Il Teatro Bellini e la sua nuova stagione 2023/2024

Il Teatro Bellini e la sua nuova stagione 2023/2024

Il Teatro Bellini in festa

Anche quest’anno il Teatro Bellini ha deciso di rompere i canoni convenzionali e di presentare la sua stagione 2023/2024 tra musica, coreografie ed esibizioni varie, coinvolgendo il pubblico in un’enorme festa collettiva. Se quella appena conclusa è stata veramente una stagione da “fine del mondo”, anche questa che partirà dal 13 ottobre 2023 e finirà il 2 giugno 2024 sarà ricca di sorprese e soprattutto di entusiasmo nel portare avanti proposte teatrali nuove, fresche e aperte a tutti, anche a quei giovani così tanto bollati come “distratti” al giorno d’oggi.

<<E uscimmo a riveder le stelle>>

Da questo verso di Dante il Teatro Bellini decide di partire per costruire la sua stagione 2023/2024, con la missione portata avanti già da tempo, con il coraggio di riuscire veramente «a riveder le stelle» svecchiando il teatro, togliendogli quelle ragnatele che purtroppo ancora oggi resistono. Ma non solo, perché l’impegno del Teatro Bellini sarà anche quello di rivestire la città di Napoli con parole e fatti diversi, che dimostrino la sua presenza in progetti e iniziative culturali incisivi per portare un po’ di bellezza in giro, coinvolgendo piccoli, giovani e grandi, creando uno spazio per ciascuno in cui esprimersi e ritrovarsi. D’altronde, non è forse questo un punto cardine che rivela in parte l’immensità di un’arte come il teatro?

Afferma Gabriele Russo, dirigente insieme ai suoi fratelli del Teatro Bellini: «Quel che è stato scelto e pensato è solo la conseguenza di un pensiero generale che ci guida da anni ma che di anno in anno evolve, cambia, si trasforma. Ogni anno che passa, questo teatro, strutturalmente e per contenuti, cambia. Non può rimanere fermo per sua stessa natura, in un percorso di osmosi con il presente che trasformandosi continuamente trasforma il teatro e viceversa. È troppo dire che il lavoro che si fa in questo teatro stia contribuendo a cambiare la città? Che la cura e l’attenzione che mettiamo in ogni dettaglio dentro queste mura si trasferisce fuori dall’edificio influenzando altre attività, altre persone, altro pubblico, altri cittadini? La nostra sensazione è che non sia un’esagerazione. E come percepisce tutto questo la politica cittadina incapace di rispondere anche alla richiesta di un cassonetto dell’immondizia? Saremmo curiosi di saperlo».

Parole forti ma necessarie. Ma il Teatro Bellini non si arrende, anche se purtroppo la politica fa spesso in modo che i cittadini si interroghino sul fare teatro oggi, su che senso abbia e se sia necessario o meno, svilendo in questo modo un’arte che, al contrario, è sempre necessaria nell’esprimere le esigenze delle varie collettività e nel comprendere dialetticamente sia i tempi vissuti sia quelli attuali; anzi, proprio in un momento così complesso avanza la proposta di una stagione che creda fermamente «nella possibilità di tendere al bello».

Allora, le parole chiave per questa nuova stagione del Teatro Bellini saranno: collettività, in una comunicazione costantemente interattiva; cambiamento, appunto nell’idea che il teatro per sua stessa natura muta insieme ai contesti ed ai tempi ed è da questa consapevolezza che bisognerebbe partire per distruggere l’idea di un teatro morto; innovazione, nell’abbracciare quei linguaggi e quel sentire propri delle nuove generazioni senza preconcetti, affacciandosi anche alla sperimentazione di linguaggi espressivi inerenti al dominio dell’informatica e del digitale; rinnovo, nell’accogliere anche le richieste di riportare sulla scena qualche spettacolo già visto e, perché no, anche volti noti nel mondo dello spettacolo d’oggi, nell’ottica di una programmazione che ascolta il suo pubblico; infine, apertura nei confronti di un repertorio non soltanto nazionale ma anche internazionale, abbattendo qualsiasi limitazione di spazio e, invece, aprendo i confini del teatro. Insomma, questa del Teatro Bellini promette veramente di essere una stagione che ci porterà a «riveder le stelle»!

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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