L’intervista di Pascal Rambert per il Campania Teatro Festival

L'intervista di Pascal Rambert per il Campania Teatro Festival

L’ultima giornata del Campania Teatro Festival

Il 12 luglio si è tenuta l’ultima giornata dell’edizione 2022 del Campania Teatro Festival, portando nei vari teatri e luoghi suggestivi i progetti e gli spettacoli conclusivi. Nella sezione italiana, è andato in scena L’intervista, di Pascal Rambert tradotto da Susanna Spero, con la regia di Sara Bertelà. Sul palco allestito nel Cortile della Reggia, presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte, le attrici Sara Bertelà e Viola Marietti hanno dato voce al testo del drammaturgo contemporaneo.

L’intervista: dal dolore si può ricominciare

Due donne ed un pugno di domande. Proprio come se fosse un’intervista, le due attrici allestiscono il loro spazio, con tanto di luci microfoni e macchina da ripresa, in cui potersi confidare e, forse, addirittura confessare. Infatti, entrambe provengono da due dolori profondamente indicibili, che ognuno a suo modo ha stravolto le loro rispettive vite. Adesso, c’è la ripartenza: quel momento in cui si sente l’esigenza di mettere in ordine i pezzi e andare avanti con la vita. Ma cosa resta di tutta quella sofferenza? Restano i ricordi, le domande alle quali si cerca di trovare le risposte giuste per sé stessi ed il bisogno di esprimersi. In questo modo, le due protagoniste tessono la trama de L’intervista, fatta di interrogativi e di ricerca di un punto stabile da mettervi, di un certo timore di chi deve ripartire quasi da zero e di quella commozione di chi ha avuto una seconda possibilità di riscoprire la vita, di un immaginario bosco oscuro e della strada che offre la chance di ritornare alla luce.

Si può realmente rinascere dopo un avvenimento traumatico, dopo avere pensato di porre fine alla propria vita, come se non ci fosse alcuna possibilità di guarire dal dolore? Il testo di Rambert parte da questa domanda, provando a formulare una risposta. In L’intervista, allora, si esplorano le emozioni insediate in una profondità oscura e le sensazioni apparentemente impercettibili, ma che in realtà logorano da dentro a poco a poco. L’intervista propone un teatro di parola, dove ad essere discussa è la sua stessa carica espressiva. Una prova specialmente attoriale di non facile attuazione, dove si indaga il senso del dolore: si prova a tracciare un percorso, partendo dal personale evento traumatico e cercando di arrivare lì dove c’è una soluzione da scegliere per riaffacciarsi alla vita. Con L’intervista, dunque, Rambert indaga la psiche umana nella sua profonda disperazione e nella sua altrettanto tale ricerca della speranza, un motore che è istinto di sopravvivenza e strada possibile da scegliere per essere percorsa. In questo dialogo dove le parole si alternano a dei silenzi che parlano, che esprimono percezioni incomunicabili attraverso il potere evocativo degli sguardi, del corpo e della musica, L’intervista offre al suo pubblico un ragionamento complesso nonché un messaggio di amore per la vita.

 

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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