Slovenia il turismo è raddoppiato, e in appena dieci anni i visitatori sono arrivati a 5 milioni.

La tutela della biodiversità

Il progetto di tutela delle api in Slovenia non è il suo unico merito. Più di tutto, la Slovenia ha acceso i riflettori sulle tematiche legate alla biodiversità, alla lotta alla fame nel mondo e alla promozione delle eccellenze agroalimentari come volano per lo sviluppo economico in sinergia con la natura. Considerazioni geopolitiche ormai imprescindibili per la comunità interazionale, e non più rimandabili: entro il 2030 vanno centrati gli obiettivi e i traguardi fissati dall’Agenda dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile, e c’è bisogno di tutto l’impegno possibile.

 

fonte immagine: pixabay.com

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