La nuova abitudine di Castellucci al CTF

La nuova abitudine

Per la sezione danza del Campania Teatro Festival, Claudia Castellucci presenta La nuova abitudine, spettacolo di danza e musica corale.

Nello scenario spoglio ed essenziale del cortile interno del Madre (Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina) va in scena, per la sezione danza del Campania Teatro Festival, La nuova abitudine. In religioso silenzio il pubblico attende e accoglie l’ingresso dei sei danzatori della Compagnia Mòra e i musicisti del Coro virile in sacris di Sofia. La geometria pulita del cortile si presta perfettamente ad accogliere i canti solenni e le danze austere che compongono lo spettacolo de La nuova abitudine. Ispirata ai canti ortodossi della tradizione russa Znamenny, la danza di Claudia Castellucci è caratterizzata da una geometria dedicata a penetrare una peculiare dimensione temporale.

Nel titolo stesso dell’opera risiede l’essenza e il significato stesso dello spettacolo di Claudia Castellucci nonché la sua chiave di lettura. La Castellucci, infatti,  tenta con La nuova abitudine l’impresa di creare nella tradizione del canto ortodosso e delle danze religiose un motivo di innovazione. La danza e il canto religioso vengono, dunque, spogliati del loro contesto, della loro connotazione e del loro messaggio religioso e vengono declinati in forme nuove. Della tradizione, privata della sua forma pomposa, rimane lo scheletro: la ritualità dei movimenti, la solennità dei toni, l’austerità dei costumi. La nuova abitudine è quindi il terreno di scontro e sintesi tra tradizione a innovazione

Ricorrenti e ciclici sono i movimenti, perennemente controllato è il rapporto tra i danzatori, freddo e distaccato è l’equilibrio che si crea tra la musica e la danza. La danza, pur assecondando e fondendosi con il canto, rimane protagonista de La nuova abitudine: lo spettatore assiste in maniera sinestetica all’incontro e alla fusione della danza con il canto liturgico.  Gli abiti studiati da Iveta Vecmane , anch’essi ispirati alla tradizione liturgica, sono parte integrante della danza e quindi dello spettacolo. Gli abiti, infatti, appaiono funzionali alla danza nonché al messaggio stesso dello spettacolo: si animano, assumono forme, creano movimento.

Lo spettacolo risulta quindi godibile e comprensibile, seppur nella sua complessità e solennità: per 55 minuti lo spettatore de La nuova abitudine esce dalla dimensione presente per esplorare la dimensione lontana ed esotica del canto e della danza liturgica.

Danza della: Compagnia Mòra
Coreografia: Claudia Castellucci
Danzatori: Sissj Bassani, Silvia Ciancimino, Guillermo De Cabanyes, René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann 
Musica: Repertorio Storico dei canti Znamenny, San Pietroburgo 
Eseguito dal vivo dal: Coro Virile In Sacris di Sofia (Miroslav Kartalski, Mihail Penkov, Ivan Stanchev, Yavor Stoyanov, Angel Naydenov, Simeon Angelov, Nikolay Damyanliev, Samuil Dechev)

Fonte immagine in evidenza: Salvatore Pastore 

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