Le Etiopiche di Mattia Cason | La Recensione

Le Etiopiche

Le Etiopiche di Mattia Cason al Teatro Nuovo di Napoli, la storia di Alessandro Magno come profonda riflessione sull’Europa di oggi

Le Etiopiche è lo spettacolo teatrale realizzato da Mattia Cason e dalla sua compagnia di recitazione e danza En-Knap, costituita dallo stesso Cason, Katja Kolarič, Rada Kovačević, Tamás Tuza e Carolina Alessandra Valentini. In occasione dell’evento Generazioni Scenario 2021, il Teatro Nuovo di Napoli ha ospitato la prima italiana dell’opera di Cason, vincitrice del Premio Scenario 2021, giovedì 17 e venerdì 18 marzo 2022. 

Le Etiopiche; la vicenda di Alessandro Magno per raccontare le origini dell’Europa

La sceneggiatura, scritta da Mattia Cason, affronta il tema dell’Europa odierna rappresentata come un luogo dove le varie culture si incontrano. Per iniziare a trattare questo tema; si parte dalle gesta del condottiero macedone Alessandro Magno, il sovrano che conquistò l’Impero persiano spingendosi fino in India.

L’Alessandro Magno di Cason non è un valoroso guerriero, impavido e astuto, piuttosto è l’uomo curioso, la persona colta che vuole spingersi oltre fino ad arrivare alle montagne afghane, nella regione nota con il nome di Hindu Kush. Il giovane sovrano macedone incontra il leggendario Memnone di Rodi, il mercenario greco al servizio dello scià Dario III. L’incontro con questo uomo d’armi  offre lo spunto per una riflessione sul tema dell’altro: così Alessandro, oramai curioso, vuole conoscere gli altri popoli dell’Asia e dell’Africa come i Persiani, gli Egizi e gli Etiopi.  Altre vicende si legano a quella principale,  la storia del colonello dell’esercito austroungarico che si spinge in Oriente, attratto da un misterioso minareto oppure quella del mistico persiani Jami, il quale, rinvenuto il minareto, racconta al pubblico le gesta di Iskandar (ossia Alessandro Magno) nel tentativo di realizzare una biografia dedicata al condottiero macedone. In seguito, la storia si sposta ai nostri giorni  con il dramma dell’immigrazione clandestina nel Mar Egeo, tra profughi asiatici o africani e le pattuglie della polizia greca. 

Uno spettacolo multi-mediale, meta-teatrale e trans-linguistico

L’opera di Cason è meta-teatrale e trans-multimediale, gli attori si rivolgono al pubblico in alcuni momento rompendo la “quarta parete” e muovendosi tra gli spettatori, così sul palcoscenico si alternano attori dal vivo con i propri colleghi protagonisti di alcuni brevi video come Sirak Berhanu, Odysseas Manidakis, Nabi Aslam, Armin Hamdard, Arshaz Khan, Ayal Khan, Faisal Khan, Naveed Khan, Ramin Khan, Sulaiman Kharoti, Hamyoon Nabizade, Shashe Capra, Arsema Amare Hagos, Tarik Ranieri e Alessandro Conte. I filmati  aggiungono diversi contenuti allo spettacolo teatrale, offrono gli sfondi alle location più lontane: delle satrapie persiane al leggendario minareto nel cuore dell’ Asia centrale, dall’agorà di una città greca fino alle spiagge dell’Egeo. 

Alla fine della messa in scena, il pubblico può assistere alla recita di una breve poesia. Il poeta siriano Muhammad Abd alMunem, ora rifugiato a Lubiana (Slovenia), ha scritto questo componimento durante la sua fuga tra Grecia e Macedonia del Nord su un cartoccio di un panino:

[…] Questi versi dicono esattamente quello che vorrei esprimere con questo spettacolo, solo in forma più coincisa e probabilmente migliore.

Queste sono le parole di Mattia Cason, l’ideatore dello spettacolo, in una sua dichiarazione sul libretto illustrativo del Teatro Nuovo di Napoli.

Inoltre, diverse lingue sono usate dagli attori e dal narratore: si passa dal greco antico di Alessandro e dei suoi soldati fino al greco moderno delle polizia di frontiera; dal persiano del mistico Jami fino al tedesco del colonello austriaco integrando anche l’italiano, l’inglese, lo yiddish, l’arabo e l’aramaico grazie a delle traduzioni proiettate sullo schermo. 

Quale futuro per l’Europa nonostante le diverse difficoltà ? 

La storia messa in scena da Cason è uno spettacolo è parte di una riflessione più ampia che sarà completata da altre due manifestazioni che completeranno la Trilogia di Alessandro. La figura del condottiero come quella dell’uomo che ha fondato l’Europa ma ha anche dato vita ad un “impero multietnico” che dalle coste della Grecia si spingeva fino al fiume Indo. Una figura affascinante che può essere considerato il padre dell’Europa odierna nonostante i diversi problemi affrontati in questi ultimi e difficili anni. La fragilità dell’UE, le difficoltà della gestione dei traffici di profughi, il problema dei nazionalismi nonché il dibattito su cosa sia l’Europa e quali siano le sue origini culturali.

[…] Le Etiopiche ci chiede, guardandoci negli occhi, da che parte scegliamo di stare, in questo tipo di conflitto che- assieme alla lotta ai cambiamenti climatici- caratterizza fatalmente il nostro tempo e determinerà il futuro del mondo: ci barricheremo dietro ai privilegi della fortezza o celebreremo i colori dell’Europa quale idea di emancipazione transnazionale e universale, fatta di persone e popoli liberi e uguali ?

Così il Dottore di Ricerca Ales Crnic ha descritto l’opera di Cason dedicata all’Europa di oggi. 

Fonte foto di copertina: si ringrazia StayHappening per la foto

A proposito di Salvatore Iaconis

Laureato in Filologia moderna presso l'Università Federico II di Napoli il 23 febbraio 2024 e iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 25 gennaio 2021. Sono cresciuto con i programmi educativi di Piero e Alberto Angela, i quali mi hanno trasmesso l'amore per il sapere, e tra le mie passioni ci sono la letteratura, la storia, il cinema, la filosofia e il teatro assieme alle altre espressioni artistiche.

Vedi tutti gli articoli di Salvatore Iaconis

Commenta