«Se volete sapere tutto su di me dovete guardare in superficie, sotto non c’è niente»
Pantaloni e occhiali neri, capelli argento, sguardo freddo e voce inespressiva, questo è l’Andy Warhol messo in scena al TRAM con Exploding Plastic Warhol, lo spettacolo scritto e diretto da Mirko Di Martino, con Orazio Cerino, Titti Nuzzolese, Angela Bertamino, Antonella Liguoro e Dario Tucci.
Pittore, scultore, regista, sceneggiatore, produttore, Warhol è stato l’esponente di spicco della Pop art ed uno degli artisti più influenti del XX secolo, noto all’immaginario collettivo per aver dipinto i celebri ritratti a colori di Marylin Monroe, Liz Taylor, Mao Zedong, oltre ai famosi barattoli di zuppa Campbell e alle scatole Brillo, che nel complesso rendono la sua arte incomprensibile e controversa. Lo scopo di Warhol era proprio quello di far storcere il naso a chi osservava i prodotti del suo genio creativo, suscitando scandalo ed alimentando in questo modo il suo prestigio di fondatore della Factory, il suo studio con sede a New York. Ciò che traspare dalla magistrale interpretazione di Orazio Cerino è il ritratto di un artista in crisi d’ispirazione, apatico, con lo sguardo vuoto, vittima del suo stesso successo e della mercificazione dell’arte, che sacrifica la qualità delle sue opere per adeguarsi alle spietate leggi di mercato. La domanda sorge spontanea: «Dov’è il vero Andy Warhol?». Nascosto dietro alla maschera di mito osannato e incompreso, adulato e odiato, che ha costruito il suo successo sfruttando le persone e servendosi dei detriti della società in nome di un obiettivo supremo, l’arte.
Exploding Plastic Warhol, successo e fallimento di un mito
La voce della coscienza di Warhol è rappresentata dalla Marylin dei suoi famosi ritratti, interpretata con maestria dalla talentuosa Titti Nuzzolese, la quale incalza l’artista con domande pungenti e a tratti spietate, che lo portano a confessare il suo vero stato d’animo di persona vuota e nauseata dalla fama e dal denaro: «Io sento di non essere niente, di non desiderare niente. Cosa vede uno specchio se si guarda allo specchio? Il nulla».
A “sfilare” sul palco disposto a T tra il pubblico sono le superstar della Factory: Edie Sedgwick, modella e attrice, la povera piccola ragazza ricca che rappresenta la voglia di libertà dei giovani, impersonata da Antonella Liguoro; il ballerino Freddy Herko, interpretato da Dario Tucci, le cui aspirazioni lo portano a lanciarsi dalla finestra sotto l’effetto di anfetamine, per godersi l’attimo in cui il corpo si libra leggero spiccando il volo verso il cielo; Valerie Solanas, interpretata da Angela Bertamino, l’attivista che fondò la “Società per l’eliminazione del maschio” e che sparò a Warhol senza tuttavia ucciderlo. I tre giovani sono accomunati dalle stesse caratteristiche: depressi, fragili, dediti alle droghe e con istinti suicidi, narcisisti che si lamentano per ottenere l’attenzione di papà e che vivono in un vortice di emozioni forti ed autodistruttive.
Ed è così che il cerchio si chiude, in un destino di gloria e declino, di ambizione e frustrazione, di successo e baratro che si inquadra perfettamente nell’universo piatto e senza emozioni, comandato dal consumo che era la New York degli anni ’60 vissuta da Warhol e dalle vittime del suo fascino di artista controverso e carismatico.
Exploding Plastic Warhol sarà in scena al TRAM, in Via Port’Alba 30, da giovedì 12 a domenica 15 ottobre (ore 21.00 dal giovedì al sabato; ore 18.00 la domenica). Durata: 70′.
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