Edward Gordon Craig: vita e opere

Edward Gordon Craig: vita e opere

Edward Gordon Craig (187-1966) è stato un attore, regista e teorico teatrale inglese della prima metà del Novecento, le cui geniali innovazioni furono di gran importanza.

Egli era figlio d’arte, nato da Ellen Terry, attrice presso il teatro di Henry Irving, e Edward Godwin, architetto e allievo di Ruskin. Craig si formò nel teatro di Irving, come attore, ma fece diverse esperienze anche nel mondo della grafica e delle incisioni. Infatti, da tale esperienza deriva l’idea che il teatro sia la sintesi delle arti, che non si limita al testo, ma che necessita una base visiva, espressiva. Inoltre, egli, successivamente, entrò in contatto con diversi teatri inglesi, diverse compagnie inglesi e collaborò anche con artisti tedeschi e italiani, vicissitudini che lo formarono e aiutarono a sviluppare la sua linea teorica. 

Le opere di Edward Gordon Craig 

  • Didone ed Enea

Didone ed Enea (1900) è una delle regie inglesi di Edward Craig più note e celebri. Qui vi è la conservazione del testo musicale di Purcell e di quello testuale di Nahum Tate: quello musicale prevale su quello testuale. Il testo si basa su quello virgiliano, ma con nuclei nuovi, come la presenza delle streghe, che inviano un falso Mercurio da Enea per corromperlo. Edward Craig aveva una intenzione precisa, ovvero quella di ricreare una pittura in movimento e cercò di farlo attraverso dei tendaggi che arrivavano fino al boccascena, su cui la luce incideva incredibilmente, attraverso un fondale blu, un velo di garza su cui si proiettavano luci blu per ricreare i più disparati effetti; tutto ciò per ridare indietro allo spettatore diverse suggestioni. In quanto alle gamme cromatiche, notiamo che egli favorì toni accesi, forti, intensi ma non vivaci o squillanti, precisamente usò il verde, il blu ed il porpora. Questo spettacolo venne rappresentato in una sala da concerto, in cui l’orchestra aveva i gradoni, e questi vennero utilizzati a loro volta come parte integrante della scenografia, divenendo il luogo dove venivano poste le streghe, alberi abbattuti o i tronchi per indicare la nave di Enea, tutto ciò affinché ci fosse un rimando alla realtà

  • Aci e Galatea

Aci e Galatea (1902) è un’altra famosa regia inglese di Edward Craig, è uno spettacolo di argomento mitologico basato sul testo di John Gay e la musica di Handel. È un testo pastorale, in cui Aci è un pastore e Galatea è una ninfa di cui si innamora anche Polifemo, il gigante che uccide il suo amato e alla fine la ninfa, per sfuggirvi, si trasforma in una fontana.  Qui vi sono quattro scene: scena bianca, ombra, gigante e tenda grigia; notiamo, dunque, una certa simmetria, infatti, la prima e la quarta scena fanno riferimento a elementi visivi della scenografia, mentre, la seconda e la terza fanno riferimento ad elementi dell’azione

  • The Vikings

The Vikings è una delle ultime regi inglesi e in questo caso Craig non operò modifiche sul testo, ma solo sui significati che esso emanava, idealizzando alcuni tratti e portandoli verso il limite del metafisico: questo testo incarna il conflitto tra forze terrene e forze spirituali. Così, si tentò una messinscena ben poco realistica, ma gli attori professionisti che vennero ingaggiati, tra cui Ellen Terry, erano ben poco abituati a questo tipo di lavoro, poco propensi e mal disposti ad uno spettacolo antirealista. 

  • Rosmersholm

Rosmersholm è stata la prima regia di Edward Craig dopo il periodo inglese. Grazie ad Isadora Duncan, Craig creò un rapporto con la Duse e nel 1906 la grande attrice gli commissionò le scene per un dramma di Ibsen, poiché questa stava attraversando una fase di trasformazione dopo aver finito il sodalizio con D’Annunzio, che l’aveva introdotta a una idea di teatro di poesia ed era, dunque, alla ricerca di una nuova soluzione, e quindi voleva ritornare in scena in maniera non convenzionale. Purtroppo questa collaborazione terminò perché a Nizza vi fu un problema: i tecnici avevano operato un taglio sulla scenografia di Craig poiché questa mal si adattava alla sala a cui era destinata. La Duse amava questo testo e si raccomandò per quella piccola finestra, ma Craig disegnò una finestra enorme, un aldilà simbolico, poiché lì vi è la morte e quindi questo varco è completamente anti-realistico, opposto alla natura del drammaturgo. Poi, vi erano tendaggi color verde petrolio, cupo, e sopra vi erano disegnati dei mobili; al centro vi era un tavolino, con una lampada. Craig si limitò a tutto ciò, supponendo che potesse bastare ad evocare un effetto e una suggestione sull’interprete e anche perché questa attrice aveva un prestigio internazionale che poteva favorirlo. Inoltre, la Duse rimase esterrefatta dalla scenografia e lo spettacolo debuttò a Firenze, ma rimase in scena pochi giorni, come da prassi dei grandi attori ottocenteschi. 

Nonostante le regie di successo, Edward Gordon Craig non ha prodotto un elevato numero di regie, anche a causa di malintesi e accordi non andati a buon fine; tuttavia, è stato estremamente attivo sotto il punto di vista teorico ed ideologico, infatti, a lui si devono alcuni scritti che hanno completamente rivoluzionato l’arte del teatro e il modo di intendere il teatro stesso, parlando delle caratteristiche delle varie tipologie di teatro, degli attori, delle esigenze teatrali, del regista e molto altro ancora. Tra gli scritti e le riviste principali ci sono: l’Arte del Teatro; per un nuovo Teatro; gli Artisti del Teatro dell’avvenire; the Morning Post e The Mask.

Fonte immagine: Wikipedia

A proposito di Carolina Colantuono

Vedi tutti gli articoli di Carolina Colantuono

Commenta